Narrativa contemporanea
Edizioni Fogliodivia
2 marzo 2020
cartaceo
176
La Firenze che non ti aspetti, quella nascosta, sotterranea e maledetta, che non trovi sulle cartoline né sulle guide turistiche. Quella feroce degli anfratti sconosciuti di certe vie del centro, della noia, dell’ipocrisia, dell’angoscia delle periferie.
La Firenze più autentica e vera, unta di lampredotto e bestemmie, incazzosa e superba, sboccata e principesca, che prendendoti per il culo riesce a svelarti l’universo.
“Come una sceneggiatura aperta, alla Zavattini, dove ogni angolo svoltato è un imprevisto e una storia non preventivata”
L’idea è quella di uno sguardo “cinematografico” su Firenze, scrutando ogni suo spazio più periferico e svincolando le zone note e turistiche da qualsiasi approccio folcloristico.
Proprio come un film, Firenze, un film si suddivide in primo e secondo tempo. Cominciamo ad entrare nelle vite dei protagonisti di buon mattino e, quasi come sbirciando, passiamo da un appartamento in piazza Mentana ad uno in località Le Piagge, da un bar in piazza San Lorenzo alle strade del quartiere Novoli.
Non c’è un vero protagonista, in quanto ogni storia ruota intorno a personaggi ben precisi che, in un modo o nell’altro, finiscono per incrociare le loro strade.
Tra di essi il vero appassionato di regia è il trentaduenne Bob, convinto che ogni mattino possa regalargli un film, perché “il mondo è un concerto di ostriche e a spolparlo per bene, prima o poi, deve per forza saltare fuori la perla”; così va in giro per la città con la sua videocamera alla ricerca della storia giusta da riprendere.
Poi troviamo Giulia, che si ridesta da un buio “feroce e senza stelle” dopo una notte che la segnerà per sempre. Elisa e Matteo, intrappolati in una storia tossica. Lukas, il senzatetto con una vera e propria passione per le prostitute. Il vecchio spazzino Red, arrabbiato col mondo e con la sua vita. Margherita, che non potrà più essere la ragazza felice di un tempo. L’adolescente Martino e i suoi problemi che gli appaiono insormontabili. Poi c’è Ketty, ragazza dell’Est che è finita nel giro dello sfruttamento della prostituzione che non sopporta più quella vita.
Gloria e Pietro alle prese con un dramma più grande di loro. Emma e il suo amore mal riposto. Tommaso, la cui vita da perdente viene sconvolta da un tentativo di rivalsa. Il Compagno Omero con la mente imprigionata ai tempi di ideali politici sorpassati. Dario, architetto per talento e cameriere per necessità, innamorato della Firenze autentica, non quella “terra di conquista per il peggiore turismo mordi e fuggi, caciarone e volgare, devastatore e saccheggiatore”. Andrea, studente di Lettere che si è perso in un vortice di canne e depressione. Tessa e Gigi che assaporano la vera felicità, gli unici, in questo film. Le storie sono racchiuse nell’arco temporale di un giorno.
L’autore descrive i personaggi servendosi di un linguaggio diretto, forte, senza mezzi termini, una valanga che non ci risparmia descrizioni di scene imbarazzanti o di proiezioni mentali poco edificanti, seppur non scevra di tratti poetici.
L’organizzazione delle storie in brevi “inquadrature” rende la lettura scorrevole e si va avanti agevolmente tra una vita e l’altra, dimenticandosi dello sfondo, immersi in una città quasi trasfigurata e tutt’altro che divinizzata.
Lestini racconta il luogo che ama e che ha scelto come suo posto ideale, ma chi si aspetta di trovare una Firenze da manuale di storia dell’arte resterà deluso. Non è difficile cogliere tutta l’amarezza con la quale l’autore guarda ad una città che non è più autentica, votatasi fatalmente ad assecondare le aspettative da cartolina che tutti hanno su di lei.
A Dario, l’architetto/cameriere, spetta lo sguardo più innamorato e consapevole, ma anche speranzoso e sognatore, sulla città quando, una notte, camminando da solo per il centro, riesce a godersi la sua Firenze ritrovata…
“dove di notte due giovani innamorati spariscono sotto il portico degli Uffizi e lì si baciano, mentre un violinista bulgaro in giacca e cravatta pizzica Bach”.
Riccardo Lestini è scrittore, regista e insegnante di Lettere al liceo. Originario della provincia di Perugia, vive a Firenze. Autore, tra le altre opere, de Il Piccolo Principe è morto, Solitudini, Amore e disamore. Ha firmato la regia di circa cinquanta opere teatrali, tra cui Con il tuo sasso, di cui è anche autore. Per il cinema ha scritto e diretto due cortometraggi, La solitudine del fiore di carta e Ti regalo la mia tristezza.