
narrativa contemporanea
NN Editore
13 settembre 2022
cartaceo, ebook
196

È la notte del 5 luglio 2000 quando Lacy M. Johnson fugge dal seminterrato in cui l'ex fidanzato l'ha rinchiusa con l'intenzione di ucciderla.
Lacy ha ventidue anni e lui è stato, prima, il suo insegnante all'università, e poi l'uomo con cui ha convissuto per anni, in una relazione segnata da violenze e soprusi. Fino alla sua decisione di lasciarlo, e al fatidico ultimo incontro. Alla polizia Lacy racconta cosa è successo, e quelle parole diventano un peso insostenibile, un marchio a cui è impossibile sottrarsi, ma anche una cura, l'unico antidoto per elaborare il trauma.
La ricerca di una giustizia interiore si confronta con la tenace memoria del corpo e, avanti e indietro nel tempo, Lacy ripercorre la relazione con lui, le esperienze di sesso e dipendenze, intrecciando il suo racconto con i rapporti della polizia, le valutazioni degli psicologi, gli incubi ricorrenti, nel tentativo di guarire e perdonarsi.
“È strano, penso ora, il modo in cui se pure la mente dimentica, il corpo ricorda” – Da “Il corpo ricorda” di Lacy M. Johnson, edito NN Editore.
Lacy era solo una giovane studentessa quando s’invaghisce del suo insegnante di spagnolo all’Università. Un uomo più grande di lei, che ne approfitta immediatamente, trascinandola in una relazione priva di equilibrio, all’insegna della dipendenza emotiva di lei e degli sbalzi umorali di lui, tradotti in atti di violenza. Quando Lacy trova il coraggio di lasciarlo, lui la sequestra e la rinchiude in uno scantinato insonorizzato, dove le usa violenza. Prima che lui riesca ad ucciderla, Lacy riesce a liberarsi e a fuggire. Denuncia il fatto alla polizia ed inizia il suo percorso verso una nuova vita.
“È facile scrivere che ho paura di lui. È difficile ammettere che lo amavo”
Lacy è una ragazza che non ha ancora deciso cosa farà da grande. Vorrebbe andarsene di casa perché l’atmosfera non è serena. I genitori amano lei e le altre due figlie, ma non provano più amore l’uno per l’altra. Lei è sempre stata bellissima. La mamma l’aveva iscritta ad un concorso di bellezza quando era bambina e la vestiva sempre con abiti sfiziosi. È cresciuta con la consapevolezza di essere un richiamo per gli sguardi maschili, ovunque andasse. Come ogni adolescente, ha avuto la sua fase di ribellione, dove si tatuava la pelle e, qualche anno dopo, passava da un lavoro all’altro. Tra questi c’era anche quello di spogliarellista, fase che termina con l’iscrizione all’università.
Qui incontra Lui. Un uomo di origine messicana, che ha vent’anni più di lei. Il suo insegnante di spagnolo. Non è particolarmente attraente, eppure Lacy se ne invaghisce e Lui se ne accorge. È più esperto della vita rispetto a lei, è stato sposato un paio di volte e ha dei figli, seppur lontani. Sa anche come corteggiarla, così i due iniziano una relazione. Vanno a vivere insieme, nonostante la disapprovazione dei genitori di Lacy e persino della madre di Lui. Lacy lascia gli studi, le precedenti amicizie, la casa nella quale viveva per dedicarsi solo a Lui, come le ha chiesto di fare. Non ha più una vita al di fuori della coppia e, quindi, si ritrova ben presto a subire i continui sbalzi d’umore ingiustificati del compagno. Le violenze perpetuate. Le minacce e le percosse… fino alla svolta. La fine della loro relazione e la voglia di ricominciare. Ma lui non ci sta.
“Fin dall’infanzia mi hanno insegnato a ispezionare, sorvegliare e tenere in ordine la mia immagine, e in questo ruolo – di sorvegliante e immagine sorvegliata a un tempo – ho imparato a vedermi come mi vedono gli altri: un soggetto da osservare e valutare, una veduta” – Il corpo ricorda
La narrazione si avvale di un linguaggio diretto semplice e crudo, come lo è la vicenda. È un memoir dell’autrice, che narra in prima persona la sua esperienza di donna, vittima di una relazione tossica e di un sequestro, con abusi da parte del suo ex.
La struttura narrativa non è lineare. Sono presenti numerosi salti temporali, piuttosto ravvicinati nell’arco di uno stesso capitolo. Per questo, la trama appare caotica. L’andamento del ritmo narrativo è piuttosto soggettivo. Può apparire molto lento, non per mancanza di tensione emotiva ma, al contrario, per un eccesso che va preso a piccole dosi. Oppure può diventare rapido, per un lettore più distaccato che desidera principalmente conoscere gli esiti di questa drammatica realtà nel più breve tempo possibile.
Le tematiche in “Il corpo ricorda” sono forti, seppur importanti. Il dramma di una relazione distruttiva, fisicamente e psicologicamente. La brutalità che nulla c’entra con l’amore. La fuga dal dolore con il rischio della perdita di sé. Il rifiuto di venir identificata unicamente come vittima. La paura e le sue ripercussioni. I personaggi non vengono mai identificati con i loro nomi, ma con il loro ruolo nella vita della protagonista. Sono “la mia sorella maggiore”, “l’amica con la quale divido d’appartamento”, “il mio primo marito”, “l’uomo con cui vivevo” ecc.
Questo memoir fa parte di una serie dedicata alle donne, alle loro storie più o meno drammatiche, accomunate dalla fuga verso la ricerca della libertà e di una loro identità, spesso al di fuori degli schemi e dei canoni sociali. Tale serie prende il nome di “Le fuggitive”.
“È così che mi vede lui: uno specchio che sempre riflette il suo potere”
“Il corpo ricorda” è una lettura veramente difficile. Pesante, tanto pesante. Non perché noiosa o lenta, ma perché decisamente troppo forte dal punto di vista emotivo. Direi sofferta e portatrice d’inquietudine. Certo, sono storie che vanno raccontate e che devono insegnare, ma risultano decisamente ansiogene. Premesso che ci sono state descrizioni di episodi che non mancano mai di urtarmi, anche in altri contesti, e che, magari, potevano essere omesse. Avevo ampiamente capito che “Lui” era un uomo crudele e pericoloso, non era necessario leggere anche dei maltrattamenti sul povero animaletto domestico della protagonista. Ero già provata dal clima di violenza che lei stava vivendo, quello è stato il colpo di grazia. Direi che non è una lettura che fa per me. Per com’è scritta (salti temporali troppo frequenti, quasi in successione), per i toni troppo crudi e le parole forti.
D’altro canto non si può negare che l’autrice scriva bene ed è apprezzabile la sincerità nel raccontare la sua storia.
Avete mai faticato a portare a termine una lettura troppo forte emotivamente?