#2
Narrativa contemporanea
Edizioni MEA
2021
cartaceo, ebook
211
Moulay è un giovane Saharawi divenuto da qualche tempo un sangue misto: mare e deserto gli scivolano nelle vene. Un saharawi trapiantato a Nord che unisce le salde radici lasciate nel deserto dell'hammada con lo spirito e la quotidianità di una nuova vita vissuta tra Pozzuoli e Procida.
L'imprevedibilità sembra connaturare il destino di Moulay. Difatti, dopo il trasferimento per motivi di studio dalla casa nel deserto "con due splendidi fiori disegnati sulla porta turchese", allontanatosi dal suo Mentore di sempre, nonna Beatriz, Moulay approdato in terra partenopea troverà una nuova stella polare: Zia Vittoria. Ma un terribile evento rischia di portargliela via, e con lei anche il suo amore, quella Favola divenuta improvvisamente un Mostro.
Cosa farà questo giovane saharawi col mare nel cuore? Come fronteggerà questo maremoto e tempesta di sabbia insieme che faranno vacillare le sue certezze? Moulay srotolerà fili che correranno veloci. Le pagine saranno un asse hammade- Pozzuoli che ci catapulteranno nelle vicende quotidiane dei fratelli di Moulay e nelle dinamiche politiche e sociali di questo delicato territorio e della sua fiera gente che chiede soltanto di ritornare ad abitare la propria città.
“Perché in fondo, ancora, come diceva Tiziano Terzani, che cos’è la vita se non un giro di giostra?” – Fiori nell’hammada
“Fiori nell’hammada” di Ciro Bruno Linardo, edito da Edizioni Mea, è il continuo del suo primo libro “#procidanondevemorire“. Qui ritroviamo gli stessi protagonisti che dovranno affrontare crude verità.
Il primo libro si concludeva con il tentato omicidio di zia Vittoria e con l’arresto della fidanzata di Moulay, Betta. All’inizio del libro si parlerà delle difficoltà che Moulay dovrà affrontare, delle certezze che si sono sbriciolate e di tutte le menzogne che verranno a galla. Menzogne raccontate dalla donna che lui amava e con cui credeva di poter costruire un qualcosa di solidale.
Moulay, insieme ai suoi amici di avventura, affronterà il viaggio nel suo paese natio, affronterà il ritorno a casa di sua zia Vittoria anche se per poco, dato che le resteranno pochi giorni da vivere.
Ma perché Betta ha compiuto un gesto simile nei confronti di una povera anziana? Perché voleva ucciderla?
“Bisogna continuare a meravigliarsi, quindi, di fronte alla bellezza della natura, dell’arte, dei sentimenti sinceri. Emozionarsi dinnanzi al primo fiore di primavera, allo sguardo tenero di una madre, a un film che racconta una storia struggente. E poi parlare e sviscerarne il senso, da diverse prospettive, per ore intere, fino alla sfinimento. Questa è la filosofia che dà senso alla nostra vita” – Fiori nell’hammada
Credete sempre a tutto ciò che la gente vi racconta?
Avevo letto un paio di mesi fa il romanzo d’esordio di questo autore e, parlandone con lui, mi disse che ne aveva scritto anche un seguito. Visto che il primo libro si conclude con un colpo di scena inaspettato, non potevo non leggere il sequel. Ammetto che il primo romanzo mi ha preso un po’ di più: più suspense, più accattivante, più coinvolgente. Non è detto che questo sia da meno, anzi! Ma ho fatto fatica a leggerlo in determinati punti.
Come il primo romanzo, anche questo si concentra sul popolo Saharawi e della vita che essi svolgono tra sacrifici e sofferenze. “Fiori nell’hammada”, oltre a essere diviso in capitoli, si alterna anche tra due racconti. Troviamo la descrizione di ciò che accade a Procida alla zia Vittoria e l’evolversi della situazione tra i due, ormai, ex fidanzati; poi troviamo la descrizione del Villaggio di Boujdour, il deserto hammada. Attraverso la descrizione del villaggio, si possono cogliere le emozioni delle persone che vivono lì.
Ho apprezzato molto i titoli dati ai capitoli, che ci fanno capire già a cosa andiamo incontro. Lo stile è fluido.
Inoltre, come sempre, l’autore ha saputo creare una cover veramente meravigliosa, fatta di foto che l’autore ha scattato personalmente ai campi profughi saharawi. Anche per questo volume, come per il precedente, il 33% del ricavato andrà al popolo Saharawi e, in particolare, alle giovani donne che studiano per diventare insegnanti. Motivo di orgoglio e ragione più che giusta per leggere anche il sequel.
Ringrazio come sempre l’autore per avermi dato l’opportunità di leggere il suo secondo capolavoro. Aspetto con ansia un suo nuovo scritto.
Anna Calì, classe ’96. Nelle sue vene scorre la lava del Vesuvio e la passione che contraddistingue il popolo napoletano.
Giornalista di professione e con la passione dei libri sin da piccola. Adora annusarli e, quando va nelle librerie, si perde tra gli scaffali ad osservare le copertine.
Grazie a questa passione è riuscita a mettere in campo due sogni nel cassetto: il primo, recensisce i libri che legge, esperienza che fa bene sia al corpo che alla mente. La seconda: è diventata anche scrittrice e ha pubblicato già due romanzi.