
romanzo contemporaneo
Sperling & Kupfer
2023
cartaceo
336

Catania, 1939.
Il sogno di Sasà, ventun anni, garzone in una falegnameria, è quello di lasciare il quartiere di pescatori dove vive insieme alla madre, partire per mare e vedere il mondo, magari insieme a Michele, il ragazzo di cui è innamorato.
Ma lui, al contrario, ha piani diversi per il futuro. È il primogenito di una famiglia borghese, di cui non ha mai deluso le aspettative: prestante fisicamente, è vicino alla laurea in Lettere e sposerà una giovane alla sua altezza. Sarebbe il perfetto fascista se non fosse per l'amore che lo lega a Sasà, in una relazione segreta che dura ormai da un anno.
Una notte, in spiaggia, però, i due vengono sorpresi e arrestati dai carabinieri, e le loro strade si dividono. Sasà viene condotto a San Domino, l'isola degli «invertiti», degli «arrusi», dove vengono confinati gli omosessuali, puniti e resi invisibili alla società perché colpevoli di attentare alla morale e all'integrità della razza.
Di fronte ai racconti appassionati e romantici degli altri detenuti, nonostante l'orrore della prigionia, il ragazzo per la prima volta si sentirà parte di qualcosa. Michele, al contrario, sarà costretto a scendere a patti per avere una vita che crede migliore.
Uno dentro, l'altro fuori, si renderanno presto conto che la vera libertà è essere se stessi e amare chi si vuole.
Gli scordati è un esordio che lascia il segno, un romanzo sull'amore incondizionato e la ricerca della propria identità, ispirato alla vera storia della prigione dell'isola di San Domino, dove venivano confinati gli omosessuali durante il fascismo.
“Si accusa l’imputato di attentato alla morale e all’integrità della razza, secondo l’articolo 539 del Codice penale”. Le intense e struggenti pagine di Emanuele Firinu ci trasportano in un periodo storico in cui pensare, esprimersi… amare, in un modo non ammesso dal regime, metteva in serio rischio la vita. Bastava una parola sbagliata, un’idea non conforme per finire nella lista nera, incarcerati o peggio. Un assassino aveva diritto a una difesa e a un processo, ma chi amava in modo “sbagliato” non aveva quella possibilità, veniva condannato senza appello.
I protagonisti di “Gli scordati”, Michele e Sasà, hanno il destino già segnato nell’attimo esatto in cui i loro occhi si sfiorano, in quella spiaggia rubata agli sguardi altrui, piccolo paradiso, a Catania, tra il profumo del mare e l’Etna che si staglia all’orizzonte, così vicina che, con le nubi basse, sembra di riuscire a sfiorarla.
Sasà è figlio di un pescatore, ha il mare nel sangue, ma, dopo la morte del padre decide di lavorare come garzone da un falegname, per non fare soffrire la madre, che ha già perso il marito tra quelle onde. Ha appena vent’anni, Salvatore, un uomo oramai, anche se non riesce ancora a riempire gli abiti del defunto padre e la barba fa fatica a colorargli le guance.
Michele è uno studente di lettere, di due anni più grande, che sogna di fare il professore. Serio, taciturno e solitario, ha un padre reduce della prima guerra, uomo del partito, intransigente, che non ammette errori e deviazioni da nessuno, tantomeno dal figlio. Una spiaggia solitaria è la cornice in cui Sasà e Michele si incontrano e, dal primo istante, nonostante provengano da ambienti differenti, si capiscono, legati immediatamente da una confidenza e un’affinità mai sperimentate prima. Gli incontri si susseguono, tra chiacchiere, risate e giochi tra le onde, si scoprono affini, attratti irresistibilmente.
“Si erano inseguiti e attesi, per poi rincontrarsi ancora e ancora. E, a un certo punto, l’attrazione che entrambi provavano verso l’altro si era manifestata con un bacio violento e affrettato, che aveva portato Michele a ritrarsi, fare un passo indietro e fissare Sasà, sconvolto e spaventato” – Emanuele Firinu
Michele ha una paura tremenda di quel sentimento. Non può fare a meno di Sasà, ma non può nemmeno smettere di pensare alle conseguenze di quel rapporto. Mentre il compagno vive di sogni a occhi aperti, immagina un futuro insieme, una vita da trascorrere l’uno accanto all’altro, il giovane studente sa che questo è impossibile, irrealizzabile, se non addirittura sbagliato. Quel luogo incantevole, il loro personale paradiso, che ha accolto baci, scherzi e speranze, si trasforma presto, troppo presto, nel teatro della loro tragedia.
Scoperti da sguardi sempre pronti a spezzare ciò che è indegno, inopportuno, sbagliato per le leggi del regime, i due ragazzi vengono arrestati.
“Rimasero così, spalla a spalla, le dita intrecciate, per minuti che passarono lenti come un’eternità. Michele guardava gli occhi di Sasà in cerca di conforto. E Sasà i suoi, sperando di vedere la scintilla di una soluzione che li avrebbe fatti uscire da lì. Ma conforto e soluzioni non trapelavano in quelle prigioni sotterranee”
I destini dei due ragazzi saranno differenti.
Michele ha un padre pronto a parargli le spalle, nonostante le botte con cui lo punisce dopo, ma Sasà è un povero diavolo e, dal carcere di Catania, finisce a San Domino, al confino. Sulla carta esiliato, ma in realtà ugualmente carcerato.
San Domino, isoletta delle Tremiti, fatta di rocce, scogliere calcaree, boscaglia pervasa da odore di pino e ginepro, accoglie “invertiti” e “ arrusi” nei suoi bassi casermoni, isolandoli dal resto del mondo, per non contaminarlo con le loro perversioni.
Da quel momento, le vite di Michele e Sasà scorrono su binari paralleli, destinati a seguire strade differenti. La normalità per il primo, la reclusione per il secondo. Ma in quel luogo Sasà incontra nuovi amici, giovani come lui, capaci di gesti d’affetto, conforto e solidarietà, nonostante il posto in cui si trovano, le restrizioni, le mancanze.
Non ci sono speranze e sorrisi per questo amore, il cui destino era già scritto. Quell’epoca infame non ammetteva eccezioni e la felicità, la salvezza, la possibilità di vivere un sentimento “ sbagliato” era fattibile forse solo nei sogni. Ma in un periodo storico come quello, neanche abbandonarsi ai sogni era ammissibile, troppo pericoloso, troppo brusca la caduta.
La scrittura di Emanuele Firinu è intensa, affascina e attrae come un magnete. Impossibile abbandonare la lettura, si viene avvolti dalla storia, avvinti ai destini di due ragazzi che non avevano nessuna colpa se non quella di amare.
Il contesto storico è perfettamente delineato; la scrittura, fluida ed elegante, riesce a rendere palesi, davanti agli occhi, immagini, suoni, profumi, emozioni e paure, i sogni e la delicata e struggente bellezza di un amore che mi ha toccato il cuore.
Amo molto i romanzi ambientati negli anni che precedono e arrivano alla Seconda Guerra Mondiale. L’autore è riuscito a mostrarci tutta la ferocia del regime, i futuri spezzati, le vite piegate, le sofferenze delle madri i cui figli si perdevano in una guerra senza aver la possibilità nemmeno di combatterla, ma presi a tradimento, condannati anche per aver osato amare.
“Gli scordati” è un romanzo intenso, struggente, emozionante, ma anche molto accurato nelle descrizioni di luoghi, avvenimenti storici e caratterizzazione dei personaggi. Oltre a Michele e Sasà ho amato tantissimo la mamma di quest’ultimo e Pierina, eccessiva, esuberante, ma dolcissima.
“Gli scordati” è un romanzo che non si dimentica. Si radica in mente e cuore, per tutta la sofferenza che pervade la narrazione, ma anche per i cuori splendidi che ne popolano le pagine. Quanto ho amato Sasà e il suo animo ingenuo e puro, nonostante tutto!
Ho terminato la lettura con grande commozione. Emanuele Firinu ha saputo travolgermi con la storia e emozionarmi immensamente per tutto quello che è riuscito a trasmettermi.
“Avrebbe mantenuto sempre il ricordo di quell’amore, si diceva Michele quando Sasà, con la testa poggiata sul suo petto, si lasciava trascinare dai suoi racconti di improbabili futuri felici. E non poteva far altro che provare una fitta di dolore, consapevole del conto alla rovescia che c’era, invisibile ma inevitabile, sulle loro teste”
Avevate mai sentito parlare dell’isola di San Domino?
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐

Salve, sono Giusy e sono un’appassionata lettrice da quando ero una bambina. Mi piace leggere praticamente di tutto, dai classici, ai romanzi d’amore, ma amo soprattutto la narrativa contemporanea. Adoro i manga giapponesi e scrivo racconti.
Letto con molto piacere, coinvolgente ed emozionante. Complimenti al giovane autore