racconti
Self-publishing
2020
cartaceo
Vi siete mai seduti sulla soglia di casa a riflettere sulla destra e la sinistra? Quando è stata l'ultima volta che avete dialogato con la morte? Una bella macchina può traghettarvi nell'età adulta?
Per quanto tempo riuscite a trattenere il fiato? Quante rondini occorrono perché sia primavera?
Il mondo è uguale anche quando avete gli occhi chiusi? Vi piace il coniglio in casseruola?
Sette racconti siciliani, ambientati a casa, sospesi tra mito e verismo.
“Sono nato in una terra incantata pregna di fuoco, di aria e di odori” (I Siciliani, da “Occhi chiusi”).
Sono tornato da un viaggio onirico stupendo, avvolgente e coinvolgente che mi ha portato dentro alcuni dei paesaggi incomparabili e romantici della mia bella e tormentata Sicilia, mostrandomi alcuni degli aspetti più tipici, positivi e negativi, della “sicilianità” dei miei conterranei. Ambra Stancampiano, giovane scrittrice messinese, con “I Siciliani” ci porta in una dimensione che galleggia tra mito e realtà senza mai sconfinare dentro l’uno o l’altra.
Sette brevi storie (di cui una divisa in quattro parti), scritte in una prosa fluida, mai banale e, proprio per questo, trascinante, che lascia nella mente di chi legge un retrogusto di pasta con le sarde, stigghiole e, naturalmente, di cassata, odori e sapori che si ritrovano in ogni parte della Sicilia.
“La luna, libera dalla sua prigione di nubi fastidiose, splendeva così vicina che quasi potevo toccarla; così lontana che non ci riuscirò mai” (Le rondini e la luna)
Il giovane Michele che, seduto sullo scalino davanti il portone di casa, non riesce a decidere quale direzione prendere per scappare via (Sul bisòlo); la rappresentazione della morte che vorrebbe coltivare un’amicizia, ma così tormentata e straziante da suscitare quasi compassione (Triste mietitura); una macchina sportiva come simbolo di affrancamento dalla periferia e da una madre autoritaria (BMW); la storia di una nonna mavàra (maga), di un bambino e di San Giorgio (Occhi chiusi); una parentesi di “evasione” durante il lockdown (Le rondini e la luna).
E poi la trasfigurazione di una delle leggende più caratteristiche della Sicilia – e solo della Sicilia -: Colapesce (fate una ricerca, se non la conoscete dovete assolutamente recuperarla), con cui l’autrice ci fa immergere (il verbo non è scelto a caso) e travolgere da un vortice visionario e ammantato di poesia, facendoci anche scoprire che i pescispada parlano il greco antico (vi sfido a provare il contrario).
“Era quell’ora del pomeriggio che già volge verso una luce meno gialla e più rosea. E quel cielo stanco e inquieto restituiva il riflesso di un mare piatto come una lastra di vetro” (I Siciliani, da “Colapesce”)
La scrittura di Ambra Stancampiano, così ricca di immagini tanto vivide da farti ritrovare dentro i luoghi descritti, e condita da un umorismo tipicamente pirandelliano, ci trascina con naturalezza in una Sicilia antica e seducente sublimando sapientemente fantasia e verità ma non svelando mai cosa appartiene al nostro mondo o a quello suggestivo delle leggende.
“Del suo bel viso era rimasta solo una ragnatela fitta di rughe, che lo appannava come pulviscolo su un quadro che nessuno spolvera da anni” (Triste mietitura)
Leggendo “I siciliani” verrete avvolti da un’atmosfera che potrete scoprire anche voi, semplicemente respirando sotto il cielo della Sicilia.
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐
Luca Martorana, siciliano classe ‘73, è un ex giocatore professionista di pallacanestro e grande appassionato di “Heavy Metal”. Appassionato lettore, divora libri fin da bambino. E’ un patito di cinema e serie tv, soprattutto se di fantascienza. Ama esplorare strade sempre nuove in sella alla sua Harley. Nel tempo libero lavora….ma niente di serio.