
Fairy Oak #9
fantasy
Salani Editore
4 novembre 2021
cartaceo, ebook
288

Suoni, segreti e inattese verità di una valle e di un villaggio pieni d'incanto.
Una nuova voce, quella dell'autrice, ci racconta la storia di Fairy Oak. Sa molte cose e moltissime ne svela, arricchendo il dipinto che ritrae il popolo della Valle di Verdepiano di dettagli assai curiosi e di nuove, inaspettate sfumature. Il nuovo romanzo di Elisabetta Gnone rivela tutti i segreti (o quasi) della comunità, buffamente assortita, che convive serenamente nel villaggio della Quercia Fatata.
In questi anni all'autrice sono state rivolte tante domande e curiosità a proposito della saga, e ha pensato che un libro potesse colmare quei vuoti e risolvere quei dubbi che in tanti sentono ancora d'avere riguardo i suoi abitanti.
Poiché l'autrice sa tutto di questa storia, ed è una voce fuori campo, può svelare segreti, entrare in dettagli e raccontare aneddoti e situazioni che i suoi personaggi non possono conoscere o riferire. Per esempio Elisabetta sa quando Grisam Burdock s'innamorò di Pervinca Periwinkle – il momento esatto – e quando il cuore del giovane inventore Jim Burium diede il primo balzo per la sorella di Pervinca, Vaniglia. Sa cosa pensò la fata Felì la prima volta che vide dall'alto il piccolo villaggio affacciato sul mare ed è soprattutto di lei che vi narra, del primo e dell'ultimo anno che Sefeliceleisaràdircelovorrà passò a Fairy Oak, e di quei pochi istanti in cui si compie il destino di una fata.
Un destino comune a molti, come scoprirete...
“Il cesto delle Cortesie? Un’usanza di qui. Se non la conosci, lascerò che tu la scopra domenica prossima”
Un gesto molto carino che una persona fa nei confronti dell’altra: sembra trovarsi su un altro pianeta. Più o meno è così! Ci troviamo a Fairy Oak, la città dei magici e non; e siamo al nono capitolo di questa splendida saga di Elisabetta Gnone, dal titolo “Il destino di una fata”.
Per i conoscitori della serie che ancora non hanno letto il libro, occorre fare una premessa: in questo volume non vi è alcun prosieguo della storia. Per i non conoscitori la premessa è un’altra: potete leggere “Il destino di una fata” a prescindere dalla lettura dei precedenti volumi. Non v’è dubbio alcuno che i capitoli precedenti possano illuminare, ma non sono indispensabili alla lettura di questo ultimo.
Perché? “Il destino di una fata” è un po’ il dietro le quinte di tutto quanto accaduto a Fairy Oak dalla nascita delle gemelle Vaniglia e Pervinca fino al distacco di queste dalla loro fata madrina. Il ruolo delle fate di accompagnare nella crescita i bambini che vengono loro affidati termina al compimento del 15esimo anno di età dei figliocci. E anche per Felì arriva il triste momento dell’addio.
Il narratore di questo volume è… Elisabetta Gnone! Si, solo lei può conoscere i retroscena della storia da lei inventata. Dopo otto volumi in cui il punto di vista della narrazione è quello dei personaggi, ora il testimone passa a chi, fin dall’inizio, conosce il perché di ogni cosa. L’autrice è una narratrice non invadente; svela, lasciando comunque che la storia proceda da sé.
La maestria nel mettere insieme tutto quanto raccontato sin ora, lasciarlo comprendere a chi non conosce la storia e unirlo al “non detto finora” è davvero a livelli elevati.
“Sembrava ieri quando Babù leggeva tranquilla un libro mentre l’altra la tormentava per andare a fare qualcosa di mortalmente pericoloso: gettarsi dalla falesia, entrare in una caverna per scoprire se era abitata da un orso o da un lupo, trasformarsi in una formica per scoprire com’era fatto un formicaio, o in un’ape – una vespa per Vì – per carpire i segreti di un alveare” – Il destino di una fata
Sulla trama posso dirvi ben poco: ci troviamo dinanzi ad una summa di tutto quanto accaduto a Fairy Oak fino a questo momento. Molto, invece, posso dirvi sulla struttura dell’opera. Essa risulta divisa in capitoli piuttosto brevi, ben impaginati e impostati. Ogni capitoletto è introdotto da una massima dell’autrice su un personaggio, un aspetto o una regola sussistente nel paese dei magici. Immagini in bianco e nero si alternano a stampe colorate, che permettono al lettore di addentrarsi ancora di più in questo mondo fantastico.
Lo stile dell’autrice non necessita di parole. La sua chiarezza narrativa è perfetta per un adulto, ma soprattutto per un bambino o ragazzino che si introduce alla lettura. Se un giorno diventerò mamma, questa è una saga che non permetterò che i miei figli si possano perdere. Le vicende sono cariche di insegnamenti pieni: i valori della gentilezza, della cortesia, della bontà, della disponibilità fanno da padroni. Ma non siamo nel solo Paese dei Balocchi. Apprendiamo anche, con meraviglia, cosa voglia dire soffrire per la perdita di una persona cara, essere malinconici per una mancanza, arrabbiati per un’ingiustizia, dispiaciuti per una marachella.
Di tanto in tanto, poi, le ricette dei dolci disseminate nel corso della narrazione rendono ancora più diretto il contatto del lettore con lo scritto.
Crêpe alla Cicero
Ingredienti segreti
4 cucchiai di farina, 2 uova intere
1/2 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaino di sale
1 noce di burro
Latte quanto basta
(fatemi sapere come vi viene :P)
Il tempo della narrazione è inevitabilmente “saltellante”, non continuo. In quasi trecento pagine vengono ripercorsi da Elisabetta Gnone 15 anni di storie e avventure, soffermandosi solo su alcuni aspetti o caratteristiche di queste. Nonostante un tale andamento temporale, non sussiste caos per il lettore. Le conseguenze di questa scelta sono due: o si viene spinti ad acquistare subito tutti i precedenti volumi non letti o si conclude in bellezza un percorso iniziato anni addietro.
Le ambientazioni sono magiche, non per la presenza di magia, ma per il contesto in cui sono calate. La natura “parla”, le case gioiscono, le stanze profumano, i boschi sussurrano. Le descrizioni sono dettagliate e rispecchiano appieno le atmosfere vive che sussistono.
Un libro che mi sento di consigliare dal profondo del cuore.
Avete letto i volumi precedenti della saga? Io no; ma dopo questo, correrò a farlo!

Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.