
Romanzo
Bookabook
23 gennaio 2025
cartaceo e-book
199

Mario, agente segreto del Sismi, è in missione sotto copertura a Istanbul. Giulia, invece, lavora in uno showroom di arredamento etnico e si trova nella stessa città per accompagnare il marito in viaggio di lavoro. Due vite apparentemente lontane si incrociano nel ristorante di un hotel: uno scambio di sguardi attraverso uno specchio e un bigliettino misterioso fanno vacillare i ruoli che si erano costruiti. Ad avvicinarli ancora di più sarà l'arrivo di Abram, un ragazzino etiope scampato al naufragio del peschereccio su cui si era imbarcato per arrivare in Italia e salvato da Mario durante una delle sue missioni. A guidare Mario e Giulia verso scelte che potrebbero cambiare tutto sarà il desiderio o qualcosa di più grande? E riusciranno a dimostrare davvero che "il destino non esiste"?
“Le nuove strade sono quelle che ci creiamo volta per volta; non c’è un disegno per ciascuno di noi” da “Il destino non esiste” di Donato Antonangeli
“Il destino non esiste” eppure qualcosa ha condotto un uomo, dalla professione misteriosa, e una donna insoddisfatta della propria vita, a Istanbul dall’Italia. Un incontro casuale ha scatenato una passione subitanea tra due con vite troppo diverse e lontane per potersi congiungere definitivamente. Lui non è mai riuscito ad avere una relazione stabile e lei è intrappolata in un matrimonio senza passione. Decisivo sarà l’incontro con un ragazzino etiope salvatosi miracolosamente da un naufragio su un peschereccio, che avrebbe dovuto condurlo verso un futuro migliore. L’affetto e il desiderio comune di aiutarlo, basterà per dare la svolta definitiva al rapporto della coppia?
“Non è mai l’ora di andare quando si sta bene in un posto”
Mario è un agente segreto italiano. Un quarantenne coraggioso, idealista, con un gran senso etico. Proprio quest’ultimo, insieme all’ammirazione per un carabiniere del suo paese d’origine, l’avevano spinto a entrare nell’arma. Non ha più l’entusiasmo giovanile ma non ha mai perso l’onestà e la correttezza che lo caratterizzavano. Pur essendo un uomo prudente, non esiterebbe a rischiare la propria vita per salvare qualcuno in difficoltà. Il suo lavoro gli impone la massima riservatezza e circospezione. Una professione che gli ha insegnato a conoscere e studiare a fondo le persone, a prevederne le mosse e a reagire prontamente di conseguenza.
Giulia è laureata in archeologia, ma lavora in uno showroom di arredamento etnico a Napoli dove vive in un quartiere elegante con il marito Federico. Si erano conosciuti all’università e sposati dopo la laurea. La loro è una vita tranquilla, piatta e ormai priva di passione. C’è reciproco rispetto e affetto, ma null’altro. Lui è manager di un’importante azienda in espansione e viaggia spesso per lavoro. Non si chiede mai cosa desideri veramente la moglie. Non per irriverenza, ma perché è convinto di saperlo. Egoisticamente dà per scontato che la sua professione debba avere la precedenza su quella di lei, che raramente lo segue nei suoi viaggi di lavoro, preferendo rimanere da sola.
“Le nuove strade sono quelle che ci creiamo volta per volta; non c’è un disegno scritto per ciascuno di noi. Il destino non esiste”
Giulia è bella, elegante e seducente. Una donna piena, che si sta accontentando di un’esistenza nella quale non si riconosce più. Ha ancora dei sogni e desidera tornare ad amare con la passione di un tempo. Il suo cruccio è quello di non esser riuscita a diventare madre, ma l’ha superato con un’intelligente rassegnazione. Pur essendo piena di ottime qualità, ogni tanto si lascia cogliere da un’insicurezza senza nome che la destabilizza.
Abram ha tredici anni, è etiope e sua madre ha fatto molti sacrifici affinché lui potesse imbarcarsi per raggiungere le coste italiane. In Italia vive suo padre e la donna è certa che là suo figlio potrà avere un futuro migliore. Abram è spaventato, nonostante sia sveglio e maturo per la sua età, è pur sempre un ragazzino che viaggia solo e in condizioni assai precarie. Non si lamenta mai e fa il possibile per non mettersi nei guai. Nel suo essere solo e povero, incontrerà affetti sinceri e saprà ricambiare con amore sincero e lealtà. Ha dei sogni da realizzare e la giusta tenacia e intelligenza per farlo.
“Prendi coscienza che la vita non è solo prendersi cura degli altri. E’ anche viverla per se stessi, questo non c’entra con l’essere egoisti” da “Il destino non esiste”
E’ una storia, nel complesso, piacevole. Ho gradito la fluidità dello stile che agevola la lettura e ne accelera il ritmo. La struttura narrativa è singolare. Tra un capitolo e l’altro, si inserisce un narratore esterno, che interagisce con i personaggi. Si tratta di uno scrittore che, non solo li ha creati, ma ne stabilisce le sorti. Si creano simpatici battibecchi tra lui e coloro del quale scrive poiché che si riconoscono in alcuni comportamenti che gli attribuisce ma, ogni volta, vengono rassicurati in merito al loro futuro.
La trama non mette al centro la storia d’amore tra i due protagonisti, ma abbraccia più tematiche. L’immigrazione e lo sfruttamento, il coraggio di scegliere per se stessi, anche a costo di lasciare una strada certa per una piena di incognite. Ci insegna il significato della parola “famiglia” come qualcosa che va al di là dei legami di sangue e delle istituzioni. E il destino. Esiste o siamo noi che ce lo costruiamo con le nostre azioni?
Ci conduce in un luogo magico che non ho mai visitato, mi ha permesso di immedesimarmi perfettamente nella protagonista. Non era mai stata a Istanbul, ma aveva sempre desiderato andarvi. Le similitudini con lei però finiscono qui poiché, in tutto il resto, l’ho trovata decisamente stereotipata (una quarantenne bellissima, sensuale, benestante e con una professione affascinante).
“Quanta strada che non conosciamo c’è nelle scarpe degli altri? Quanto possiamo imparare dalle persone che incrociano il nostro cammino?”
La trama è comunque interessante e ha risvolti inaspettati. Ho gradito il finale, avrebbe potuto essere scontato mentre invece l’autore è riuscito a darvi una direzione credibile e, a mio avviso, più soddisfacente. Ha accresciuto ancor più il mio desiderio di visitare Istanbul poiché l’ha descritta con tale trasporto da animarla portandola fuori dalle pagine per raggiungere gli occhi della mia mente. Di questo non posso che essere grata!
Avete mai visitato unicamente attraverso le pagine di un libro?