
Mistery thriller
Salani Editore
2013
cartaceo, ebook
416

Il matto affogato è uno degli scacchi matti più spettacolari, in cui il Re viene mattato da un solo pezzo avversario pur essendo circondato da pezzi amici: sono proprio questi ultimi infatti a impedire al monarca di sottrarsi al mortale scacco, ostruendo ogni via di fuga.
E all'insegna del matto affogato saranno anche i due casi su cui si trova a indagare Max Gilardi, che ha rinunciato alla sua carriera di commissario a Milano per intraprendere quella di avvocato a Napoli. Ed è Napoli la vera protagonista del romanzo. Una Napoli volutamente dimenticata e faticosamente ritrovata, con tutte le sue contraddizioni, ma ricca di ricordi, di umori, di amici. E di un padre amato a stento.
Questa città gli sta addosso come un vestito stretto, del quale poco a poco Max Gilardi, attraverso due delitti che lo coinvolgono, saprà liberarsi. Per ritornare a Napoli anche con il cuore, e con gli occhi di un uomo che si misura, senza condiscendenza, con la propria voglia di ricominciare a vivere.
“Il matto affogato” di Elda Lanza, edito da Salani Editore, è un romanzo mistery ambientato a Napoli dove vede protagonista il commissario Max Giraldi.
“Cercò di superare il disagio che quel luogo gli ispirava. Come se fosse entrato di nascosto in una stanza non sua.”
Max Giraldi, da Milano, decide di trasferirsi a Napoli per tornare a esercitare la professione familiare di avvocato. Sul suo trasferimento incide anche la morte della moglie, nonché collega nella polizia.
Arrivato a Napoli, Max si troverà a risolvere due omicidi: con il primo dovrà cercare di fare scacco matto all’assassino di un giovane dell’alta borghesia, mentre il secondo sarà molto più complicato per la presenza di camorra, criminalità pugliese e figure politiche locali.
“Forse fu soltanto per questo, per quel tono quasi spento che non riconosceva. O fu perché aveva bisogno di rivederla. Soltanto un momento, da solo.”
Come ve la cavate con i giochi degli scacchi?
Lessi un po’ di tempo fa un altro romanzo di Elda Lanza con lo stesso protagonista e confesso che non mi piacque notevolmente, anche perché dopo 50 pagine scoprii subito l’assassino. Ho voluto darle un’altra possibilità e devo ammettere che “Il matto affogato” mi è piaciuto di più, anche se lo stile dell’autrice conferisce uno spazio eccessivo al dialogo, ai personaggi minori, alle vicende sentimentali, alle descrizioni degli eventi mondani.
La narrazione in sé è troppo diluita, facendo calare la tensione sulle inchieste, pochi colpi di scena, ma un intreccio decisamente migliore.
Credo di prendermi una pausa da quest’autrice e capire bene se valga la pena o meno leggere un suo successivo romanzo; ciò non toglie che questo sia un libro che meriti attenzione; anzi, sono certa che verrà apprezzato da tutti voi.

Anna Calì, classe ’96. Nelle sue vene scorre la lava del Vesuvio e la passione che contraddistingue il popolo napoletano.
Giornalista di professione e con la passione dei libri sin da piccola. Adora annusarli e, quando va nelle librerie, si perde tra gli scaffali ad osservare le copertine.
Grazie a questa passione è riuscita a mettere in campo due sogni nel cassetto: il primo, recensisce i libri che legge, esperienza che fa bene sia al corpo che alla mente. La seconda: è diventata anche scrittrice e ha pubblicato già due romanzi.