
In Utero - Musicale
Saggio, Biografia
PaginaUno
18 luglio 2019
cartaceo
340

Questo saggio racconta la vita di Serge Gainsbourg, il genio ribelle che ha scandalizzato il Vaticano tra musica, poesia e provocazione, a 50 anni dall'uscita di "Je t'aime... moi non plus". La straordinaria storia d'amore con la musa Jane Birkin, la vita epica del padre di Charlotte Gainsbourg, la storia intensa, brutale e commovente dell'ultimo poeta maledetto, del creatore del dandysmo moderno, di un uomo - soprattutto - meravigliosamente e drammaticamente alluvionato nell'anima.
“Sono i fantasmi dei vivi che non ci lasciano,
anche quando ci hanno lasciati”
Essere un “vivo” non è stato difficile per Serge Gainsbourg, artista a 360 gradi e non solo per modo di dire, cosa che sa bene e comunica altrettanto bene Jennifer Radulović nella biografia a lui dedicata. Il titolo “Gainsbourg. Scandale!”, seppur breve, la dice lunga su cosa il lettore dovrà attendersi da un uomo così pieno di colori e passioni. La voce narrante dell’autrice, dottore di ricerca in Studi storici e fedele seguace ancora oggi di Serge Gainsbourg, funge da guida per questo racconto, che è oggi oggetto della recensione.
Il saggio è suddiviso in capitoli, accomunati da ciò che, nella communis opinio, è da sempre sintomatico di ispirazione artistica, di concentrazione, di estro, di creatività: la notte. E così, Jennifer Radulović, come anticipa al lettore nel capitolo introduttivo “Le Notti di S. G.” ci racconta di Gainsbourg attraverso le sue notti, quelle notti che hanno caratterizzato la sua vita da insonne, quelle notti in cui lui viveva di ciò che amava.
Quando non si smette di vivere…
La notte di Pigalle ci presenta il contesto familiare e politico in cui Lucien viene alla vita: è la notte del 2 aprile del 1928, la notte da cui prenderanno poi vita le successive notti. Lucien Ginsburg è un bambino introverso, timido, fisicamente debole, caratterialmente fragile e sogna di diventare un pittore. Non passerà molto a ché seguirà le orme paterne, appassionandosi alla musica, al pianoforte, a tutto ciò che è arte e letteratura. Non passerà molto a ché in lui si insidierà “Serge Gainsbourg”, lo spregiudicato provocatore, sicuro di sé, ammaliatore di donne, che conviverà con Lucien per tutto il corso della sua esistenza.
La notte del metro, dopo che il lettore è stato edotto sulle vicissitudini che hanno colpito la famiglia Ginsburg, di origini russe ed ebrea, a seguito della Seconda Guerra Mondiale e del martirio a cui sono stati sottoposti gli ebrei, rappresenta quelle notti in cui Serge si inizia alla musica e allieta le serate di noti cabaret parigini. Tra questi, brilla il Milord, dove vengono scoperte le sue doti di compositore e cantante. Iniziano gli anni di quella che sarà una delle più brillanti carriere artistiche del secolo: hanno inizio gli anni di Serge Gainsbourg, chitarrista, pianista, compositore, cantante.
Eccolo Serge: mise elegantissima, un raffinato orologio da taschino di cui si intravede la catena tra l’occhiello e il taschino della giacca, voce pulita e gentile e un incantevole sorriso sardonico che prelude al grande raggiro, al gesto beffardo, alla goliardata, o se si preferisce, alla colossale presa per i fondelli.
Ne La notte di Saint-Germain-Des-Prés protagonista è il noto quartiere degli intellettuali parigino, sito sulla riva sinistra del fiume Senna, il quartiere che ha costituito la fine (apparente) dello spirito malinconico e insicuro di Lucien e l’affermarsi sempre più preponderante di quello sicuro e sfrontato di Serge, che inizia anche a lavorare con nomi noti dell’ambiente. La vittoria alla decima edizione dell’Eurovision è garantita; i suoi dischi continuano ad avere il successo sperato. La vita privata non procede altrettanto bene: il suo secondo matrimonio con una bella, elegante e sofisticata aristocratica termina a causa della gelosia ossessiva e della continua isteria della moglie.
Nei capitoli La notte dell’Eros e La notte dell’amore senza fine, l’autrice racconta quelli che sono stati i due grandi amori di Serge Gainsbourg. L’amore che ha segnato il definitivo cambiamento dei modi di fare e di sentirsi dell’artista, quello di Brigitte Bardot, l’emblema della donna sexy e desiderata; e l’amore di una vita, con Jane Birkin, la sua Musa di sempre, la donna che, anche dopo la fine del loro rapporto, è stata e si è sentita sempre “di Serge”. Due donne tanto diverse, ma accomunate da una canzone che Serge compone per l’una, per poi riaddattarla all’altra (sintomatico questo del valore che esse hanno avuto per lui). Sto parlando del suo successo di sempre, quello che è entrato subito nella storia della musica e oggetto di scandalo e critiche, Je t’aime… moi non plus, a cui è dedicata La notte della provocazione.
Ancora Serge e Jane sono al centro de La notte della consacrazione, dove la Radulović passa in rassegna gli anni ’70, che costituiscono il periodo d’oro per la coppia sia dal punto di vista sentimentale che lavorativo. Serge continua a comporre musiche e incidere album, avventurandosi per la prima (e unica) volta nel mondo del romanzo con Gasogamma; Jane continua ad essere scritturata per film di grande spessore e ad essere la voce soave e suadente del suo compagno. Non mancano avvenimenti tragici, come la morte del papà di Serge, Joseph, che gli provocherà un grave vuoto.
E si arriva così a La notte di Gainsbarre, quelle notti in cui i vizi di sempre di Serge si acuiscono fino a diventare deleteri per i suoi rapporti personali e per se stesso. Il fumo e l’alcool avevano accompagnato l’artista fin dall’adolescenza, quando, da militare, si lasciò andare agli eccessi per essere accettato dai suoi commilitoni. Ora quegli stessi eccessi mandano in rovina la sua vita: la separazione (anche se solo formale) con Jane, la depressione, la solitudine, la malattia, la morte. Una morte solitaria in una casa piena del numero 5 bis di rue de Verneuil, descritta in La notte delle Mura Nere. Il tocco dell’autrice, presente soprattutto in La notte dell’eternità e Di notte a Parigi, si manifesta ancora più forte nel ripercorrere l’eredità che Serge ha lasciato non solo ai suoi fan ma a tutto il mondo.
La struttura dell’opera
Dopo aver cercato di riassumere, per quanto brevemente fosse possibile, la biografia di Serge Gainsbourg, così come narrataci da Jennifer Radulović, passiamo ad analizzare il libro in sé.
Si è già detto sulla suddivisione in capitoli, che rispecchia cronologicamente le vicende della vita dell’artista. Una suddivisione che risulta adeguata a raccontare una storia così ricca di elementi che l’hanno plasmata di anno in anno. Non si può, infatti, comprendere l’evoluzione caratteriale vissuta da Serge se non calandola nel contesto storico e politico in cui egli vive. Di certo, non indifferenti per lui sono stati gli eventi nazisti, che lo hanno chiuso ancora di più in se stesso; non indifferente è stato l’ambiente culturale e musicale parigino degli anni Sessanta; non indifferente è stata la professione di musicista del padre e il suo esempio di uomo colto e dedito alla famiglia; non indifferente è stata la politica (Serge era di tendenze fortemente capitaliste di cui faceva ampia pubblicità anche durante le interviste televisive a cui era sottoposto).
Serge è stato un uomo del suo tempo! E quando i tempi cambiavano sotto il suo attento sguardo, lui li seguiva non perdendo mai la sua personalità artistica, anzi adattandola seppur con il suo tocco “alla Gainsbourg”.
Una personalità artistica che si è da sempre accompagnata ai grandi volti dello spettacolo degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta: basti pensare a Juliette Grèco, Boris Vian, Dalida, Catherine Deneuve, le stesse Brigitte Bardot e Jane Birkin. Ogni persona che Serge incontra viene ammaliata dal suo estro creativo, dal suo magnete e l’autrice della biografia lo fa ben comprendere al lettore, riportando testimonianze tratte dai diari della Bardot e della Birkin, sul loro rapporto con “l’intellettuale maledetto”.
Gli amori sono stati una costante della maturità di Serge, a dispetto della sua adolescenza, dove maldestri e imbarazzanti erano i suoi tentativi di avvicinamento al mondo femminile. Non a caso, la sua prima moglie altri non sarà se non una ragazza umile, semplice che non riuscirà a tenere testa all’avanzamento di carriera e di successo del marito. Gli amori sono stati fonte di attività creativa per Serge, sia in positivo che in negativo (un esempio, in tal senso, è dato dagli ultimi album incisi dal cantautore, intrisi della sofferenza per la separazione da Jane).
Lo scandalo: il leitmotiv della vita di Serge! La Radulović lo ha ben evidenziato in tutte le notti gainsbourghiane. Serge voleva distinguersi dalla massa: cosa che gli risultava abbastanza semplice anche solo grazie alla sua formazione musicale e letteraria classica. Molti suoi pezzi, infatti, sono composti partendo da arie e sonate dei grandi della musica sinfonica, come Beethoven o Chopin; tra le sue fonti di ispirazioni, inoltre, non può non essere citato Dalì; per il suo modo di affrontare le esperienze della vita di artista, non si possono non ricordare Baudelaire e Schopenauer.
Arte e letteratura si fondono e lo scandalo è proprio il tocco di Gainsbourg: provocatore delle masse, non si preoccupa delle conseguenze scaturite dai suoi testi erotici, dalle immagini saffiche, dalle musiche profonde e seducenti, dal suo esibizionismo. Lui cavalca ormai l’onda del successo e più fa parlare di sé più si sente realizzato. Lo scandalo ha fatto parte della sua vita, accompagnandolo fino al momento prima di morire, solo, tra i pezzi d’arte sontuosi della sua tanto vuota ma tanto ricca casa.
Il saggio biografico si conclude con la preziosa bibliografia di cui si è servita l’autrice con un’agilità che dimostra la sua matura conoscenza di Serge Gainsbourg, con cui ella stessa afferma di “conversare” di notte.
Commento personale
Partirei proprio dalla bibliografia: ben curata, ma soprattutto ben usata. L’autrice si dimostra, di pagina in pagina, padrona di quanto sa e di quanto scrive. Numerosi sono gli excursus che ella fa sui personaggi che costernano la vita di Serge, sugli eventi storici che ne fungono da cornice. Analitici e puntuali sono gli episodi che essa racconta come se li avesse vissuti in prima persona, con una dovizia di particolari che rende il lettore onnisciente insieme al narratore.
Ho apprezzato, inoltre, che la biografia in sé non è fredda: il tocco dell’autrice è sempre presente, come ad esempio quando, nel parlare della critica che fu fatta dal Vaticano alla canzone Je t’aime… moi non plus, la Radulović parla in prima persona, effettuando l’analisi dell’articolo a riguardo, pubblicato su L’Osservatore Romano, e raccontando della sua esperienza di ricerca presso le biblioteche vaticane e del suo punto di vista sulla questione.
La bibliografia non manca di dettaglio: le pagine che si susseguono sembrano essere scene di un film che dura proprio una vita. Vengono raccontati anche aspetti meno conosciuti della vita di Serge, unitamente ai suoi stati d’animo (questo anche grazie all’uso dei diari pubblicati dalla Bardot e dalla Birkin).
Altro aspetto degno di nota, a mio parere, è l’aver portato avanti per tutto il racconto il dualismo tra Lucien e Serge, le due anime del nostro artista, sempre conviventi, nonostante che con l’avanzare della maturità dell’artista, sembra che Lucien risulti completamente avvinto da Serge. In realtà non è così, come la stessa autrice lascia intendere, e come sarà evidente nei momenti bui che ha affrontato il cantautore (mi sembra sempre così riduttiva chiamarlo con un solo appellativo).
…La sua arroganza e il suo disprezzo erano una maschera
per una persona straordinariamente pudica e timida…
Altrettanta cura è presente nell’indicazione di tutti i successi, gli album, le sceneggiature, la produzione artistica di Gainsbourg. L’autrice non lascia nulla sottinteso: effettua una puntuale descrizione di tutte le note che fuoriescono dal cuore del suo artista prediletto. Un vero tesoro conoscitivo per chi vuole fare diretta esperienza della vita di Serge. Lo stesso può dirsi per gli itinerari che alla fine del libro sono consigliati per visitare Parigi all’insegna del suo mito musicale.
Lo stile è chiaro, semplice: un vero racconto di una storia. Numerosi approfondimenti permettono al lettore di entrare completamente nel mondo francese (e non) degli anni che vanno dalla Seconda Guerra Mondiale al diciannovesimo secolo (e oltre). Questo anche grazie alle citazioni e ai testi che l’autrice riporta in lingua originale (con traduzione).
Consiglio vivamente la lettura di questo libro non solo ai fan di Serge Gainsbourg, che saranno sicuramente edotti di quasi tutti gli avvenimenti della sua vita (credetemi, conoscere tutto è davvero impossibile: decenni che sembrano secoli! e alla Radulović il merito di essere stata completa) ma anche a chi ama la musica, perché un colosso di tale spessore non può non essere conosciuto, seppur non nelle fattezze umane, nella vita eterna che è stato in gradi di assicurarsi.
Alice

Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.