narrativa
Il Cristallo Edizioni
ottobre 2019
cartaceo
132
Un romanzo ambientato in una piccola cittadina, a sud della Calabria, adagiata sul pendio di un colle. Terra di straordinaria bellezza che presenta invidiabili panorami.
Una costa in cui si alternano ampie spiagge e rocce che scendono a picco sul mare. Il calore del sole, l’odore dei pascoli, i colori dei paesaggi, si mescolano per creare i prodotti nati in questa regione.
È terra di emigrazione ma anche ospitale, luogo di culture che si intrecciano, si condividono e si rispettano.
Terra di accoglienza, di riparo, di protezione. Non la si può godere attraverso una semplice descrizione. La Calabria va vissuta, nelle sue tradizioni, nel suo modo d’essere. Un modo che spesso spaventa perché non corrisponde alle frasi fatte con cui viene etichettata.
In un piccolo appartamento al primo piano di un condominio abita una famiglia semplice che nasconde molti lati bui ed intrigati.
Viene tracciata una storia sentimentale complessa che ha come protagoniste due donne, Chinaka, dalla cui voce parte questo racconto e Teresa, con il dono innato della maternità, che all’inizio sembra aver ritrovato la serenità con l’arrivo di una piccola bambina, una creatura che in breve tempo è riuscita a riportare la pace dentro quelle mura domestiche.
Seconda di quattro figli ha dovuto sempre rimboccarsi le maniche per aiutare in casa i fratelli più piccoli. Sposata a 22 anni con un uomo aggressivo e violento, separata dopo 18 anni di angherie per il bene della bambina, per evitare che crescesse con a fianco una figura che già per troppi anni l’aveva inibita e turbata.
Seguiamo questa storia con molta attenzione e noteremo come quella piccola bambina, messa a dura prova dalla vita, sia pian piano diventata una donna con le sue paure, la sua fragilità ma anche la sua determinazione. Vi imbatterete in un’avventura tesa e coinvolgente, ricca di personaggi diversi, divertenti e paranoici, in un racconto in cui le passioni dell’età adulta si confondono con le illusioni adolescenziali, la comicità con il dramma
“Tutto ebbe inizio una mattina di maggio…il dottore l’aveva appena lasciata sola dopo l’ennesimo insuccesso, desiderava troppo avere un figlio, lei con quel bisogno così innato di diventare madre”
Teresa si trova in ospedale. Ancora una volta Dio non ha voluto che lei potesse stringere un bimbo tra le braccia. Nel silenzio assordante di quel mattino di maggio le lacrime che le accarezzano il viso non bastano a consolarla. Solo suor Immacolata riesce nell’intento promettendole di parlare col Signore e di intercedere per lei; e qualcosa pare che Lui le sussurri dall’alto del tabernacolo visto che il giorno dopo, dopo aver scoperto e baciato i piedi di Teresa, le dice:
“…tu non partorirai ma il 14 settembre 1979 nascerà una bimba alla quale dovrai dare il nome di Chinaka che in africano significa Dio decide”
Teresa, con la speranza nel cuore, torna a casa e comincia a preparare il corredino per la bimba che le è stata promessa. E il miracolo accade: il 14 settembre le arriva una telefonata dall’ospedale di una città vicina alla sua dove le dicono che è nata una bimba che la madre non ha voluto riconoscere. Visto che lei è la prima nelle liste delle graduatorie può adottarla.
È al settimo cielo. Corre dalla bimba, felice di essere madre, felice di poter donare ad un essere indifeso tutto il suo amore.
La vita sembra sorriderle. Anche Antonio, suo marito, pare felice per l’arrivo della piccola Chinaka, ma il carattere delle persone difficilmente cambia: dopo un primo periodo di relativa calma, l’aggressività che lo contraddistingue riprende vigore e Teresa riprende ad essere la sua valvola di sfogo.
Ricominciano i litigi tra i due coniugi, gli attacchi verbali, le botte. Teresa cerca di minimizzare il tutto e lo fa per quella bimba che, spaventata, assiste a quegli episodi violenti.
Chinaka ha paura. Non capisce il perché il suo papà diventi così cattivo. I papà dovrebbero essere principi azzurri e non mostri che picchiano.
Quegli episodi avrebbero per sempre lasciato cicatrici indelebili sulla sua anima.
“…quel dolore forte le aveva lacerato l’anima, si era formata una ferita aperta e la sentiva bruciare, sanguinare di ansie, di paure e di fragilità”
Finalmente Teresa capisce che ha bisogno di allontanare Antonio dalla sua vita; dopo l’ennesima violenza si reca alla caserma dei carabinieri per denunciarlo. Deve proteggere la sua bambina prima ancora che se stessa, deve ridarle la fiducia, la spensieratezza e la speranza che la vicinanza di quell’uomo violento le ha portato via. Le farà da madre e da padre, farà qualunque cosa per vederla serena.
Chinaka però, pur capendo le motivazioni di sua madre, sente che qualcosa si sta spezzando dentro di sé.
“Chinaka pur essendo ancora piccola, sapeva che se il padre avesse lasciato la loro casa, se ne sarebbe andato con qualcosa di suo che nessuno le avrebbe mai restituito”
Chiede spiegazioni sul perché del comportamento di quell’uomo che nonostante tutto ama, e la madre la rassicura: anche suo padre la ama, solo che il lavoro lo innervosisce, bisogna capirlo.
Il nuovo clima di pace che si instaura in casa fa bene all’animo della bimba che intanto un giorno, per caso, viene a scoprire di essere adottata. Questa rivelazione la sconvolge, ma è ancora una volta Teresa che , col suo grande amore, riesce a placare le paure della sua piccolina.
“..tesoro sono io la tua mamma. Non ti ho partorito con la pancia ma sei nata dal mio cuore”
Che bella questa frase, mi vorrei soffermare su di essa perché, a parer mio, riassume tutto il libro. Essere madri è uno dei regali più belli che la vita possa farci, ma anche la più grande della responsabilità.
Molte donne a cui la maternità viene negata soffrono terribilmente. Alcune si chiudono in se stesse, altre, come Teresa, si aprono all’accoglienza e donano il loro amore a creature che del diritto di essere amate sono state private. Spesso, quando si adotta un bambino, i genitori adottivi omettono di esserlo, forse perché hanno paura di fare del male a quel piccolo esserino che hanno promesso di proteggere. Quando Teresa dice a Chinaka di non essere la sua madre biologica la bambina si sente persa, inizialmente ha paura di essere nuovamente abbandonata. Una volta che le rassicurazioni di Teresa la calmano subentrano però delle nuove domande. Da dove viene lei? Ha fratelli, sorelle? Perché colei che l’ha partorita non l’ha voluta tenere con sé?
Credo che chiunque di noi si farebbe le sue stesse domande trovandosi nella medesima situazione. Essere rifiutati fa male, ancora di più se colei che ti rifiuta è la persona che ti ha custodita dentro il suo corpo per nove mesi. Ci vorrebbe sicuramente del tempo per poter assimilare tutto e infatti solo col tempo Chinaka riesce a superare le sue paure iniziali, col tempo e grazie al cuore di Teresa che batte per lei sin dal primo momento che i loro occhi si sono incontrati. Bakhita Ranieri in queste pagine ha messo in evidenza questo fatto regalandoci un romanzo dove parlano le emozioni, dove le paure si sciolgono in un abbraccio e le mani si uniscono per superare tutto ciò di negativo che la vita ci mette davanti.
Sahira
Sono emozione e di essa mi nutro
trovando scialbo ciò che non colora,
Sono emozione che con la penna divora
il bianco candido di un libro vissuto…
Non riusciamo ad aiutarla non avendo più contatti con la Casa Editrice
Buongiorno sono una docente di materie letterarie , insegno in una scuola media di Melito di Napoli, ho avuto la fortuna di essere presente alla presentazione del libro ” Il grido del Silenzio” della scrittrice Bakhita Ranieri a Cala Petrosa, un villaggio vicino a Parghelia, purtroppo non sono riuscita ad acquistarlo ..non si trova , non è disponibile persino in Amazon..per cui per averne una copia non so come fare..vorrei farlo leggere ai miei alunni di terza media. Come posso fare per averne una copia?