Fiction storica
Fandango libri
16 gennaio 2020
Cartaceo
114
https://www.libreriauniversitaria.it/eichmann-dove-inizia-notte-dialogo/libro/9788860446596
Nel 1960 viene arrestato in Argentina Adolf Eichmann, il gerarca nazista responsabile di aver pianificato, strutturato e dunque reso possibile lo sterminio di milioni di ebrei. Dai verbali degli interrogatori a Gerusalemme, dagli atti del processo, dalla storiografia tedesca ed ebraica oltre che dai saggi di Hannah Arendt, Stefano Massini trae questo dialogo di feroce, inaudita potenza. Il testo è un atto unico, un’intervista della stessa Arendt a colui che più di tutti incarna la traduzione della violenza in calcolo, in disegno, in schema effettivo. In un lucidissimo riavvolgere il nastro, Eichmann ricostruisce tutti i passaggi della sua travolgente carriera, dagli albori nella piccola borghesia travolta dalla crisi fino all’ebbrezza del potere, con Hitler e Himmler raccontati come mai prima, fra psicosi e dolori addominali, in un tripudio di scuderie, teatri e salotti. Da una promozione all’altra, in un crescendo di poltrone, prestigio e denaro, si compone lentamente il quadro della Soluzione Finale, qui descritta nel suo aspetto più elementare di immane macchina organizzativa: come si sperimentò il gas? Quando fu deciso (e comunicato) l’inizio dello sterminio? Come si gestiva in concreto l’orrore di Auschwitz? Ed ecco prendere forma, passo dopo passo, una prospettiva spiazzante: Eichmann non è affatto un mostro, bensì un uomo spaventosamente normale, privo di alcun talento se non quello di trarsi d’impaccio, capace di stupire più per la bassezza che per il genio. Incalzato dalle domande della filosofa tedesca, egli si rivela il ritratto squallidissimo dell’arrivismo, della finzione, del più bieco interesse personale, ma niente di più. È mai possibile che l’uomo più temuto da milioni di deportati, il cui solo nome incuteva terrore, fosse un essere così vicino all’uomo medio? Contraddittorio, superficiale, perfino goffo, Eichmann assomiglia a noi più di quanto si possa immaginare. Ma è proprio qui, in fondo, che prende forma il male: nella più comune e insospettabile piccolezza umana.
“L’unico onore è non tradire”
Nel 1960 viene arrestato in Argentina Adolf Eichmann, il gerarca nazista responsabile di aver pianificato, strutturato e dunque reso possibile lo sterminio di milioni di ebrei. Dai verbali degli interrogatori a Gerusalemme, dagli atti del processo, dalla storiografia tedesca ed ebraica oltre che dai saggi di Hannah Arendt, Stefano Massini trae questo dialogo di feroce, inaudita potenza.
Il testo è un atto unico, un’intervista della stessa Arendt a colui che più di tutti incarna la traduzione della violenza in calcolo, in disegno, in schema effettivo. In un lucidissimo riavvolgere il nastro, Eichmann ricostruisce tutti i passaggi della sua travolgente carriera, dagli albori nella piccola borghesia travolta dalla crisi fino all’ebbrezza del potere, con Hitler e Himmler raccontati come mai prima, fra psicosi e dolori addominali, in un tripudio di scuderie, teatri e salotti. Da una promozione all’altra, in un crescendo di poltrone, prestigio e denaro, si compone lentamente il quadro della Soluzione Finale, qui descritta nel suo aspetto più elementare di immane macchina organizzativa: come si sperimentò il gas? Quando fu deciso (e comunicato) l’inizio dello sterminio? Come si gestiva in concreto l’orrore di Auschwitz?
Ed ecco prendere forma, passo dopo passo, una prospettiva spiazzante: Eichmann non è affatto un mostro, bensì un uomo spaventosamente normale, privo di alcun talento se non quello di trarsi d’impaccio, capace di stupire più per la bassezza che per il genio. Incalzato dalle domande della filosofa tedesca, egli si rivela il ritratto squallidissimo dell’arrivismo, della finzione, del più bieco interesse personale, ma niente di più.
È mai possibile che l’uomo più temuto da milioni di deportati, il cui solo nome incuteva terrore, fosse un essere così vicino all’uomo medio?
Contraddittorio, superficiale, perfino goffo, Eichmann assomiglia a noi più di quanto si possa immaginare. Ma è proprio qui, in fondo, che prende forma il male: nella più comune e insospettabile piccolezza umana.
Stefano Massini immagina un ipotetico dialogo tra Hanna Arendt, la famosissima storica e filosofa tedesca, e Adolf Eichmann, il responsabile dello sterminio degli ebrei.
I personaggi sono noti ai più, ma credo che nessuno abbia mai immaginato di scrivere un dialogo tra queste due personalità completamente opposte, lei ebrea e fermamente convinta che Eichmann ed il Reich siano il male assoluto; lui umano, non un mostro, ma un semplice essere umano che quasi impietosisce il lettore.
Ebbene sì, il lettore quasi si trova ad empatizzare con Eichmann, io stessa l’ho fatto leggendo il racconto, pur sapendo chi fosse e cosa avesse fatto, quante persone ha ucciso, anche se indirettamente, nei campi di sterminio.
Eichmann, più di Arendt, è umano, rivive tutta la sua carriera in questo ipotetico dialogo, dai suoi inizi come semplice impiegato all’ufficio Evacuazioni di Vienna, fino all’apice, la sua firma per la Soluzione Finale.
Questo libro è scritto con una maestria tale da fare immedesimare il lettore, non in uno dei personaggi, ma lo rende quasi partecipe del dialogo, come se fosse lì con Arendt ed Eichmann, uno spettatore silente poiché non può dire la sua apertamente, ma può comunque formulare dei pensieri che, come nel mio caso, lo sconvolgeranno perché mai avrei immaginato di poter arrivare a comprendere le azioni di un nazista.
La storia la conosciamo tutti, sappiamo cosa successe durante la Seconda Guerra Mondiale, ma credo che nessuno di noi si sia mai immedesimato in un soldato tedesco di quegli anni, li abbiamo sempre e solo additati come i cattivi della situazione; ecco, “Eichmann, dove inizia la notte” può quasi stravolgere il nostro punto di vista.
Non intendo dire che sostiene l’Olocausto o il Nazismo, assolutamente no, semplicemente sposta il punto di vista facendo vedere la storia da una prospettiva diversa, inaspettatamente umana.
In conclusione, ho divorato questo libro con estrema passione; per me era una sorta di esperimento poiché normalmente non amo i libri di questo genere, mi colpiscono troppo e non riesco mai a portarli a termine, ma questo è stato diverso, pur essendo particolarmente cattivo sotto alcuni punti di vista, non è stato pesante ma semplicemente sincero e reale.
Stefano Massini è lo scrittore italiano vivente più rappresentato sui palcoscenici di tutto il mondo, tradotto in ventiquattro lingue, celebrato da Broadway al West End di Londra, portato in scena dal premio Oscar Sam Mendes. Nel 2015, dopo il grande successo del suo trittico diretto da Luca Ronconi, viene nominato consulente artistico del Piccolo Teatro di Milano.