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29 novembre 2024
cartaceo, ebook
90

Haru e Jayce, un oceano li divide, eppure il loro incontro ad Aoshima, "l'isola dei gatti", un lembo di terra nel mar del Giappone, è il dono che il destino offre loro per superare la distanza che separa i loro cuori. Per Jayce, giornalista televisivo americano, la scoperta della piccola località, dove il tempo segue un ritmo diverso, è una sorpresa che lo fa ricredere sull'opportunità di visitare quel luogo remoto.
Per Haru, nato ad Aoshima, subentrato da poco tempo a sua madre nella gestione di un ryokan, una tipica locanda giapponese, l'arrivo di Jayce gli offre possibilità accettare il suo passato, accogliere il presente ed osare immaginare un futuro diverso, vivendo una dolce favola d'inverno.
A vegliare su di loro, seguendo i loro primi approcci, dettati dalla timidezza e dalla paura di non comprendersi appieno, la colonia felina che da decenni vive e prospera sull'isola e che l'ha resa unica al mondo.
Questo nuovo romanzo di Cristiano Pedrini, “Il mio primo inverno con Haru”, ci conduce nel magico mondo del Giappone, caratterizzato da una ricca cultura, storia e tradizioni secolari che rendono questa nazione unica e affascinante.
La narrazione si svolge ad Aoshima, villaggio di pescatori, detto anche “l’isola dei gatti”. Il giovane Jayce, giornalista televisivo americano, è in missione in questa cittadina per raccogliere materiale giornalistico di rilievo e approfondire tematiche interessanti, al fine di realizzare appassionanti articoli per la rete televisiva di San Francisco. Mentre percorre le stradine dell’isola, pensa con sollievo che questo luogo incantevole era finalmente l’ultimo di questa lunga tabella di marcia durata un mese, alla scoperta di luoghi misteriosi e insoliti del Giappone. Jayce si stupisce nel constatare la desolazione di quest’isola, come fosse sospesa nel tempo, circondata dal mare, con poche casette sparse e gruppi di gatti abituati, ormai, ai rari turisti che giungono sul molo. E non si spiega come un luogo così abbandonato possa essere argomento d’interesse.
Grazie allo stile elegante e fluido, la presentazione dei luoghi è così accurata da proiettare il lettore in ambienti meravigliosi. Come in tanti racconti di Cristiano Pedrini, l’elemento principale e fondamentale è l’acqua, grande potenza creatrice e sacra. In questo caso il mare, simbolo di purificazione. Ugualmente interessante è il concetto simbolico del gatto, il quale esprime indipendenza, intuizione e fiducia in se stessi. È anche l’emblema del femminile, della terra e del notturno.
Incuriosito da questo luogo desertico, Jayce s’incammina presso una spiaggetta finché giunge, con sua grande sorpresa, davanti a una locanda dove incontra un ragazzo intento ad accudire dei gatti. Questo giovane si chiama Haru e la locanda apparteneva a sua madre. L’incontro tra i due ragazzi, si manifesta presto molto conviviale, tanto che Jayce chiede di poter riservare delle camere per tutto il suo staff televisivo.
Si può subito notare, dal dialogo di presentazione tra i due ragazzi, la grande umiltà che li circonda, il rispetto reciproco che subito s’instaura. Quest’alone di gentilezza è uno dei punti di forza di questo abile scrittore, presente in tutti i suoi racconti.
Tra le molte tradizioni giapponesi, Pedrini, ci illustra i meravigliosi ryokan. La descrizione degli interni evoca tempi lontani, un minimalismo che suscita calma e serenità, arricchendo notevolmente la narrazione già di per sé incantevole, creando un affascinante contrasto tra passato e presente.
“Il silenzio era un amico che conoscevo bene. Lui non mi tradiva, non mi giudicava ed era sempre pronto a esaudire il mio desiderio di restare con lui. Non c’erano segreti tra noi, solo un’intesa perfetta che, come una magia, scattava ogni volta che sentivo impellente la volontà di accoglierlo in me…” – Il mio primo inverno con Haru
Un’ulteriore curiosità che si può notare è l’aggiunta del suffisso kun subito dopo il nome di una persona che denota un segno di confidenza verso una giovane persona. Nei racconti di questo attento autore, ogni passaggio, ogni situazione è accuratamente ideata per regalare al lettore un’avventura per quanto possibile realistica e condurlo nella narrazione.
Jayce e Haru, due culture totalmente opposte, due mondi lontani, ma ciò che subito li unisce è il grande senso di empatia e di amabilità innata. La passione per la scrittura avvicina maggiormente i due ragazzi. Jayce per il giornalismo, Haru per aver pubblicato racconti e vinto uno dei più prestigiosi premi letterari in Giappone. Anche se dalla morte di sua madre ha smesso di scrivere, dedicandosi totalmente alla cura della locanda. Ma qualcosa nel suo cuore non trova pace e Jayce è deciso più che mai a scoprirne la causa e liberare Haru dall’isolamento nel quale pensa sia giusto rifugiarsi.
Poco a poco, il giudizio di Jayce su questo piccolo villaggio semivuoto inizia a cambiare, scoprendo man mano le abitudini, le usanze degli abitanti. Il solo pensiero di dover andar via finite le riprese, lo rattrista molto. Anche la compagnia di Haru, che di buon grado gli fa da Cicerone tra le stradine dell’isola, ha modificato la sua visione del luogo, facendogli apprezzare anche l’arte del posto.
Senza bisogno di dirselo, entrambi realizzano fin d’ora che il loro trascorrere le giornate insieme ha un significato speciale. I loro cuori si sono incontrati e Jayce, immergendosi nella lettura dei suoi racconti, avvicinandosi alla sua anima, scoprendo il suo passato, s’innamora di questo bellissimo ragazzo giapponese. A sua volta, Haru si sente combattuto da questo forte sentimento verso Jayce, consapevole che tutto ciò dovrà presto concludersi, ma il prendersi cura a vicenda li avvicina sempre più.
“Il mio primo inverno con Haru” è una storia basata sull’altruismo, con un chiaro messaggio sociale, fondato sull’accettazione delle diversità culturali, abbattendo i pregiudizi, che spesso sono radicati nelle nostre culture e possono ostacolare l’accoglienza di diverse consuetudini di vita quotidiana.
Nei racconti di questo attento autore, ogni passaggio, ogni situazione è accuratamente ideata per regalare al lettore un’avventura per quanto possibile realistica e condurlo nella narrazione. Una storia d’amore nell’amore…
Il ritmo della narrazione è volutamente lento, come per associarlo alla cadenza della vita dell’isola, al temperamento pigro dei gatti, alla calma della cultura giapponese.
I personaggi secondari, non meno importanti, infondono maggior forza ai bei sentimenti che avvolgono Jayce e Haru.
Le bellissime illustrazioni di Victor Duval ritraggono i protagonisti più significativi della storia: i gatti; dimostrando che in realtà il gatto non è un animale indipendente che ama la solitudine, ma ama le coccole e le attenzioni. E lo esprime anche molto bene la meravigliosa rappresentazione in copertina di Patrizia Cocco.
In conclusione, “Il mio primo inverno con Haru” è una bellissima lettura, rasserenante, piacevole e colma di luce positiva nella quale perdersi anima e cuore.
Beatrice Castelli
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐

Béatrice Castelli vive a Torino, cresciuta a Parigi fino all’età di 17 anni, coltiva sin dall’età di otto la passione per la lettura e quella della scrittura.
A dieci anni leggeva Crime et Châtiment di Dostoïevski, preso per caso dalla fornitissima biblioteca di suo padre, senza sapere ancora nulla di questo scrittore.
A 17 anni, con tutta la famiglia si stabilisce in Italia a Torino, dove dovette imparare l’italiano. Lo studio per la letteratura italiana l’appassiona in fretta, come da piccola per quella francese, iniziai così a scrivere pensieri in entrambe le lingue.
Ha frequento l’interpretariato di Torino con il desiderio di tradurre libri per la sua casa editrice preferita: l’Adelphi. Purtroppo incontra sul suo cammino molte difficoltà per arrivarci e così si ritrova a tradurre testi tecnici per nulla entusiasmanti…
L’amore per la scrittura l’accompagna da sempre. Non avendo mai nessuno a chi confidare i suoi pensieri, scrive per se stessa. Ha pubblicato, per due case editrici, poesie d’amore in due diverse raccolte, una per Segnidartos l’altra per Rupe Mutevole Ed. e una favola per bambini sempre per Rupe Mutevole. In alcuni siti letterari ha pubblicato inoltre dei racconti brevi.
In questo momento ha un romanzo già ultimato nel cassetto.