Narrativa contemporanea
Mondadori
27 settembre 2022
cartaceo, ebook
456
Nati sotto stelle diverse, il protestante Mungo Hamilton e il cattolico James Jamieson vivono in un mondo iper-mascolinizzato, in due quartieri della Glasgow dei primi anni Novanta, dove i giovani della classe operaia si dividono secondo linee settarie e combattono battaglie territoriali per difendere la propria reputazione. Per essere considerati veri uomini, i due ragazzi dovrebbero essere nemici giurati, eppure diventano migliori amici quando trovano un rifugio nella casetta che James ha costruito per i suoi piccioni da corsa. Mentre si innamorano, si aggrappano l’uno all’altro scoprendo la tenerezza e sognano di fuggire da quella città grigia e inospitale. Mungo deve impegnarsi duramente per nascondere il suo vero io a tutti coloro che lo circondano, specialmente al fratello maggiore Hamish, capo di una banda locale con una brutale reputazione da difendere, che vuole trascinarlo nella piccola criminalità.
Con un devastante atto di tradimento, la madre lo manda negli altipiani della Scozia occidentale per fare di lui “un uomo”. Perso nell’entroterra e sotto il controllo di due strani individui dietro i cui scherzi da ubriachi si nascondono violenza e ambiguità, Mungo affronta un’esperienza che non potrà mai dimenticare e deve fare appello a tutta la sua forza interiore e al suo coraggio per riuscire a tornare in un luogo dove lui e James possano ancora avere un futuro.
Arricchendo di lirismo la vita quotidiana dei suoi personaggi, Douglas Stuart disegna un ritratto di figli senza padre e del miracolo del primo amore e racconta una storia avvincente e rivelatrice sul significato della mascolinità, sulla violenza che tocca molte persone queer e sui pericoli dell’amare qualcuno.
Quando lo scorso anno ho letto “Storia di Shuggie Bain”, mi sono letteralmente innamorata della scrittura poetica, malinconia, toccante di Douglas Stuart. Shuggie è, senza dubbio, uno dei personaggi letterari che ho amato maggiormente. Ho lasciato un pezzo di cuore tra le pagine di quello che è entrato a pieno diritto nella lista dei miei romanzi preferiti. Ero perciò curiosissima di leggere questo nuovo libro dell’autore di Glasgow, “Il giovane Mungo”.
Quello che Mungo ha in comune con Shuggie, oltre ad una grande sensibilità, è l’amore viscerale e incondizionato per una madre che ha un rapporto molto stretto con la bottiglia, un’adorazione per il figlio, ma nessun senso pratico, di responsabilità e familiare. Mungo ha quindici anni; è il figlio più piccolo di Ma- Mo, ha una nuvola di riccioli, lineamenti bellissimi e, se è nervoso o particolarmente in ansia, gli si accentua un tic che gli fa agitare un occhio e la guancia.
Accudito dalla sorella maggiore, che ha solo un anno in più, vessato dal fratello più grande, che è a capo di una banda di quartiere, Mungo è un ragazzo ingenuo e affamato d’affetto.
“Ma- Mo rimpiangeva di non averlo cresciuto più scaltro, meno fessacchiotto. Era buffo, deludere i familiari perché eri sincero e immaginavi che lo fosse il prossimo”.
La narrazione cruda, a volte brutale, della vita nelle strade e dietro alle porte degli appartamenti di Glasgow, si contrappone alla purezza del cuore di Mungo e alle descrizioni profondamente poetiche dei luoghi e dei paesaggi in cui si muove il protagonista.
“Cieli notturni con stelle glassate che sembravano trasudare panna.”
“I viola e gli albicocca più soffusi calavano al di là dell’orizzonte”.
“Non immaginava che il cielo potesse racchiudere tutte quelle sfumature, o forse semplicemente non ci aveva mai fatto caso. Figuriamoci se a Glasgow c’era qualcuno che guardava in alto”
La vicenda si snoda tra le strade di Glasgow e il viaggio verso nord, tra le verdi colline di Dumbarton, fino al lago dove Mungo viene portato a pescare da due sconosciuti, a cui la madre lo ha affidato affinché ne “facciano un uomo”, tra gli splendidi paesaggi naturali che acquistano vita dalle parole dell’autore. Un viaggio che diventa lo spartiacque tra l’infanzia e l’età adulta, la definitiva perdita dell’innocenza per il ragazzo, costretto a ricevere una dura lezione dalla violenza che lo circonda.
Una narrazione delicata e crudele, poetica e feroce, ci trasporta nella Scozia degli anni novanta, nel pieno delle lotte in strada tra cattolici e protestanti per la supremazia territoriale nei quartieri, dove era necessario essere forti, impavidi, per non soccombere. Quindi, immaginate come poteva vivere un ragazzo dolce e ingenuo come Mungo, spinto dal fratello maggiore a essere più crudele, in modo da non perdere la faccia difronte ai suoi “uomini”.
E in questo ambiente, dominato dal machismo, Mungo vede sbocciare il primo, tenero e proibito amore per James: un ragazzo e per giunta cattolico!
“Era un confine che avevano varcato uno o due giorni prima, passando da una timida tenerezza a un affetto incartato di insulti e prese in giro. Era un posto stupendo dove stare, per due ragazzi: sincero, elettrizzante, immaturo” – Il giovane Mungo
James è un sedicenne solitario, la maleducazione non gli apparteneva e “quando sorrideva era disarmante”. Lui e Mungo si avvicinano, accomunati dalla solitudine, dal sentirsi diversi, e si scoprono profondamente simili e affini, sempre più legati da un rapporto intenso e dolcissimo.
“Mungo scrutò la collinetta in lungo e in largo, poi gli stampò un bacio veloce sulla bocca. Era come pane caldo imburrato quando morivi dalla fame. Per dire quanto era buono”
Può una storia essere tenera e rabbiosa allo stesso tempo? La capacità di Douglas Stuart è proprio questa: creare romanzi di struggente e poetica bellezza, immersi però nel lirismo crudele e feroce della vita vera. Amerete Mungo allo stesso modo in cui avete amato Shuggie e, se non avete ancora letto il primo libro dell’autore scozzese, ve lo consiglio: vi rimarrà nel cuore.
Malinconico, struggente, feroce, di rara e incredibile bellezza, “Il giovane Mungo” regala al lettore pagine che feriscono, ma allo stesso tempo inondano il cuore di emozioni indimenticabili. Uno dei più bei romanzi che ho letto: Stuart non è uno scrittore ma un poeta dell’anima.
Salve, sono Giusy e sono un’appassionata lettrice da quando ero una bambina. Mi piace leggere praticamente di tutto, dai classici, ai romanzi d’amore, ma amo soprattutto la narrativa contemporanea. Adoro i manga giapponesi e scrivo racconti.