Narrativa contemporanea
IoScrittore
6 Giugno 2019
Ebook e copertina flessibile
287
Carlo Rossmann è archivista di un ente pubblico. Trascorre le sue giornate immerso nella penombra del seminterrato, tra migliaia di faldoni gonfi di carte ufficiali. È un uomo schivo, molto riservato, e quando è alla sua scrivania si sente al riparo dalle insidie del mondo esterno. Carlo è abituato alla solitudine, sia sul lavoro, dove non ricorda nemmeno il volto dei colleghi, sia a casa, dove vive in compagnia del suo adorato gatto. Poche parole, pochi incontri, tra cui l’indiscreta anziana dirimpettaia che passa le giornate spiando tutti i condomini, le loro abitudini.
Un giorno, inaspettatamente, Carlo viene licenziato. Inizia così la sua personale epopea alla ricerca di un nuovo posto di lavoro. Lontano dalle scaffalature ingombre dell’archivio, via dal suo abituale rifugio, lo attende un mondo variegato e per lui folle e incomprensibile, fatto di personaggi bislacchi e pittoreschi. Da animatore per le feste a impiegato per un’azienda farmaceutica, da cameriere a dipendente del cimitero comunale, l’ingenuo protagonista di questo romanzo grottesco e surreale si ritrova coinvolto in una serie di avventure rocambolesche e colpi di scena inattesi. Fino al sorprendente epilogo.
È un vero e proprio viaggio nel mondo contraddittorio di oggi, questo romanzo di Elena Corti, capace di mettere a nudo con ironia gli aspetti più ambigui della nostra vita.
“Per Carlo e Marvin il significato del tutto stava proprio in quello. Vivere della propria esistenza interiore. Ascoltare la musica e il respiro della propria anima. Cose che si possono percepire solo nel silenzio. Fermandosi, si trovano tutte dentro, e intorno a sé. Nel silenzio”.
Carlo Rossmann è un giovane impiegato che da ormai sei anni trascorre la sua vita lavorando di giorno all’archivio dell’Amministrazione Provinciale e leggendo libri in compagnia del suo gatto dopo il tramonto. Carlo ama leggere, è schivo, introverso e abitudinario. Ma un licenziamento improvviso lo costringe a cambiare radicalmente abitudini e modo di fare. Per la prima volta è costretto a esporsi, a prendere contatto con la realtà e con gli esseri umani che la popolano. Inizia così tutta una serie di vicissitudini che lo porteranno a cimentarsi con gli impieghi più disparati: dal promoter in un supermercato, all’operaio in una catena di montaggio, passando attraverso altre due occupazioni per conto di una multinazionale farmaceutica. Ogni volta Carlo è costretto a reinventarsi e a scontrarsi con le assurdità del mondo del lavoro odierno, denso non solo di contraddizioni, ma anche di insidie, come sperimenterà a sue spese.
Non è stato difficile giungere alla conclusione che lo scopo di questo romanzo sia proprio far riflettere il lettore sull’ipocrisia del mondo del lavoro ai nostri giorni: un mondo spersonalizzante e alienante, guidato unicamente dal profitto, in cui l’immagine conta molto più della sostanza e la quantità più della qualità; un mondo arido in cui il ruolo dell’essere umano è ridotto sempre più ai minimi termini – soprattutto a causa dell’automazione – e in cui persino per la più umile occupazione sono richieste competenze eccessive e fuori luogo. Per fare un esempio, al protagonista è richiesta una preparazione in ambito economico, informatico e linguistico semplicemente per lavorare come distruggidocumenti.
Le situazioni in cui il protagonista si trova catapultato sono volutamente estremizzate, talvolta inverosimili e al limite del grottesco, ma è proprio grazie all’assurdità di eventi e dialoghi che l’autrice è riuscita a trasmettere il suo messaggio a chiare lettere. Le vicende principali portano il lettore a riflettere soprattutto sul ruolo rivestito oggigiorno dalle multinazionali, che hanno rivoluzionato non solo l’economia ma il nostro intero modo di vivere. Ma come agiscono questi colossi del mercato? Le loro azioni sono sempre legali? E qual è la loro etica? Le multinazionali – chiaramente fittizie – di cui si parla nel romanzo appaiono sin da subito dedite ad attività ambigue, ma è immergendosi nella storia che si scoprirà quanto di terribilmente losco vi è dietro. E nonostante nel romanzo sia tutto volutamente portato all’estremo, se ci si riflette bene alcuni dei fatti raccontati non sono poi così lontani dalla realtà.
Lo stile è ironico, ma le atmosfere che l’autrice ha voluto ricreare sono tutto fuorché divertenti. I toni più o meno leggeri che caratterizzano la prima metà del romanzo, mutano gradualmente nella seconda parte, in cui le atmosfere diventano fortemente angoscianti, opprimenti e surreali, che richiamano un po’ quelle kafkiane. Giunta alla fine della lettura mi sono sentita avvolta da un terribile senso di inquietudine.
L’aspetto più originale del romanzo è la presenza dei dialoghi tra Carlo e il suo inconscio, grazie ai quali emerge la psicologia del protagonista. Questi dialoghi giungono immediatamente prima o dopo gli eventi principali della storia e danno la possibilità al lettore di scrutare il pensiero di Carlo, che resterebbe altrimenti nascosto durante la narrazione dei fatti.
I viaggi segreti di Carlo Rossmann è un libro che fa riflettere come pochi altri romanzi contemporanei e tiene sospeso il lettore dall’inizio alla fine. È stato molto difficile staccarsi dalle pagine una volta iniziata la lettura, complici la scrittura fluida dell’autrice, la trama avvincente, le atmosfere ipnotiche, ma soprattutto i personaggi. Ogni personaggio è importante nell’incastro della trama, ma due in particolar modo sono realmente fondamentali: Freddy e Marvin. Carlo conosce entrambi lavorando come cameriere in un fast food e stringe con loro un legame di amicizia speciale, che rappresenta l’unico spiraglio di luce nel grigiore della sua vita.
Ho amato moltissimo questo libro, pertanto non posso che consigliarne vivamente la lettura: è un’ottima occasione per meditare sul mondo in cui viviamo e su cosa possiamo fare per evitare che certe dinamiche date ormai per scontate ci inghiottiscano completamente in futuro. Ma è anche un’occasione per riflettere sull’importanza delle relazioni umane e dell’amicizia, quella autentica che sboccia come un fiore delicato tra anime affini. Il finale, poi, tutt’altro che scontato, è assolutamente perfetto. Sono certa che i lettori cinefili ameranno questo libro ancora di più, in quanto ricchissimo di riferimenti cinematografici, che sottolineano la cultura ampia e poliedrica dell’autrice.
Arianna Campione
Elena Corti nasce a Como, dove tuttora vive e lavora. Laureata in Giurisprudenza, predilige tuttavia la letteratura, e coltiva da sempre la passione per la narrativa e la poesia, che si affianca all’amore per il trekking e la natura. Convinta di vivere in un luogo incantato, appena possibile si immerge nello splendore dei paesaggi che la circondano, luoghi sospesi tra lago e montagna dove il tempo sembra essersi fermato, e da cui trae ispirazione. Scrive in compagnia dell’adorata gatta Perla che, come una sentinella, scruta ogni parola digitata al computer, finendo lei stessa per cadere nelle pagine del libro.