
Noir
Piemme
13 giugno 2023
cartaceo, ebook
384

Londra, primo dopoguerra.
Il mondo sta tornando alla normalità, e anche Beatrice, come tutte le sue coetanee, sente nell'aria la voglia di ricominciare. Peccato che, per lei, di strade ce ne siano poche: essendo sulla trentina, è ormai troppo vecchia per un marito, e non è parte della schiera di donne eroiche che hanno tenuto insieme la famiglia mentre gli uomini erano al fronte.
Poi un giorno arriva il sorriso sornione di Tom Ryan a distoglierla da tutto: nuovo agente di commercio nella ditta in cui lei lavora come segretaria, in poche mosse ben congegnate Tom comincia la sua opera di seduzione, e ben presto Beatrice cade tra le sue braccia, pur sapendolo sposato. Ma il loro idillio non dura a lungo.
Quando il corpo di Beatrice viene rinvenuto, fatto a pezzi, in una valigia, Tom si ritrova sospettato del più orrendo dei crimini. Eppure è un padre di famiglia attraente e rispettabile, un uomo pieno di fascino, mentre miss Cade era solo una zitella decisa a rovinare una bella famigliola.
Tra pettegolezzi, maschilismo e pregiudizi, il processo - realmente avvenuto, un sensazionale scandalo nell'Inghilterra bigotta degli anni Venti - va avanti, finché la chiave della sua risoluzione finirà in mano a Kate Ryan. La moglie. Quella che più dovrebbe odiare Miss Beatrice Cade, la rovinafamiglie.
“Perché non ho capito quanto fosse prezioso il battito del mio cuore, il colore roseo della mia pelle?” – da “Il caso di Miss Beatrice Cade” di Emma Flint, edito Piemme.
Londra, anni Venti. Una donna nubile, non più giovanissima e nemmeno particolarmente attraente, colpisce l’attenzione di un nuovo collega d’ufficio. Non può credere che lui, così bello e corteggiato, la desideri. Poiché si tratta di un uomo sposato, la loro relazione deve rimanere segreta. Questo fino a quando un imprevisto la porterà a esigere di più di qualche pomeriggio clandestino. E la sua pretesa le costerà molto cara.
“C’erano donne di un terzo tipo; meno visibili e meno notate, non erano né carne né pesce. Erano le nubili e non più giovani, di mezza età ma non sposate”
Beatrice Cade ha trentasette anni e non ha un marito. Nel 1923, avere quasi quarant’anni significa essere una donna sfiorita. Vive a Londra in una pensione per sole donne e si guadagna da vivere lavorando come segretaria in un’importante azienda della città. Non è avvenente, il suo aspetto è piuttosto anonimo. Ha un corpo giunonico, con qualche rotondità in eccesso, che la mette in imbarazzo di fronte alle colleghe giovani e longilinee. È insicura, si sente impacciata e sgraziata. La sua vita di donna sola le regala momenti di malinconia e insoddisfazione, nonostante sia rassegnata a questo destino.
“Si diventa invisibili quando non si è più giovani e belle”
Quando viene assunto Tom Ryan, in ufficio c’è gran fermento tra le impiegate. È un bell’uomo, non passa certo inosservato e le più giovani non perdono occasione per civettare con lui. Tom sa di piacere alle donne e usa il suo ascendente su di loro con disinvoltura e discrezione per sedurle, avvincerle e renderle succubi. Si interessa alle prede facilmente corruttibili, ossia alle più timide e insicure. Quelle più tristi e sole. Si mostra galante e le riempie di attenzioni e lusinghe. Per Beatrice è facile cadere nella sua rete.
“Bea fece scivolare quelle parole sotto la camicetta come una catenina d’oro per ripescarle e rimirarle in seguito, e sorrise costringendosi ad essere fredda ed efficiente” – Il caso di Miss Beatrice Cade
Tom è un padre e un marito che non intende lasciare la propria famiglia per alcuna donna al mondo. E Beatrice non è certo la sua prima conquista.
Kate è sua moglie e la madre della sua piccola Judith. È una donna come tante. Anche lei fu vittima delle arti seduttive di Tom, che l’avvinse a sé quando era un’ingenua quindicenne. È una moglie perfetta e un’ottima madre. Lavora per la medesima azienda del marito, solo in una sede diversa. È diligente, organizzata e molto apprezzata dai superiori. La sua priorità è la figlia, l’undicenne Judith. Per la sua serenità farebbe qualsiasi cosa. Desidera per lei una clima familiare sereno, quindi chiude spesso gli occhi di fronte alle avventure del marito. Cerca di non porsi troppe domande, in quanto ne teme troppo le risposte. Questo a scapito del proprio benessere e dignità di donna e moglie.
“Mi chiedo se lei sappia quanto è terribile avere un corpo funzionante e una mente che si rifiuta di agire”
L’autrice, da sempre appassionata di cronaca nera, per “Il caso di Miss Beatrice Cade” ha tratto ispirazione da un fatto realmente accaduto. La morte di Emily Beilby Kaye per mano dell’amante sposato, nel 1924. Fu un caso di forte risonanza perché rappresentò una svolta per la scienza forense e occupò per diverso tempo le testate giornalistiche. L’autrice vi ha costruito la sua storia, leggendo gli articoli dell’epoca, i verbali e i resoconti del processo e delle indagini.
I personaggi hanno, infatti, tratti fortemente realistici, raccontati attraverso un linguaggio semplice, dallo stile tipicamente giornalistico. L’autrice ha saputo entrare nel loro mondo interiore dandovi voce, portandolo fino a noi. I capitoli rappresentano i punti di vista e le storie delle protagoniste femminili; si alternano, rendendo la narrazione dinamica e il ritmo più rapido.
Anche le parti che potrebbero apparire più tecniche si rivelano interessanti e coinvolgenti, in quanto introdotte attraverso i sentimenti e l’emotività di Kate. Questo alleggerisce la lettura, che prosegue spedita verso il finale.
Le protagoniste si presentano in tutte le loro umane debolezze, conflitti, in lotta tra ciò che desiderano e ciò che è giusto. Sono accomunate dalla ferma volontà di proteggere coloro che amano più di loro stesse. Sarà in nome di questo sentimento che prenderanno decisioni atte ad influenzarne il destino.
“DEVI è dunque una parola da rivolgere a un principe?”
“Il caso di Miss Beatrice Cade” è una storia che non mancherà di sconvolgervi e indignarvi. È triste pensare a quanto sia attuale, nonostante sia ispirata ad un fatto avvenuto un secolo fa. Non è semplice leggerla con distacco perché l’autrice è stata talmente abile da farci viaggiare nelle menti delle protagoniste che conoscerete, amerete e compiangerete sino alla fine.
Nonostante si tratti di una trama drammatica e feroce, lascia trasparire un messaggio positivo, portato proprio da Kate. È possibile svincolarsi da un manipolatore, dal giogo di un uomo egocentrico e crudele. La serenità di un figlio passa anche attraverso quella della madre, punto di riferimento e modello, quindi salvaguardare la propria dignità non è egoismo. È l’unica salvezza oltre che un diritto.
Il personaggio maschile è quanto di più detestabile e negativo possa esistere. L’autrice l’ha rappresentato perfettamente, così come tutte le sue trappole. In esse sono cadute due donne in gamba solo perché credevano di non esserlo abbastanza.
Vi interessano i romanzi ispirati a fatti di cronaca nera?
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐