«Come si fa a vivere quando quelli a cui vuoi bene non ci sono
più? Io non ci riuscirei.»
«Ce la farai, come tutti. Finché c’è musica, si continua a
ballare.»
Titolo: Finché c’è musica
Autore: Sarah Barukh
Editore: Mondadori editore
Genere: Narrativa contemporanea
Formato: Ebook
Prezzo: 9,99
Formato: Cartaceo
Prezzo: 16,15
Pagine: 317
Data d’uscita: 23 gennaio 2018
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TRAMA
1946. La guerra è finita da qualche mese quando la piccola Alice incontra per la
prima volta sua madre. Ha trascorso otto anni senza sapere chi fossero i suoi
veri genitori, vivendo nascosta in una fattoria della campagna francese insieme
a Jeanne, la balia incaricata di prendersi cura di lei fino al loro ritorno. Ora
deve lasciare un mondo pieno di affetti per seguire una donna di cui non sa
niente e che non è forte ed elegante come se l’era immaginata, ma silenziosa,
dura, chiusa in se stessa, e con uno strano tatuaggio sul braccio.
Parigi è caotica, rumorosa, Alice si sente subito spaesata. Ma è l’incapacità di
rapportarsi con la madre che la fa soffrire di più: è evidente che durante la
guerra Diane ha subito dei traumi (“tua madre ha fatto grandi cose” le aveva
raccontato un giorno Jeanne) e ora è in preda a continui incubi notturni. Ma
proprio quando madre e figlia cominciano a stabilire una connessione, Diane si
ammala di tubercolosi e la vita di Alice viene di nuovo stravolta: la madre viene
ricoverata e l’assistente sociale le dice di aver rintracciato suo padre…
È l’inizio di un importante viaggio che da Parigi la porterà a New York: grazie
all’incontro con lo zio Vadim, cieco e scorbutico, ex reporter di guerra che ha
girato l’Europa, Alice scoprirà che il suo passato nasconde un segreto
imprevisto e si lascerà per sempre l’infanzia alle spalle.
Con una sensibilità infinita Sarah Barukh dà voce ai sentimenti e alle emozioni
di una bambina che attraversa uno dei periodi più tumultuosi della Storia. Una
fantastica ragazzina capace di trovare la propria strada in un mondo devastato
dalla guerra e di trasmettere agli adulti la sua incrollabile fiducia nel futuro.
RECENSIONE:
Sarah Barukh è al suo primo libro? Complimenti; sì, complimenti perchè secondo
me ha scritto di un difficile periodo storico dove ha rischiato di ritrovarsi
imbrigliata nelle vicissitudini di una bambina che potevano far diventare banale
la storia ed invece ha creato un bel romanzo.
me ha scritto di un difficile periodo storico dove ha rischiato di ritrovarsi
imbrigliata nelle vicissitudini di una bambina che potevano far diventare banale
la storia ed invece ha creato un bel romanzo.
Ma andiamo con ordine. La cover è l’essenza del romanzo: una bimba nelle
campagne francesi che si ripara, ma da cosa? Secondo me dalle difficoltà che la
vita le ha già fatto affrontare e da quelle che affronterà nel prosieguo della
sua esistenza e della trama del libro.
campagne francesi che si ripara, ma da cosa? Secondo me dalle difficoltà che la
vita le ha già fatto affrontare e da quelle che affronterà nel prosieguo della
sua esistenza e della trama del libro.
Volevo fare una riflessione anche sul titolo: “Finchè c’è musica” nella vita c’è la
speranza di poter ricominciare, la musica della vita di Alice è quella sincera di
un senzatetto, è quella di un uomo che si è perso per ritrovare il senso della sua
esistenza, è quella di uno strumento mai acquistato.
speranza di poter ricominciare, la musica della vita di Alice è quella sincera di
un senzatetto, è quella di un uomo che si è perso per ritrovare il senso della sua
esistenza, è quella di uno strumento mai acquistato.
Il romanzo è ambientato in buona parte nella Francia del secondo dopoguerra e
in America; gli scenari sono quelli che conosciamo per averli studiati a scuola:
povertà estrema, paura per i soldati che ancora pattugliavano le città, ricerca
disperata di familiari e ricordi terribili dei campi di concentramento e delle
battaglie.
in America; gli scenari sono quelli che conosciamo per averli studiati a scuola:
povertà estrema, paura per i soldati che ancora pattugliavano le città, ricerca
disperata di familiari e ricordi terribili dei campi di concentramento e delle
battaglie.
In tutto questo ritroviamo Alice e le donne della sua vita; Jeanne che l’ha amata
come se fosse sua figlia; Diane la madre che non ha mai conosciuto; Ellen che la
disprezza. Tutte figure importanti e delineate con superba maestria
dall’autrice tanto da riuscirle a distinguere sia per l’aspetto fisico che per il
tipo di linguaggio. Oltre a loro c’è Vadim che entra prepotentemente nella
seconda metà della storia e ci porterà all’epilogo finale, questo forse un po’
scontato per come si sviluppa nella trama ma comunque interessante come
soggetto in sé.
come se fosse sua figlia; Diane la madre che non ha mai conosciuto; Ellen che la
disprezza. Tutte figure importanti e delineate con superba maestria
dall’autrice tanto da riuscirle a distinguere sia per l’aspetto fisico che per il
tipo di linguaggio. Oltre a loro c’è Vadim che entra prepotentemente nella
seconda metà della storia e ci porterà all’epilogo finale, questo forse un po’
scontato per come si sviluppa nella trama ma comunque interessante come
soggetto in sé.
Un libro scritto veramente bene, una bella storia per chi vuole leggere un
romanzo e non sia alla ricerca solo del lieto fine.
romanzo e non sia alla ricerca solo del lieto fine.
(Recensione a cura di Maura)
VALUTAZIONE
AUTORE
Sarah Barukh
Sarah Barukh vive a Parigi e lavora nell’ambito della comunicazione. Finché c’è
musica è il suo primo romanzo.
musica è il suo primo romanzo.