
saggio
Newton Compton
22 aprile 2020
ebook
256

Dalla peste di Atene alla grande influenza spagnola: come la diffusione delle pestilenze ha determinato l’esito dei conflitti e i destini delle civiltà
Due grandi piaghe, epidemie e guerre, hanno afflitto l’umanità fin dall’alba dei tempi, provocandone spesso una terza, la carestia. Ancora più devastanti si sono rivelate quando si sono presentate in contemporanea, in alcuni momenti nodali della storia che hanno finito per determinare il destino di una civiltà. Un conflitto di ampie proporzioni, infatti, ha talvolta favorito la diffusione dell’epidemia, e quest’ultima, a sua volta, ha determinato lo sviluppo e l’esito della guerra, in un’interazione letale che ha moltiplicato esponenzialmente gli effetti dei due eventi. Il presente volume analizza, anche attraverso le testimonianze dirette di chi li ha vissuti, sei momenti chiave della storia nell’arco di oltre due millenni, dalla peste di Atene scoppiata alla fine della Guerra del Peloponneso all’epidemia di Spagnola diffusasi sul finire della prima guerra mondiale, evidenziando le dinamiche di causa ed effetto e le concatenazioni tra le due piaghe, che si sono alimentate reciprocamente, determinando l’evoluzione in termini sociali, economici, politici, militari e psicologici delle società che hanno vissuto l’immane trauma.
“Quando due dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse di biblica memoria come guerra e pestilenza scendono sulla terra contemporaneamente, gli altri due seguono a ruota”
Che le guerre cambiano sempre e comunque il corso della storia è piuttosto evidente. Quello che è meno evidente e il più delle volte lasciato in sordina è l’effetto devastante che alcune grandi epidemie del passato hanno avuto sul corso degli eventi.
A partire dalla prima grande epidemia che si conosce in Occidente storicamente, la Peste di Atene del 430 a.C., l’insorgere di morbi distruttivi hanno determinato cambiamenti diretti o conseguenziali del corso degli eventi storici. Seppur spesso sottovalutati, gli episodi epidemici hanno avuto la loro parte nell’influenza delle vicende umane. Epidemie e Guerre che hanno cambiato il corso della storia di Gastone Breccia e Andrea Frediani ha avuto la bella intuizione di valutare alcune tra le vicende umane più note alla luce di eventi epidemici diffusi e persistenti.
Il mondo antico
L’Introduzione con le parole del grande storico Tucidide danno al testo un afflato quasi epico.
L’excursus parte dalla guerra del Peloponneso, fortemente influenzata dalla Peste in Atene a partire dal 430 a.C., quando Pericle per difendere la popolazione ateniese del circondario, offrì rifugio a tutti all’interno delle mura della città.
L’evento fu tanto drammatico da causare, con il tempo la perdita della guerra da parte di Atene, un cambiamento di regime dopo la morte di Pericle (per la pestilenza). Il crollo demografico, d’altro canto costrinse la spocchiosa Atene a concedere la cittadinanza anche a coloro che non avevano entrambi i genitori cittadini ateniesi. Lo stesso concetto di guerra cambiò radicalmente.
Non fu più semplice nel 160 d.C. e nel 541 d.C. per l’impero romano. La vastità stessa dei territori, la globalizzazione dovuta ai grandi canali di comunicazione dei romani, fece sì che le due epidemie, o dovremmo dire pandemie, si diffondessero per tutto l’impero.
Il 1300 e il 1600
E’ lo stesso morbo che ritroviamo nel 1300: la peste che Boccaccio tanto magistralmente ci narra nel suo Decamerone, che fece assistere ad episodi lugubri e insensati fino alla fine del flagello. Ed è anche quello mai sconfitto, tanto da ripresentarsi in Europa intorno al 1630, la stessa che Manzoni descrisse nei “Promessi Sposi”
Portava essa in collo una bambina di forse nov’anni, morta…..
Le pestilenze dei secoli precedenti avevano avuto anche conseguenze positive come la creazione di “Lazzaretti”, e una diffusione maggiore di norme igieniche e ambientali volte a contrastare il morbo.
Ma, ironicamente fu proprio la peste portata dai lanzichenecchi che falcidiò le armate spagnole, condannandole alla sconfitta. La peste si esaurì intorno al 1631, ma lasciò dietro di sé una scia di morti, ma ancor più di carestia che indebolirono ancora di più la popolazione, tanto da lasciarli senza difese anche nei confronti di malanni in altri tempi non mortali.
L’influenza spagnola
Guerra e pestilenza hanno quasi sempre camminato a fianco nella storia dell’uomo. Non fu diverso per l’influenza spagnola del periodo che va dal 1916 al 1918 : l’epidemia più virulenta e mortale che il mondo moderno abbia conosciuto. La I guerra mondiale aveva mietuto più di 16 milioni di vittime e il morbo già impestava il mondo.
La guerra di trincea, quale fu la Prima Grande Guerra, favorì il propagarsi di questa influenza che aveva tra le sue caratteristiche la sofferenza polmonare. Ma, com’è ovvio che accadesse, non si fermò ai soldati. Propagatasi dalle trincee, ai campi di addestramento, agli ospedali, alle baracche, ebbe una diffusione enorme: tra i 20 e 30 milioni di morti.
La seconda ondata dell’influenza si fece vedere nel 1918 ed ebbe inizio negli USA. Venne esportata in Europa dai marinai di una nave trasporto truppe.
Se anche non fu la guerra a produrre il virus ne fu certamente veicolo semplice. Una cosa è certa che difficilmente si è riconosciuto il ruolo che una pandemia abbia avuto in questa come in altre guerre
Breccia e Frediani hanno scritto un libro che ha l’epicità dei grandi romanzi epici e la precisione dei testi degli storici del passato. Guardiamo attraverso le loro parole il morbo, qualunque esso sia, attraversare le ere e le stagioni, lasciando sempre il proprio segno. Si intravede quanto essi, i morbi, siano stato ago del destino in molti casi, senza che nessuno lo annotasse o che gli rendesse merito.
Leggere la storia attraverso gli occhi della malattia e degli umani dolori non voluti ma giunti inaspettati, apre uno squarcio diverso nella tela della vita, che è poi la trama della stessa storia.