
Romanzo psicologico
Pub.me
2022
cartaceo
361

Susanne O’Connor vive da un anno a Denbour, città in cui si è trasferita subito dopo la morte del fratello Davy. In realtà, quel lutto è stata solo la prima delle tante sciagure che le hanno stravolto l’esistenza: si è malamente lasciata con Edgar, ha reciso ogni rapporto con la sua famiglia e le amiche, ha abbandonato gli studi e provocato un incidente nel quale hanno perso la vita due anziani.
Tutto sembra perduto per Susanne, ma nell’aprile 2018, mentre sfoglia un vecchio album fotografico, l’immagine di una cartelletta gialla le riporta alla mente un ricordo di vitale importanza: poco prima di morire, suo fratello le aveva chiesto aiuto per la realizzazione di un progetto e lei non lo aveva ascoltato. Dove si trova adesso la cartelletta? In cosa consisteva il progetto di Davy?
Comincia così il lungo viaggio di Susanne.
Un percorso che porterà la ragazza a imbattersi coi destini di altre persone, tutti legati al suo tramite il filo invisibile di cui le aveva parlato una volta suo fratello.
Ma niente accade per caso, e ci sono dei particolari della vita di Davy che Susanne deve assolutamente sapere.
“Quante migliaia di posti magici ci saranno nel mondo, Susanne? E quante anime ferite staranno cercando conforto in essi, in quest’istante?” – “Il filo invisibile” di Alessandro Petrelli
La storia ruota attorno al dramma vissuto dalla famiglia O’Connor che patisce la perdita di Davy, appena quindicenne, per colpa di un cancro al cervello. La nostra protagonista, Susanne, sorella della piccola vittima, attraversa varie fasi auto distruttive, dall’isolarsi completamente, ad abbandonare gli studi, a perdere interesse per tutto fino quasi a cercare il suicidio. Fino a quando, improvvisamente, come colpita da una folgorazione, ricorda che, poco prima di morire, suo fratello le aveva chiesto aiuto per un progetto a cui lei non aveva prestato attenzione. Forse per il senso di colpa per non essere stata vicina al fratello in quel momento, forse per il bisogno di cercare di risalire dal baratro in cui è precipitata, Susanne inizia la ricerca di quel progetto e, una volta trovato, si impegna per portare a termine quello che suo fratello avrebbe voluto iniziare.
Metto subito le carte in tavola: “Il filo invisibile” di Alessandro Petrelli, giovane scrittore salentino, mi ha davvero emozionato. Potrei dilungarmi sulla solidità della trama o sulla caratterizzazione dei personaggi o sulle capacità descrittive dei luoghi, ma non voglio. Quello che voglio fare, o cercare di fare, è entrare nel succo di questa storia.
Quello che differenzia qualcuno che semplicemente scrive una storia da un vero scrittore è, a mio avviso, la capacità di addentrarsi con delicatezza, empatia e sensibilità in quel mondo oscuro, nascosto e, a volte (da noi stessi) sottovalutato, che è il nostro tormento interiore.
Alessandro Petrelli ha questa rara capacità, che si percepisce anche negli altri suoi scritti (che consiglio vivamente di leggere), di prenderti per mano e portarti a visitare gli angoli più bui dei sentimenti umani, di farteli vedere, toccare ma, cosa ancora più importante, di farti capire come vincere il male oscuro che alberga in ognuno di noi e che aspetta solamente il momento più crudele per venire fuori e distruggerci.
In questo racconto l’autore insiste sull’importanza fondamentale dei rapporti umani, di come sia essenziale, quasi vitale, per tutti noi non rinunciare mai al contatto con gli altri, soprattutto nei momenti che ci appaiono più difficili, di come ognuno di noi sia legato agli altri da un filo invisibile appunto e di come questo filo vada tirato per avvicinarci agli altri e per far sì che nessuno debba sentirsi staccato dalla propria vita.
“Se solo qualcuno si ricordasse, ogni tanto, di mettere in tensione il filo che lega la sua vita a quella di altre persone, allora tutte quelle persone tornerebbero a provare la vera felicità”
Un dramma come quello vissuto dalla famiglia O’Connor sembra insormontabile, ma l’intrecciarsi di alcune vite, in maniera del tutto casuale, aiuta la nostra giovane protagonista a emergere dalla tenebra in cui era precipitata. Grazie all’amore verso i suoi genitori, anche loro preda della più totale disperazione (e come potrebbe essere altrimenti?), all’amore di Christopher, un ragazzo che, reduce pure lui da una perdita dolorosa, riesce a comprendere il dolore di Susanne e, infine, grazie anche a Susanne stessa che, proprio per questo amore ricevuto, riesce, tirando quel filo invisibile, a liberare dalla disperazione anche il papà di Christopher, preda dello sconforto per la scomparsa improvvisa della moglie.
Si entra in totale empatia con Susanne, si percepiscono le sue sofferenze, la sua inadeguatezza verso la vita che le sembra crollare addosso, ma poi ci si trova a lottare con lei per la ritrovata speranza di poter vedere i genitori ricominciare a vivere e di veder rivivere lo stesso Davy attraverso la realizzazione di quel progetto che il ragazzo con tanta cura aveva pianificato.
“Cosa saremmo senza l’Arte? Delle anime afflitte incapaci di illudersi” – Il filo invisibile
Leggete “Il filo invisibile”, scoprirete che Alessandro Petrelli è davvero un grande scrittore.
Mi permetto di concludere con una riflessione con cui solitamente mi congedo dai ragazzi delle scuole dopo aver parlato con loro sul tema della sicurezza stradale. Ricordatevi che noi non siamo soli, che ci sono persone che ci vogliono bene, che ci sono persone a cui noi vogliamo bene, ed è anche per rispetto nei loro confronti che dobbiamo cercare di restare su questa terra il più a lungo possibile. “C’è una crepa in ogni cosa, è da lì che entra la luce.” (Leonard Cohen)
Alessandro Petrelli ci guida proprio in questo: non dobbiamo e non possiamo camminare da soli. Cerchiamo il calore di chi ci sta vicino e, nei momenti più bui, riusciremo a scorgere la luce.
L’autore
Alessandro Petrelli è nato a Lecce il 19 aprile del 1990 e vive a Bolzano, dove lavora come fisioterapista. È autore di “Oltre la finestra”, pubblicato nel febbraio 2016 da Lettere Animate ed eletto tra i 5 migliori esordi italiani dell’anno; di “Trauma”, pubblicato dalla stessa casa editrice nel 2017 e ripubblicato da Pubme nel 2020 insieme a un racconto breve intitolato “Lettere da una fan”; di “Autoritratto”, una raccolta di aforismi e poesie pubblicata nel 2019 da Giuliano Ladolfi editore; e di un racconto breve intitolato “La strana estate di Oliver Mills“, edito da Pubme nel 2020 e vincitore del “Buk Festival” di Modena nel 2021.

Luca Martorana, siciliano classe ‘73, è un ex giocatore professionista di pallacanestro e grande appassionato di “Heavy Metal”. Appassionato lettore, divora libri fin da bambino. E’ un patito di cinema e serie tv, soprattutto se di fantascienza. Ama esplorare strade sempre nuove in sella alla sua Harley. Nel tempo libero lavora….ma niente di serio.