
Thriller
Bollati Boringhieri
13 giugno 2023
cartaceo
240

Lou è una giovane donna felicemente sposata, madre della piccola Nova. Ma Lou è anche un clone della precedente Lou, uccisa pochi mesi prima da un serial killer, arrestato per omicidio di altre quattro donne, e riportata in vita, insieme alle altre vittime, da un programma governativo di clonazione.
Le cinque donne si conoscono, si incontrano e si sostengono. Finché Lou deciderà di andare a fondo alla sua storia e provare a capire quali motivazioni hanno spinto il suo assassino a scegliere proprio lei, trovandosi di fronte a una verità insospettata.
Nel riadattarsi alla routine, Lou si rende conto che ad alcune domande inquietanti su ciò che ha preceduto la sua morte non è facile dare risposta, e che non sempre può fidarsi di coloro che le stanno intorno.
“Ero nel mio corpo. Ero il mio corpo. Ero viva”- da “Il mio omicidio” di Kate Williams, edito Bollati Boringhieri.
Lou è morta per mano di un serial killer insieme ad altre quattro donne. Luo è ritornata, esattamente come le altre vittime. Questo grazie ad uno specifico programma di clonazione che ha restituito loro la vita. Eppure è perennemente inquieta. Non si riconosce nel proprio corpo e neppure nei suoi ricordi, sempre più confusi. Il più oscuro riguarda la propria morte. Qualcosa non torna. E se non fosse andata come le è stato raccontato?
“Abbiamo tutti bisogno di aggrapparci a qualcosa”
Lou è una giovane madre che si riscopre tale con il passare dei giorni a contatto con la sua bambina. Non l’ha portata lei in grembo, in quanto non è altro che un clone dell’altra Lou, quella assassinata da un serial killer attualmente in galera.
L’altra Lou aveva vissuto un periodo difficile dopo la nascita della piccola Nova, una creaturina amata e desiderata. Era figlia di due padri (uno dei quali deceduto) grazie alla pratica della maternità surrogata. Li adorava entrambi. Papà perché era allegro, più svagato dell’altro, ma sempre molto complice. Due, invece, era quello più riservato e ombroso, molto attento alla sua alimentazione, in quanto infermiere pediatrico. Meno espansivo di Papà, ma ugualmente amorevole.
Lou lavora nella “Stanza”. Un luogo virtuale che viene costruito e modificato a seconda dei bisogni dei clienti. Essi si rivolgono alla “Stanza” per ricevere particolari attenzioni (esser presi lungamente per mano, un abbraccio, ecc.) che escludano la parola. Anche Lou cambia aspetto, avvalendosi di alcuni avatar per non farsi riconoscere. Quel lavoro le si addice, in quanto donna fortemente empatica. Il suo clone, però, assume comportamenti involontari che non le appartengono, rischiando il licenziamento.
Suo marito Silas è molto paziente e fa il possibile per metterla a suo agio poiché dolce e protettivo, non desidera altro che riavere la loro vita di prima.
“Come sappiamo che l’amore durerà? E anche così, come sappiamo che un giorno, con un colpo, non manderemo in mille pezzi qualcosa di insostituibile?” – Il mio omicidio
Lou partecipa regolarmente agli incontri con le altre vittime clonate, come da programma. Tra loro c’è Fern, che un po’ le somiglia. È bella ed enigmatica. Vive da sola con il suo gatto in un appartamento decisamente caotico. Non ha relazioni amorose e, come Lou, si chiede ogni giorno “perché proprio io?”.
C’è la superficiale Angela. tormentata da un ex fidanzato che la segue di nascosto, una donna vacua e sventata, del tutto priva dell’arguzia che caratterizza le altre due. Lacey, invece, è la più giovane, tutta impeto e provocazione. Infine, c’è la pragmatica e diplomatica Jasmine.
Queste cinque donne hanno ben poco in comune se non l’aver attirato l’attenzione di un pazzo che si trova dietro le sbarre per averle assassinate.
“È difficile descrivere come mi sentivo, ma ci proverò. Mi sentivo eco anziché suono. Mi sentivo pula anziché grano, terra anziché radice”
“Il mio omicidio” non è un thriller nel senso classico del termine, tuttavia ne ha tutte le caratteristiche. La trama contiene un mistero, una certa suspense, che conferisce vivacità al ritmo di lettura. Le fasi costanti, infatti, si alternano a quelle dinamiche che, sul finale, precipitano velocemente, in caduta libera. E a noi lettori non resta che trattenere il fiato!
La particolarità del romanzo sta nella contaminazione fantascientifica. Gli elementi surreali riguardano la clonazione degli esseri umani e l’insolita professione della protagonista.
“E avvertivo una specie di elettricità, di effervescenza lungo i margini, come se qualcuno mi ci avesse versata dentro, riempiendo fino all’orlo”
La narrazione avviene in prima persona attraverso la voce di Lou. Il linguaggio è semplice, lo stile fluido e i capitoli brevi. La scrittura non si focalizza unicamente sull’introspezione, sebbene ne rappresenti una parte importante, ma anche sulle azioni e interazioni tra i personaggi. Questi sono ben caratterizzati e credibili, nonostante l’improbabilità del contesto in cui si trovano.
“La paura non aveva forma, quindi gliela davo io. Era un lago, e io ero sott’acqua. Un pavimento e io ero sepolta sotto. Una bocca, e la lingua mi schiacciava”
Ho apprezzato “Il mio omicidio”, nonostante l’infiltrazione fantascientifica che, non amando il genere, solitamente non gradisco. Preferisco che la trama di un romanzo non sfori troppo dai confini della realtà. Nonostante ciò, ho trovato la lettura molto scorrevole e abbastanza interessante da consentirmi di superare l’ostacolo, rappresentato dall’inverosimiglianza con la realtà. La trama è avvincente e originale.
Essa ci prospetta un mondo dove gli esseri umani possono replicarsi ed esser sostituiti. Il bisogno del contatto umano può diventare meno umano perché rimpiazzato dal virtuale. Tutto ciò è inquietante e abbastanza spaventoso ma, per chiunque apprezzi le atmosfere cariche di elettricità, anche curioso. Poi vi si aggiungono cinque omicidi, uno dei quali dalle dinamiche parecchio oscure… e la suspense è servita!
Pronti a partire per questo viaggio verso una meta agghiacciante e incredibile? Curiose di sapere dove vi porterà?
4 stelle ⭐⭐⭐⭐☆