
Biblion International Monographs
biografia, storia, saggio
Biblion Edizioni
24 luglio 2017
cartaceo
125

Giovanna Caleffi (1897-1962) e Maria Luisa Berneri (1918-1949), sono principalmente conosciute come “moglie di” e “figlia di” Camillo Berneri, noto intellettuale antifascista e militante anarchico assassinato dai comunisti staliniani durante la guerra civile in Spagna. Le figure e l’opera di queste due donne, il loro tragico percorso umano nell’Europa dei totalitarismi, la loro comune sensibilità politica e culturale, cosmopolita e transnazionale, ci propongono un’inconsueta, profonda visuale femminile e anarchica nel cuore del Novecento. Esuli, perseguitate, eretiche, vittime e testimoni in apparenza fragili della violenza e della disumanità dispiegate dalla grande Storia, ci lasciano, in continuità fra di loro e in una sequenza innaturale figlia-madre, uno sguardo sensibile e un anelito libertario sullo scenario sofferente della modernità, inseguendo ideali di felicità possibile e un riscatto alla “viltà delle moltitudini”.
“D’accordo, la democrazia è preferibile al fascismo.
La libertà relativa è preferibile alla schiavitù totale.
L’influenza è meglio della polmonite.
Meglio avere un occhio solo che non averne nessuno.
Meglio un incidente mortale immediato che la lenta agonia della morte di sete.
Tra due mali, il minore è sempre preferibile al peggiore.
Ma perché limitare la scelta a due mali?”
Ecco la replica di Maria Luisa Berneri all’accusa fatta ai pacifisti da George Orwell di essere filonazisti: non essere favorevoli alla guerra, infatti, non era necessariamente collegato all’essere seguaci di Hitler. Non esistevano solo due mali: la guerra e Hitler. E non propendere per l’uno dei mali non equivaleva aderire all’altro. Opinione di certo condivisibile e su cui rifletteremo nell’ambito della recensione di oggi.
Eretiche, di Giorgio Sacchetti, costituisce un’antologia biografica che pone al centro dell’attenzione del lettore due vite, su cui normalmente poco si discorre, ossia quelle di Giovanna Caleffi e Maria Luisa Berneri. Invero, l’ordine con cui indicarle dovrebbe essere inverso: infatti, l’autore ci presenta dapprima la vita di Maria Luisa Berneri, e poi quella di sua madre Giovanna, a mio parere non a caso. Da esperto di storia contemporanea, non poteva non curare i dettagli di questo suo libro, che, seppur pubblicato un anno fa, è intriso di attualità oltre ogni tempo.
Trama e struttura dell’opera
Il tema centrale dell’opera è l’Europa del Novecento, così come percepita e vissuta da due donne, note come moglie e figlia di Camillo Berneri, intellettuale antifascista e militante anarchico che fu assassinato in Spagna dai comunisti, seguaci di Stalin. Ciò si percepisce fin dal Prologo, dove Sacchetti introduce il lettore alla violenza e alla disumanità di quei decenni attraverso la testimonianza delle due donne più vicine a Berneri e che, a prescindere dal grado di parentela con l’uomo, si sono poi affermate nella loro autonomia di pensiero (seppur in continuità con gli insegnamenti paterni).
Come si è anticipato, la prima vita ad essere raccontata è quella di Maria Luisa Berneri, definita fin dalla prima pagina “Una donna contro i totalitarismi“. Forte è la condanna al totalitarismo, in tutte le sue forme, da parte di una donna che, fin dall’adolescenza, ne ha subito le tragiche conseguenze (a sedici anni, nel 1934, era già schedata dal regime). Una condanna che non si limita alle parole, ma che si concretizza in opere: il suo impegno politico e culturale non passa inosservato, così come non passa inosservata la sua capacità oratoria, rinvenibile sia nella forte critica alla violenza quale strumento rivoluzionario che nei suoi scritti dedicati alla psicologia e alla cultura politica. Degna di nota è la sua opera Utopia, dove le categorie dell’utopia e del totalitarismo vengono analizzate in relazione al contesto politico e culturale del tempo.
Segue, la biografia di Giovanna Caleffi, più complessa e ricca: lo testimoniano il maggiore numero di pagine a lei dedicate e l’incipit del capitolo “320 articoli“. Il lettore viene quasi preparato ad una vita ricca di contenuti e opere. Gli articoli si riferiscono alla rivista Volontà, di cui Giovanna Caleffi è fondatrice, insieme a Cesare Zaccaria, definita da Sacchetti “il necessario punto di partenza dell’indagine”. E non potrebbe essere diversamente, dal momento che, dalle sue pubblicazioni (in particolare dalle recensioni) emerge l’essenza di quella donna.
Il racconto della vita di Giovanna segue una struttura diversa da quella del racconto sulla vita di Maria Luisa. La rivista tocca temi fondamentali per Giovanna: e così, attraverso gli articoli o le recensioni sul concetto di pace si comprende la sua propensione al movimento pacifista; la recensione sul libro di Arthur Koestler sul campo di concentramento di Vernet d’Ariège dimostra la sua vicinanza al tema, data anche l’esperienza personale vissuta in carceri del genere. E l’esperienza personale è sintomatica anche dell’interesse della Caleffi alla situazione spagnola, di cui il marito era stato sostenitore, soggiogata dalla dittatura franchista. Ancora, dai materiali presenti nella rivista si percepiscono l'”equidistanza” dell’anarchismo rispetto sia al totalitarismo che alle democrazie liberali; o la vicinanza ai dissensi culturali del tempo, tra cui spicca la figura di don Lorenzo Milani.
L’opera si conclude con l’Indice dei nomi, di rilevante utilità, data la molteplicità dei personaggi che hanno fatto parte della vita delle due donne.
Le principali tematiche dell’opera
Attualizzare i classici dell’anarchismo, illuminare il pensiero dei libertari non anarchici. Far la critica al pan-economismo. Riproporre il problema della religiosità. Avviare lo studio della cultura popolare. Analizzare la storia del movimento anarchico […]. Riprendere l’azione libertaria contro le chiese e i partiti. Riproporre agli italiani il problema del mezzogiorno […]. Riprendere la critica anarchica della vita individuale e sociale. Tanto ancora da fare dove pur qualcosa s’è avviato […]. Noi seguitiamo la nostra linea come s’è definita nel programma iniziale… Si innesta nel nostro lavoro del ’45 e del ’46 di Rivoluzione Libertaria clandestino […] e poi Volontà…
Dal programma della rivista Volontà è possibile rinvenire le tematiche dell’opera, che altro non sono se non i temi cari alle donne della cui vita si discorre. La rivista, infatti, non costituiva solo lo strumento attraverso cui si dava vita a incontri culturali, ma anche e soprattutto uno strumento di militanza, una “comunità di esperienza” (così come è stata definita). E lo dimostrano la Colonia M.L. Berneri, che nasce in ricordo di Maria Luisa, in occasione del primo anniversario della sua morte; o il contributo dato dalla stessa Giovanna al passaggio da Federazione a Movimento della FAI.
In ossequio al programma, dunque, si passano in rassegna diverse tematiche: il sindacalismo, di cui si critica l’assenza di qualsiasi valenza libertaria; la critica al clero, che, interessandosi di politica, compromette il principio di laicità, costituzionalmente garantito; al socialismo, ormai “bolscevizzato”. Al di là della politica, poi, si introduce anche il tema del femminismo come strumento di emancipazione, indagato sia da Maria Luisa che da Giovanna.
Commento personale
È da questa foto che prende le mosse il mio commento a Eretiche di Giorgio Sacchetti. L’immagine raffigura Maria Luisa Berneri con un gruppo di rifugiati spagnoli a Chorley.
La Spagna è il fulcro della formazione culturale di Giovanna e Maria Luisa: Camillo Berneri, capo della famiglia, aveva fornito il suo importante contributo alla regione durante la guerra civile, schierandosi contro il dominio franchista; la figlia Maria Luisa ha fin da piccola accolto e fatto proprie le idee paterne, dedicandosi addirittura ad una raccolta fondi per gli orfani spagnoli di guerra; Giovanna, dall’esperienza del marito, si avvicina poi all’ideologia anarchica, diventando essa stessa punto di riferimento internazionale sul tema.
Tutto parte da Camillo; ma, a mio parere, va a Sacchetti il merito di aver “autonomizzato” le due donne. Il suo libro, infatti, fa conoscere al lettore le due donne, a prescindere dal capo-famiglia, a cui da sempre vengono associate nella communis opinio. Loro sono state il punto di riferimento dell’anarchismo internazionale e lo sono state in modo correlato: l’ordine di trattazione delle biografie, come si è anticipato all’inizio della recensione, non è casuale. Si parte da Maria Luisa, la figlia, per poi pervenire alla madre. Natura vuole che forse a porre le basi sia la madre e, successivamente, che le orme materne siano poi recepite e portate a compimento dalla figlia. Ma così non è stato o quantomeno è.
La vita di Maria Luisa è descritta come “la mappa dell’esilio“. Questa mappa sembra concretizzarsi nell’opera di sua madre Giovanna, grazie alla fitta rete di relazione che ella intrattiene attraverso la rivista Volontà. E forse non poteva essere diversamente, data la brevità della vita di Maria Luisa, morta a causa di un’infezione virale a soli 31 anni. Le due vite sembrano tra loro concentriche e in prosecuzione, nonostante le diversità tra le due donne, che emergono nel corso della lettura, pur senza essere esplicitate.
Obiettivo di Sacchetti era fornire una tavola di materiale sulla vita di Maria Luisa e Giovanna (lui la chiama “tavola delle materie”) e credo che il risultato voluto sia stato raggiunto. Invero, sarebbe stato utile aggiungere alle biografie un’Appendice bibliografica, stante l’interessante materiale utilizzato nel corso dell’opera di cui si ha traccia nelle note.
Tuttavia, mi sento di consigliare la lettura di Eretiche, al fine di conoscere due personaggi, donne (dato non banale per l’epoca), che hanno fatto delle loro idee, strumenti di lotta contro la violenza delle rivoluzioni del Novecento.

Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.