
Saggio
Le Plurali
31 maggio 2023
cartaceo, ebook
100

Cosa c'entra la bistecca col patriarcato? Perché sono le donne che cucinano, ma di rado lavorano come chef stellate? Il lavoro agricolo è roba da maschi? cos'è il "carnofallogocentrismo"? Qual è il nesso tra riviste femminile e disturbi dell'alimentazione?
Il gustoso saggio della giornalista francese Nora Bouazzouni ci dimostra come tutto ciò che ha a che fare con il cibo abbia da sempre, anche un ruolo nella sottomissione del genere femminile.
Secondo l'autrice, il posto delle donne nella preparazione e consumazione del cibo è sistematicamente occultato e strumentalizzato dal patriarcato.
Dai ristoranti di lusso ai campi coltivati, dal marketing dei prodotti alimentari agli allevamenti di bestiame, dalla preistoria alla cucina di casa, le donne sono state e sono relegate ai margini, sessualizzate come carne da macello o controllate attraverso il cibo.
“La donna dà vita. Dà cibo. La donna dà piacere. La donna dà, punto e basta!” – da “Faminismo” di Nora Bouzzouni, edito Le Plurali Editrice.
Una visione interessante sul ruolo della donna nella società odierna e passata, in relazione alla sua dieta. La donna e l’alimentazione. Come essa la influenza, come il patriarcato vorrebbe usare il cibo per tenerla sotto controllo. Questo saggio istruttivo ci spiega queste dinamiche e ci invita a riflettere.
“Ora, le aficionadas della cucina saranno anche ‘da sposare’, ma non sono altrettanto ‘da pagare’ “
Un breve trattato diviso in capitoli, ogni capitolo riguarda un argomento relativo alla donna e al cibo, dalla preistoria ad oggi. Il linguaggio è tipicamente giornalistico. L’autrice introduce una sua teoria secondo la quale ciò che è necessità, piacere e nutrimento, viene usato dagli uomini per sopraffare le donne e metterle su un piano d’inferiorità. Le argomentazioni per avvalorare tale ipotesi trovano riscontri concreti attraverso esempi pratici e citazioni assai realistiche.
“Ogni oppressione crea uno stato di guerra” (Simone de Beauvoir)
Nora Bouazzouni ci invita a farci delle domande e ci fornisce gli spunti per trovare le risposte. Se il posto della donna, storicamente, è sempre stato la cucina (oltre l’accudimento della prole e dei famigliari anziani), dove sono le chef stellate e famose?
Ci parla di alcuni chef che hanno giustificato questa mancanza con argomentazioni assurde, oltre che offensive. A loro dire, le donne sarebbero troppo influenzate dagli ormoni per avere un senso gustativo raffinato, quindi inadatte alla professione.
Secondo l’autrice, la donna verrebbe considerata al pari della carne da macello. La nostra società legittimerebbe la violenza che subiscono gli animali, ponendola al pari dei soprusi a carico del genere femminile. Questo perché nella gerarchia sociale, a capo ci sarebbero gli uomini, poi le donne, di seguito animali e piante. In molti contesti, si considerano le donne solo per scopi riproduttivi e relativo sfruttamento, esattamente come accade negli allevamenti di animali da macello.
“A volte quando una persona viene considerata in cattiva salute è semplicemente perché il suo aspetto non corrisponde alla norma, invece che a causa di un qualsiasi disturbo o per una malattia comprovata” – Faminismo
Il capitolo, a mio avviso, più interessante, è quello in cui si citano i complici del patriarcato, ossia tutti quei fattori organizzati per indurre la donna a disprezzare il proprio aspetto esteriore, diventando schiava delle soluzioni offerte.
Le riviste femminili, per esempio. Esse propongono un modello di bellezza al quale ogni donna deve aspirare per poter essere socialmente “appetibile”. Se così non accade, si subisce il tanto moderno body shaming.
Il sovrappeso diventa una colpa poiché “basterebbe poco per essere in forma: mangiare bene e fare movimento”. Da tale affermazione, si evince il concetto che se non riesce ad avere un corpo snello e tonico, è solo colpa nostra poiché “non ci vuole tanto”.
Tutto questo, quindi, è legato ad una sorta di business tutt’altro che sano e risolutivo. I prodotti proposti, i semplici rimedi suggeriti, infatti, sono programmati per non durare. Esattamente come le diete “senza sacrificio” sono irrealistiche. È normale sentire lo stimolo della fame, sottoponendoci a qualsiasi regime alimentare ipocalorico. Bando ai sensi di colpa!
Ciò destabilizza, crea disagio e frustrazione. Una persona frustrata è infelice e l’infelicità conduce alla fragilità. L’assist perfetto per esser più facilmente dominata e strumentalizzata.
“La repressione delle donne è mutevole, ma il cibo è uno strumento efficace e perfettamente polivalente per organizzarla e controllarla e perpetuarla”
“Il Faminismo” è un saggio breve ma chiaro, comprensibile e, in un certo qual modo, illuminante. Gli argomenti sono sicuramente validi, questo rende la lettura scorrevole e rapidissima. Prende in considerazione moltissimi aspetti della società odierna, persino gli eccessi all’opposto.
Ignoravo che esistesse una forma patologica che indurrebbe le persone a ricercare patologicamente e spasmodicamente un’alimentazione pura (ortoressia) , arrivando all’eccesso. Facendola diventare una mania, capace d’influenzare il quotidiano. Dando luogo a comportamenti ossessivi e distruttivi. Questo al fine di raggiungere la perfezione (per essi corrisponde allo stato di salute ottimale), magari quella ostentata dai social. Essi ci martellano con il concetto che “siamo ciò che mangiamo”. Sei magra e bella, quindi sei stata brava. Hai qualche chilo di troppo? È perché sei indisciplinata.
“Come si a tollerare un corpo costantemente sotto esame?”
Grazie a Nora Bouzzouni, ho dato un nome ad un fenomeno che ho riscontrato talvolta tra alcune conoscenti. Guarda caso, di sesso femminile. Come può, tutto questo non portare a riflessioni ? E, lasciatemelo dire, anche a qualche ribellione.
Donne e alimentazione nella società odierna. Il secondo fattore che influenza il primo. Ci avevate mai pensato?
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐