Narrativa contemporanea
Mondadori
30 agosto 2022
Cartaceo, ebook
336
Dopo anni trascorsi a occuparsi dei quattro figli e della famiglia, con la casa ormai vuota e sull’orlo di una crisi esistenziale profonda, Annabel Abbs decide di riconnettersi al mondo in cui il padre, ispirandosi ai principi di Rousseau, l’aveva cresciuta. E lo fa mettendosi in cammino. O meglio, ripercorrendo il cammino di donne eccezionali del passato, che nel camminare hanno trovato una grande fonte di ispirazione, consolazione e libertà.
Alcune sono donne famose, altre meno conosciute, tutte possono considerarsi vere e proprie pioniere dell’escursionismo femminile.
Donne che camminavano per allenarsi a pensare autonomamente, per affermare la loro indipendenza, per sondare i limiti del proprio corpo: ripercorriamo così gli itinerari di Frieda von Richthofen tra l’Inghilterra, la Germania e l’Italia; accompagniamo Gwen John lungo la Garonna, Clara Vyvyan e Daphne du Maurier lungo il Rodano, Nan Shepherd sulle montagne della Scozia, Simone de Beauvoir nelle foreste della Francia e della Svizzera, Georgia O’Keeffe nelle deserte pianure del Texas e del New Mexico. Ma, oltre al beneficio dell’immersione totale nel mistero della natura, corroborato da una serie di interessanti studi scientifici che si intrecciano alla narrazione, a Abbs interessa il viaggio interiore.
Seguendo i passi di queste donne straordinarie, si rende conto che, proprio come le sue eroine, anche lei sta camminando verso un futuro nuovo.
Un viaggio attraverso terre selvagge e paesaggi interiori inediti, una profonda riflessione sul potere del camminare nella natura e sulla forza di volontà delle donne.
Vi presento il romanzo “Esposte al vento” di Annabel Abbs, Mondadori Editore.
La scrittrice e camminatrice racconta di altre donne, artiste e camminatrici, vissute a cavallo tra il XIX ed il XX secolo, in un periodo in cui essere una donna borghese significava essere figlia, sorella, moglie di qualcuno a cui occorreva obbedire; significava svolgere l’esistenza all’interno della propria abitazione; significava non infrangere determinate leggi e convenzioni.
Le donne che ci presenta Annabel, invece, andranno contro a tutti questi stereotipi.
In che modo? Camminando.
Quanto può essere rivoluzionario l’atto del camminare? Per le donne di inizio ‘900 lo era, in quanto i camminatori, gli scalatori, erano solo uomini che ricevevano un’educazione militare ed erano dotati di coraggio e di forza fisica.
Ma non solo. Il romanzo della Abbs si presenta come un trattato scientifico ed antropologico, in cui si analizza, sotto diversi aspetti, il ruolo della donna nell’arco di un secolo.
La scrittrice intraprende in prima persona sei itinerari diversi, al fine di seguire le orme delle sei donne artiste, presentate nel suo lungo racconto. Inizia a seguire il cammino intrapreso da Frieda Von Richthofen attraverso le regioni montuose della Baviera in compagnia del suo amante, il famoso scrittore D. H. Lawrence.
Frieda era una trasgressiva; ruppe tutte le regole dell’epoca, decidendo di smettere di essere una madre.
Per la legge inglese dell’inizio del secolo scorso: “Una donna giudicata colpevole di adulterio perdeva ogni diritto sulla sua prole”. Sapete, invece, quale fu per gli osservatori dell’epoca la più grande trasgressione di Frieda? Non quella di aver abbandonato i propri figli, ma l’amante che si era scelta, Lawrence, definito “uno zotico spiantato”.
Epoche diverse e sentimenti sociali differenti.
“Accentando di compiere quell’itinerario, Frieda si allontanò dalle comodità della sua patria e della sua madrelingua, dal controllo dei genitori e dal sostegno delle sorelle. Da quel momento non avrebbe più avuto figli, amici, parenti, lingua e passato” – Esposte al vento
Secondo voi, lettori, ci vuole più coraggio o incoscienza per rompere definitivamente col passato?
Scalare le montagne rappresenta una forma di ribellione, di sfida. Rompere col passato è necessario per “ricrearsi da zero”.
La trasgressione per queste donne era alzarsi dal loro salotto asfissiante, abbandonare la casa, senza voltarsi indietro, e sentirsi libere di camminare nelle lande selvagge.
Nel 1903, la pittrice Gwen John intraprese un cammino lungo le sponde della Garonna, partendo da Bordeaux che, all’epoca, era un porto in pieno fermento: arrivavano arance dalla Spagna, caffè dall’Africa, vino, fichi secchi, ceste di ostriche. Le strade erano percorse da carri, cavalli, asini, qualche sporadica automobile e, soprattutto, gente a piedi. Camminare per percorrere grandi distanze era un atto sociale perché permetteva di scambiarsi passaggi, cibo e notizie.
Cosa ha spinto Gwen a diventare una pittrice vagabonda in un paese straniero? Voleva sfuggire all’autorità domestica, rappresentata dal padre.
L’epoca di Frieda e di Gwen è quella dei grandi psicoanalisti. Freud collegava la malinconia all’esperienza della perdita nell’infanzia. Di fatto, la pittrice aveva perduto la madre quando aveva solo otto anni.
Senza che queste donne lo sapessero, è scientificamente provato che il movimento fisico e l’arte aiutino a metabolizzare gli eventi traumatici. Gwen cercava di tenere sotto controllo la depressione che la affliggeva, restando da sola, camminando e mettendo così ordine alla sua vita.
E a voi la solitudine piace o spaventa?
Se iniziamo a camminare, soprattutto da sole, dobbiamo accettare e convivere con la paura di eventuali incontri indesiderati; anche se è dimostrato che avvengano più aggressioni al chiuso delle proprie abitazioni da parte di persone che si conoscono, piuttosto che in luoghi aperti per mano di sconosciuti.
Clara Vyvyan è stata una scrittrice australiana che all’età di 67 anni decise di compiere un’escursione fluviale di tre mesi sul Rodano.
“Un promemoria di come l’età non possa estinguere la nostra sete o la nostra capacità di compiere avventure a piedi.”
Gli itinerari di Clara e Gwen le portano lungo le sponde di fiumi importanti, che diventano le loro guide e che le fanno sentire meno sole, in quanto lo scorrere del fiume le ricorda il chiacchiericcio di un compagno di viaggio. Inoltre, il fiume rappresenta la libertà da tutte le incombenze quotidiane.
La narrazione di queste camminatrici, delle loro vite e dei loro percorsi, si alterna con il racconto di episodi accaduti alla stessa autrice; come se ci fosse un dialogo continuo tra Annabel e le sue protagoniste.
La storia della poetessa scozzese Nan Sheperd è singolare. Lei ed altre due milioni di donne nel Regno Unito furono definite “eccedenze”, in quanto al termine della Grande Guerra, a causa dell’alto numero di ufficiali rimasti uccisi, non c’era la possibilità di sposarsi. La prospettiva per queste giovani era terribile: una vita di servitù nella casa paterna o in quella del fratello.
Nan era profondamente innamorata della natura; per lei scrivere e camminare nel silenzio delle montagne aveva un potere curativo; un modo per sentirsi viva, al di fuori dell’atmosfera soffocante della sua casa.
Successivamente, la Abbs ci presenta la vera Simone de Beauvoir.
Siamo portati ad immaginarla come la donna chic, seduta in un fumoso caffè parigino a discorrere di filosofia. In realtà, lei era una: “escursionista trascinante, coraggiosa, spesso sconsiderata (…) Una donna che cammina con la stessa audacia e lo stesso rigore di quando pensa”.
Una donna con lo zaino sempre pronto, contenente: “una candela, una sveglia, una copia della Guide Bleu locale, una cartina Michelin e una bottiglia rivestita in feltro riempita di vino rosso”. Quanto è difficile preparare lo zaino contenente solo lo stretto necessario?
Sorge una domanda: tutto ciò che accumuliamo in una casa è davvero indispensabile? Probabilmente no, se per spostarci a piedi ci basta solo uno zaino.
Queste camminatrici, malgrado il desiderio di libertà creativa che le portava a cercare la mobilità, “erano ancora caricate delle convenzioni e delle aspettative ottocentesche”.
L’ultima camminatrice presentata è la pittrice americana Georgia O’Keeffe, la quale amava camminare di notte e lasciarsi guidare dalla luce della luna e delle stelle. Ancora più trasgressiva! Perché di notte lo spazio sembra dilatarsi, i sensi si acutizzano ed è un modo per stimolare nuove idee.
Non avreste paura a camminare da soli, di notte?
Queste sono le donne che hanno abbracciato il vento, la pioggia, il caldo e il freddo.
Donne che hanno scovato quella natura selvaggia sepolta in fondo ad ognuna di loro.
Sono state donne “esposte al vento”.
Mi chiamo Alessia. Sono un’insegnante di matematica e inglese. Vivo in provincia di Pavia. Adoro leggere (soprattutto gialli), fare yoga e cucinare.