Narrativa Contemporanea
Mondadori
21 settembre 2021
Cartaceo, Ebook
348
La vita è breve. Nessuno lo sa meglio di Lenni Peterson che, a soli 17 anni, si trova nel reparto malati terminali al Princess Royal Hospital di Glasgow. Le corsie dell'ospedale non hanno molto da offrire a un'adolescente curiosa come lei ma Lenni, con il suo pigiama rosa e il supporto dell'Infermiera con i capelli color ciliegia, decide di andare alla ricerca delle risposte alle grandi domande sulla vita e sulla morte. È padre Arthur, il cappellano, che la ragazza importuna per prepararsi all'incontro con quello che le hanno detto chiamarsi "Padre Eterno". Ma quando al corso di arteterapia Lenni incontra Margot, una signora di 83 anni, ribelle e con un passato difficile, il mondo di entrambe cambia per sempre e la ragazza imparerà presto che non è solo quello che fai della tua vita a contare, ma anche con chi la condividi. Lenni si rende conto che sommando le loro età hanno vissuto cent'anni. Propone dunque a Margot di realizzare qualcosa che lascerà il segno: cento dipinti che immortalino le loro storie di crescita e di gioventù, di gioia e di amore perduto, di ricerca della persona che significa tutto.
È grazie a questa impresa che le loro vite si intrecciano saldamente fino a diventare inseparabili. Nelle lunghe chiacchierate che precedono gli schizzi a carboncino, le due si raccontano segreti sepolti dal tempo e diventano indispensabili l'un l'altra. Il cuore di Margot, che è il motivo per cui la donna è in ospedale, si rivelerà ammaccato anche nello spirito e solo Lenni e una notte piena di stelle sapranno ripararlo. Lenni e Margot condividono il passato e la fine che si avvicina. Ma la loro vita non è ancora conclusa.
Vivace, disarmante e colmo di tenerezza "I cent'anni di Lenni e Margot" è un romanzo che racconta di un'amicizia fuori dal comune e del segno indelebile che lasciamo nelle vite degli altri.
“Terminale” – malattie che impattano specificatamente sull’aspettativa di vita – I cent’anni di Lenni e Margot
Per qualsivoglia motivo, tutti più o meno abbiamo avvicinato la morte; un parente, un genitore, un marito o una moglie… ma un figlio? Cosa significa per un genitore la perdita di un figlio?
E la questione difficile e ancora più dolorosa è come affrontare l’essere “terminali” a 17 anni?
Il filo conduttore del nostro romanzo e della nostra piccola protagonista è proprio questo.
“E ancora non sono volata via”
Lenni, 17 anni, ricoverata nel reparto malati terminali al Princess Royal Hospital di Glasgow, incontra Margot, 83 anni, malata di cuore nel fisico e nello spirito. In due fanno cento anni. Da qui si snoda tutta la loro storia, le loro vite, il loro progetto.
La nostra protagonista è una ragazza curiosa, vivace, un fiume in piena quando vuole a tutti i costi sapere, da padre Arthur, il cappellano dell’ospedale, perché il destino si è accanito contro di lei.
“Sono andata a incontrare Dio perché è una delle poche cose che si possono fare qui dentro. Si dice che quando muori è perché Dio ti ha chiamato a sé, perciò ho pensato che tanto valeva portarmi avanti e fare le presentazioni in anticipo”
Padre Arthur è un cappellano alla soglia della pensione, sempre pronto a comprendere i suoi parrocchiani o chiunque in certe situazioni si avvicini alla Chiesa. La nostra protagonista però non è una ragazza dalle domande semplici:
“Lenni perché non mi fai la tua domanda, così poi cerchiamo di capire insieme in che modo Dio può aiutarci a trovare una risposta?”
“Perché sto morendo?” – I cent’anni di Lenni e Margot
Un romanzo di indubbia bellezza, di una dolce malinconia che porta Lenni e Margot a vivere attivamente il tempo che a loro rimane.
La scrittura molto fluida, comprensibile, dove i personaggi non sono descritti minuziosamente ma comunque riusciamo ad osservarli, come in un film, con il loro carattere, i loro pigiami, le loro flebo.
“Da qualche parte, nel mondo di fuori, ci sono le persone che ci hanno toccato, che ci hanno amato o che sono fuggite via da noi. In questo senso continueremo a vivere…Ma non basta. Non basta essere stati una particella nel grande mare dell’esistenza. Io voglio, noi vogliamo di più. Vogliamo persone che conoscano noi e la nostra storia, che sappiano chi siamo e chi saremo. E, dopo che ce ne saremo andate, chi siamo state”.
Cento quadri per cento anni: ecco come farsi ricordare. Lenni e Margot continueranno a dipingere per tornare a vivere… anche dopo
Per tutto il tempo del romanzo, la “nera signora” (come viene chiamata da Vecchioni in “Samarcanda”) è al fianco delle nostre protagoniste; le accompagna per mano tra racconti, storie passate e vita presente. Nella narrazione non è mai visibile, ma aleggia tra un pigiama rosa e una vestaglia lilla, tra la Rose Room e i quadri ed è sempre li con loro fino al check-in e poi all’imbarco.
Dice Lenni: “quando qualcuno dice “terminale” mi viene in mente il terminal dell’aeroporto”.
Non ci sono però aerei né bagagli; qui regna il silenzio e tutto lo spazio è inondato di luce.
“Questo è tutto? È questa la cosa di
cui ho avuto paura per tutto questo tempo?”.
E va bene così.
Da vicino non sembra poi così grande.
E se fossimo noi al posto di Lenni, come vorremmo farci ricordare?
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.