
Narrativa
Newton Compton
luglio 2021
cartaceo, ebook
384

Londra, 1942. Non sono solo i raid aerei e le spie tedesche a preoccupare Nancy Mitford. Distrutta da un lutto e con il cuore a pezzi, ha scelto di allontanarsi da suo marito , ha abbandonato il sogno di scrivere e non ha neanche una precisa idea di come farà a mantenersi. La stella che era un tempo, quella brillante giovane in grado di affascinare i salotti con un carisma invidiabile e un umorismo sferzante, sembra tramontata per sempre. Desiderosa di distrazioni e alla disperata ricerca di entrare, Nancy coglie al volo l'occasione di gestire la libreria Heywood Hill, mentre il proprietario è la fronte. Tra i vivaci affari del negozio e gli incontri letterari organizzati per i suoi eccentrici amici, la vita sembra tornare a sorriderle. Ma quando un misterioso ufficiale francese la esorta a raccontare la sua storia, Nancy si trova di nuovo tentata dalla sua più grande passione: la scrittura. Quanto è pericoloso aprire nuovamente il cuore, rischiando di essere ferita ancora?
Giorni nostri. La libreria Heywood Hill è in fermento per la caccia a un manoscritto della celebre Nancy Mitford, andato perduto dopo la guerra. La ricerca, oltre a rivelare dettagli del tutto sconosciuti sulla vita della scrittrice, porterà alla luce insospettabili segreti sepolti nelle pieghe del tempo. Possibile che quelle parole risalenti a un'altra epoca possano avere il potere di legare indissolubilmente il passato e il presente?
“Perché ti innamori di un libro? Perché tocca le corde giuste, al momento giusto.”
Katie sta vivendo un periodo di crisi, sia sul piano personale che su quello professionale. La sua relazione con Armie, sembra essersi conclusa definitivamente. Lui vive con un’altra donna, i loro contatti sono finalizzati agli accordi sulla gestione del cane. Katie è single e non trova il coraggio di rivelarlo alla sua invadente famiglia. Come se non bastasse, la sua carriera di scrittrice ha subito una battuta d’arresto. Dopo l’uscita di un suo primo romanzo ben riuscito, Katie si sente bloccata. Non riesce a scrivere il tanto atteso sequel; così, nel frattempo, decide di partire per Londra, dietro consiglio di un’amica disposta ad ospitarla. Una volta arrivata, farà la conoscenza di un affascinante insegnante che la coinvolgerà in un’indagine relativa al misterioso manoscritto di Nancy Mitford. Un memoir mai trovato di quest’autrice, oggetto della tesi di laurea di Katie, molti anni addietro.
Katie ha quarant’anni. Come spesso accade a quest’età, si ritrova a fare un bilancio della sua vita e questo le genera frustrazione. È una donna insoddisfatta, ancora alla ricerca della propria strada. Si ritrova single dopo anni di convivenza con l’uomo che fu suo amico d’infanzia e, una volta cresciuto, suo fidanzato. Una relazione, la loro, fondata sulla competizione e sulla reciproca dipendenza, caratterizzata da crisi frequenti fino alla rottura definitiva. Katie è una scrittrice che ha perso la sua vena creativa; questo le provoca insofferenza e incertezza. Non può più definirsi scrittrice e non sa in che altro modo impostare la sua vita.
Nancy Mitford è la figlia maggiore di Lord Redesdale. È sposata con un uomo che non ama e ha accettato di spiare alcuni personaggi di spicco tra i francesi per conto del governo britannico. Proprio in quell’occasione conosce e s’innamora di un ufficiale, con il quale intrattiene una relazione clandestina. È una donna brillante e creativa. È una scrittrice ma, poiché vive un periodo di smarrimento, decide di occuparsi temporaneamente della gestione di una libreria. In quel periodo, decide di scrivere un memoir sulla propria vita, sociale e personale, scatenando il malcontento in famiglia in quanto rivelatore di scomode verità.
La narrazione, pur essendo caratterizzata da un linguaggio semplice, non riesce ad essere scorrevole. La trama ha un buon potenziale che, a mio parere, non è stato sviluppato adeguatamente e quindi non decolla.
Lo stile narrativo, è basato perlopiù su dialoghi i quali, anziché conferire fluidità e immediatezza alla storia, l’appesantiscono. Si tratta, infatti, di discorsi diretti “accessori” e poco significativi, tra i troppi numerosi personaggi. Non tolgono o aggiungono nulla alla vicenda narrata. Mi riferisco alla parte relativa a Nancy Mitford. Gli episodi romanzati avrebbero dovuto conferire maggior suspense e agire da supporto ai fatti realmente accaduti, come una sorta di molla per dar carica e movimento. Ma questi passano in secondo piano e, con essi, anche l’aura di mistero che avrebbe dovuto ammantare la trama.
Conoscevo già la famiglia Mitford grazie a diversi romanzi che hanno tratto ispirazione dalla loro vita. Una famiglia singolare, davvero molto varia. Lord Radasdale e la moglie divorziarono, cosa insolita per l’epoca. Le loro figlie presero strade completamente diverse. Nancy fu quella più anticonformista, colei che scelse di vivere da sola in un’altra nazione. Quella più creativa con un certo talento per la scrittura. Autrice di alcuni romanzi di discreto successo.
In questo romanzo non ritrovo la Nancy Mitford descritta in altre opere o biografie. I fatti narrati sono più o meno i medesimi, ma da essi non emerge la sua singolare personalità. Appare come una creatura non particolarmente brillante, piuttosto passiva e superficiale. Ho percepito un pallido tentativo da parte dell’autrice di velare la vicenda di un po’ di mistero, ma poi questo tentativo non è approdato in nulla, cadendo nel vuoto. Ho faticato non poco ad arrivare all’ultima pagina. Una volta raggiunto il traguardo, è subentrata la delusione e soprattutto una certa perplessità. Un’ottima idea di fondo, appena affiorata in superficie. Peccato.
La protagonista di questo libro è uscita da una situazione critica grazie all’impegno nella ricerca del manoscritto di Nancy Mitford. Quest’ultima le fu sempre di grande ispirazione, al punto tale da diventare oggetto di studio.
“… è possibile che una strada non ti porti da nessuna parte, ma vale comunque la pena di percorrerla. Un bel tema per un libro e per la vita. Inoltre una partenza e un epilogo possono sempre rappresentare un lieto fine”
C’è un qualche personaggio, presente o passato, letterario o artistico/cinematografico, che vi incuriosisce particolarmente e del quale vorreste saperne di più? Se sì, quale?