
Eurus #2
fantasy
Abrabooks
gennaio 2021
cartaceo

“Eurus: Il risveglio dell’oscurità” è il seguito di “Eurus: Brotherhood“, che ho recensito per voi di recente.
Una sola parola per descrivere questo secondo volume basta: capovolto. È capovolto il modo in cui i personaggi più importanti riscoprono la loro storia, quella dei loro cari, delle popolazioni nella loro terra, degli Dei. Capovolto è il sapere; capovolta è la storia, che viene riscritta da capo. Da traditori a capi di esercito, da capi di eserciti a traditori.
I nostri protagonisti sono giunti dai Vichinghi con buone intenzioni: un’alleanza per un conflitto che provocherà spargimenti di sangue, prigionieri fuggitivi, cavalieri incompetenti nell’esercito, carestie, gruppi rivoluzionari, armi sottratte, morti…
Nasce un nuovo potere, oscuro, che bisognerà controllare. E si fa avanti il Dio della Morte.
Il nuovo obiettivo sarà raggiungere Quasar per imparare a controllare emozioni e capacità soprannaturali al meglio. Il finale, devo dire, mi ha leggermente confusa, così come confuso resterà uno dei protagonisti. Il tempo è scaduto… e scaduto è il collegamento mentale con il Dio.
Una frase in particolare mi ha fatto riflettere parecchio: parla della morte, confrontata brutalmente con la vita di un comune mortale, dettata da un Dio.
“Perché una vita immortale ti priva dei piaceri della vita ed è ciò che è accaduto alla mia gente, quelli come me, che definite dei. La nascita di un figlio, l’amore, l’autorealizzazione erano cose scontate per un Dio. Il tempo per ottenerle era illimitato e col tempo, col potere che sviluppammo, molte cose divennero superflue…” – Il risveglio dell’oscurità
Una profondità di stile che ho notato maggiormente presente in questo secondo volume.
Il linguaggio narrativo si conferma leggero; il ritmo migliora, a mio parere. C’è meno affanno nella lettura, tutto accade con il giusto tempo. Le descrizioni dei paesaggi e dei personaggi quasi non si notano: non se ne sente il bisogno, tanta è stata la capacità di catturare l’attenzione del lettore. Il racconto è interessante e vivo, non noioso.
Il tempo del racconto è discontinuo: ci sono salti temporali, dal presente al futuro, per poi volgersi al passato, e di nuovo al futuro lontano, come il 2978.
Ho apprezzato molto il prosieguo della storia. L’azione e l’adrenalina sono state confermate, così come il consiglio di leggerlo!
A voi piacciono i finali che confondono?