
Romanzo storico
Mondadori
15 giugno 2021
cartaceo, ebook
216
Giovanni dalle bande nere, soprannominato il "Gran diavolo", è spesso ricordato come un personaggio quasi mitico. Nato a Forlì il 6 aprile 1498 da Caterina Sforza e Giovanni de' Medici, rimasto presto orfano fu allevato a Firenze da Jacopo Salviati e Lucrezia de' Medici, figlia del Magnifico.
Giovanni fu un uomo impulsivo, irrequieto e soprattutto coraggioso fino alla spericolatezza. Abile guerriero capì prima di tutti i cambiamenti che stavano avvenendo nell'arte della guerra.
“Giovanni è un uomo di guerra, e sempre andrà dove la guerra lo chiama”
Giovanni dalle bande nere di Carlo Maria Lomartire edito da Mondadori
Caterina Sforza, figlia illegittima di Galeazzo Maria Sforza e della sua amante Lucrezia Landriani, è la madre di Giovanni dalle bande nere
“Tra Lucrezia e Galeazzo Maria non fu il solito fuoco improvviso e rapido a estinguersi. No, quell’incontro tra un sedicenne e una ventenne fu invece l’inizio di un amore grande e duraturo“
Come usanza di quei tempi, i ragazzi e le ragazze sposavano chi veniva scelto per loro dai propri genitori. Sia Bona di Savoia, moglie di Galeazzo Maria, sia Gian Piero Landriani, marito di Lucrezia, erano a conoscenza della loro relazione, che veniva accettata anche dalla società. Anche perché non sono gli unici a vivere amori extra coniugali.
Dal loro amore nasce Caterina Sforza, secondogenita di quattro figli, tutti illegittimi. Anche se figlia naturale del duca di Milano, viene allevata nella corte raffinata della città, seguita nella sua educazione dai migliori precettori dell’epoca.
La nonna di Caterina, Bianca Maria Visconti, insegna alla piccola non solo le buone maniera ma anche a cavalcare e a combattere con la spada. Infatti la Visconti da giovane seguiva il marito, Francesco Sforza, nelle battaglie, come era consuetudine all’epoca per molte nobildonne.
Non deve meravigliare che i figli naturali vengano educati al pari di quelli nati nel vincolo matrimoniale. Le unioni avvenivano quasi sempre per acquisire territori, potere e prestigio sociale. Era questo che contava.
Caterina cresce forte, coraggiosa e fiera di essere una Sforza. Ha solo 10 anni quando viene chiesta in sposa da Girolamo Riario, nipote di papa Sisto IV.
La consuetudine vuole che gli sposi vadano a convivere solo al compimento dei 14 anni, ma la famiglia Riario non si fida, teme che Galeazzo possa venire meno alla parole data e pretendono che la piccola Caterina raggiunga lo sposo anche se è ancora una bambina.
A nulla valse la ferma protesta delle donne Sforza; Galeazzo Maria mandò la piccola dallo sposo. Caterina non è innamorata del marito, ma gli è sempre affianco e, soprattutto, è la sua consigliera per tutte le questioni che riguardano il governo delle loro città. Girolamo, dal canto suo, ascolta ciò che la moglie gli consiglia perché Caterina ha un intuito politico e militare molto acuto.
Dopo la morte del marito, durante la reggenza, Caterina ebbe due grandi amori: uno passionale e travolgente verso Giacomo Feo, l’altro Giovanni de’ Medici, quello vero e puro. Dalla loro unione nasce Giovanni.
“Mi hai fatto patire anche durante la gravidanza, come nessuno dei tuoi fratelli e sorelle, sei un gran diavolo, ecco cosa sei un gran diavolo” – Giovanni dalle bande nere
Giovanni rimase orfano anche della madre all’età di dieci anni e a 12 diventa capo di una banda di ragazzini scapestrati. È un ragazzo inquieto, intelligente, scontroso, che solo a Roma riuscirà a trovare la sua dimensione.
La Roma papalina era una città “godereccia,” dove l’ aristocrazia si divertiva in feste, pranzi pantagruelici, giochi di tutti i tipi. Giovanni aveva le risorse finanziare per divertirsi; aveva conosciuto tutti i bordelli di Roma, dal più malfamato al più raffinato.
Papa Leone x, intuendo le capacità di Giovanni, lo nominò capitano dell’esercito pontificio, nonostante la giovane età. Si sposò con la figlia del suo tutore, Jacopo Salviati, ma la serena vita coniugale non faceva per lui.
“Non hai sposato un uomo che se ne starà in casa a occuparsi dei suoi affari e ad accudire la famiglia” – Giovanni dalle bande nere
Combatté per papa Leone X e suoi successori senza mai o quasi mai mettere in discussione i loro ordini. Elencare le battaglie da lui sostenute sarebbe una sterile cronaca storica; vi invito a leggere il libro per capire quanto sia stato fedele al suo stato di soldato.
Con la moglie Maria i rapporti furono quasi e solo epistolari, da parte di lei poi, perché Giovanni neanche rispondeva alle sue lettere se non per interessi egoistici di biancherie e soldi.
Morirà giovane, alla sola età di 28 anni, ferito in battaglia; gli amputarono una gamba, ma questo non bastò a salvargli la vita.
“Giovanni dalle bande nere” è stato un romanzo davvero piacevole da leggere. È diviso in due parti e ognuna è incentrata sui due protagonisti, Caterina e Giovanni, entrambi dalle personalità molto forti.
Caterina è una donna pragmatica, combattiva, ma è anche colta: studiava l’erbe medicinali per impiegarle nel curare dalle malattie. Annotò tutte le sue scoperte in un libriccino, “Experimenta”, che distribuì tra i suoi familiari. Ebbe l’intuizione di mettere in quarantena gli appestati e di bruciare i loro vestiti; ciò permise di salvare molte vite. Certo è stata anche crudele e spietata, ma dobbiamo sempre ricordarci che viveva in un’epoca dove vigeva la regola di lavare il sangue con il sangue.
Giovanni è un personaggio che non si riesce a detestare a causa del suo fascino, che irrompe dalle pagine del romanzo. Molto bravo l’autore a soffermarsi più che sul suo aspetto fisico, su quello morale. Un personaggio inquieto ma, a suo modo, corretto nei rapporti con i suoi commilitoni. Ad esempio, esigeva la divisione del bottino di guerra e non ammetteva i saccheggi e le violenze nei confronti delle donne.
Un romanzo storico a tratti saggistico, con prevalenza di discorso diretto, soprattutto tra i vari protagonisti. Una scelta narrativa evidentemente volta a far comprendere bene il momento storico di riferimento e l’entità delle decisioni da prendere per conquistare i territori.
Una scrittura fluida e alle volte anche con un filo d’ironia. Battaglie raccontate nei minimi particolari, senza appesantire la storia o annoiare il lettore. Consigliato!