
Thriller storico
Newton Compton
28 marzo 2019
Ebook/Cartaceo
334

Pisa 1174. Mentre l'architetto Deotisalvi inizia a costruire la Torre di Pisa, viene rubato l'oro che anticamente rivestiva l'antico arco di trionfo della città: la porta Aurea. Inoltre la città è funestata da una serie di strani omicidi, su cui è chiamato a indagare il giovane perito legale Lanfranco, pupillo di Deotisalvi. Giorni nostri. Yasser Martani, autore di saggi storici, è convinto, grazie a una serie di ricerche, che il ladro che sottrasse l'oro fosse un notabile di Pisa e che quell'immensa fortuna sia ancora nascosta in città. Insieme a Emma, la sua giovane assistente, Martani si lancia così in una caccia al tesoro a ritroso nel tempo, scavando proprio nel periodo in cui Lanfranco era alle prese con il misterioso assassino. Ma qualcosa lega i delitti e gli intrighi del passato al presente. Qualcosa di enigmatico che potrebbe essere nascosto tra le pagine di un antico diario, ora nelle mani di Emma. E ben presto, quella che sembrava un'innocua indagine storica, si trasforma in un'avventura molto pericolosa...
“La terra continuava a rigurgitare cadaveri. L’alito denso di foschia notturna del fiume Auser varcava le mura a nord della piazza. Offuscava la vista dei resti umani ammassati fuori dei cantieri ma non poteva celarne l’odore.”
Sesto thriller di seguito… voglia di leggerlo zero.
Dopo dieci pagine invece ho dovuto ricredermi: mi ha inghiottito come un buco nero e non riuscivo a staccarmi.
La storia, densa di colpi di scena, è ambientata a Pisa, con continui salti temporali tra i giorni nostri e il passato, precisamente il 1174, anno di costruzione della Torre di Pisa. Gli accadimenti delle due epoche, seppur lontanissime tra di loro, si intrecciano, e in un continuo ritmo incalzante i vari attori coinvolti cercano di dipanare l’enorme matassa di segreti che avvolgono il passato che si sta rendendo colpevole degli avvenimenti del presente.
“si trattava di una giovane donna, poco più grande di lui. Era… luminosa, fu questa la parola che gli venne in mente. I vicoli sembravano bui anche in pieno giorno ma lei, lei portava la luce.”
Francesca ti trasporta nello sconosciuto (almeno per me) e affascinante medioevo pisano, alternando la narrazione di fantasia con quella storica con accuratezza e precisione ma senza diventare pesante e noiosa.
“La porta Santa Maria era il nuovo ingresso trionfale della città: chi varcava le mura, passato il ponte sull’Auser, si sarebbe trovato dinanzi la più maestosa cattedrale mai costruita. Se il leone simboleggiava la potenza militare della città, il duomo e gli altri monumenti della piazza ne ostentavano la ricchezza.”
Lo stile è scorrevole e molto curato anche se devo segnalare alcuni errori di battitura che però non inficiano nulla.
Si nota una profonda ricerca delle fonti storiche che ricordano le opere di Dan Brown, ma senza inseguimenti.
I personaggi sono ben delineati, con caratteri precisi, e immediatamente ti trovi a tifare per loro o ad odiare gli antagonisti, anche se non sempre la distinzione è così chiara e lampante.
Da un lato, nel presente, troviamo un autore di saggi storici, Yasser Martani, la cui avvenenza attira una dottoranda in storia medievale, Emma Giordani, che durante le sue ricerche si imbatte in documenti che sembrano essere collegati agli studi di Martani.
Dall’altro, nel passato, troviamo l’architetto Deotisalvi alle prese con la costruzione della Torre di Pisa, un misterioso furto e l’omicidio di diverse meretrici.
Due romanzi in uno, collegati da un fil rouge che si slegherà solo all’ultima pagina, quando finalmente tutti i misteri verranno svelati.
Consigliato agli amanti del thriller storico, a chi ama i libri pieni di enigmi sulla nostra bellissima nazione e a chi vuole scoprire i misteri di Piazza dei Miracoli di Pisa.
“Le senti anche tu?», chiese Emma.
Yasser si guardò intorno.
«Vuoi dire le loro voci?»
«Sì», rispose la ragazza. «Buscheto, mentre innalzava con le sue macchine straordinarie le colonne della cattedrale. E Biduino, intento a scolpire le sculture del battistero. E le maestranze senza nome, lapicidi, scalpellini, intarsiatori. Centinaia di persone che hanno reso possibile tutto questo».”
Francesca Ramacciotti è nata e vive a Livorno. Accanita lettrice, ha sempre scritto: racconti, sceneggiature e testi teatrali. È stata allieva di Giulio Mozzi, Sebastiano Mondadori e Carlo A. Martigli. Ha esordito con Un angelo nel pallone. I custodi della pergamena del diavolo è il suo secondo romanzo.

I molteplici impegni famigliari (ho due figli stupendi oltre ad un marito e a un cane) mi hanno sottratto per un lungo periodo ad una delle mie più grandi passioni: la lettura (oltre alla pallacanestro -amore questo condiviso con mio marito, allenatore, e mio figlio, arbitro, che ci ha portato a creare una nostra società dove ricopro il ruolo di presidente). Ora complice un infortunio che mi costringe a diradare i miei impegni fuori casa (non posso guidare) sono “finalmente” riuscita a riprendere un libro in mano! Il fato, insieme ad un post di Kiky (co-fondatrice de “La bottega dei libri” che conosco da oltre 20 anni) pubblicato su Facebook han fatto sì che nascesse la mia collaborazione con “La bottega”, collaborazione che quotidianamente mi riempie di soddisfazione.
Grazie. ?
L’ho letto anche io e condivido pienamente le tue impressioni. Mi piacciono molto le frasi che hai scelto, complimenti, si sente la tua passione e la professionalità in quello che fai. Viva le donne, tu, l’autrice e quelle del romanzo… chi lo legge capirà… ?