
Pietre Preziose #3
Erotic Romance
Self-publishing
6 giugno 2019
cartaceo, ebook
279

Agata è una giovane e ricca studentessa di Roma. Figlia di genitori benestanti, frequenta l’Università di Economia, con la prospettiva di arrivare a dirigere l’azienda di famiglia. Suo padre, un uomo di mezza età, sempre in giacca e cravatta, passa il tempo tra una riunione e l’altra e conclude le sue giornate con in mano un liquore costoso e la camicia inamidata allentata sul colletto. Sua madre, invece, è un’insegnante, amorevole e comprensiva, che ha educato sua figlia per avere il meglio.
Agata è cresciuta qui, tra lezioni di piano e abiti griffati, ottimi voti e una strada già segnata. Da anni però, nascosta nella sua camera da letto, disegna. E’ solo un hobby, certo, non possiede né la tecnica né il talento, ma lei lo fa lo stesso. Le fortune che i suoi genitori le hanno offerto, la rendono riconoscente ma da qualche tempo Agata preferisce rifugiarsi nel bosco, non frequenta i suoi soliti amici, i soliti aperitivi e i soliti discorsi. Seduta su una roccia, tra gli alberi, con il torrente che le scroscia accanto, Agata si sente libera. Libera di essere solo Agata, di fare ciò che più le piace e di stare lontana da un ambiente a cui si sente di non appartenere. Sarà proprio fra quegli alberi che Agata scoverà una piccola baita, abitata da Primo, un uomo alto e burbero rimasto muto in seguito ad un grave incidente. Primo la porterà al confine di se stessa in una relazione torbida e appassionata alla ricerca della sua vera natura e del suo destino. Fra corde di canapa e rapporti irruenti Agata scoprirà un lato di sé, inopportuno e reale, lontano dall’educazione rigida di sua madre e da un’ etichetta che la soffoca. Primo stesso, in fuga da un passato di violenze e tradimenti, di fronte ad Agata sarà costretto a fare i conti con se stesso una volta per tutte.
All’inizio di questo mese mi è capitato tra le mani “Duro da Amare” di Anna Chillon…
È l’ultimo capitolo della saga Pietre Preziose e appartiene ad un genere che, per quanto io apprezzi molto, mi lascia sempre qualche dubbio. La vendita di romanzi di letteratura erotica negli ultimi anni ha subito un’impennata, tanto che ne sono rimasta fortemente affascinata. Nonostante il mio forte interesse, però, non sono riuscita a trovare un romanzo che ritenessi di qualità.
Intendiamoci, il sesso, si sa, vende da sé; oggigiorno, inoltre, siamo bombardati di immagini al punto che ci risulta davvero difficile rimanere colpiti. Per questo mi sono approcciata a questo romanzo alla ricerca di quel “di più”, ovvero, quella capacità di colpire ancora, in un mondo letterario e cinematografico che ha già detto tanto, se non tutto.
La prima caratteristica che mi ha stupita è stata la scrittura della Chillon. Nota assolutamente positiva. Il suo scrivere è delicato e scorrevole, molto diretto ma pulito. Il lettore si trova facilmente immerso nel racconto e le immagini risultano chiare ed efficaci.
Agata è bella, giovane e ricca, un personaggio non troppo comune ma in cui ci si immedesima facilmente. Nella sua voglia di ribellione, di espressione, infatti, ritroviamo un po’ quella voglia tutta femminile di esternare appieno quello che siamo, lontane da stereotipi e preconcetti.
L’avventura di Agata alla ricerca della vera sé, il suo rapporto sbagliato con un uomo molto più grande di lei, violento, a tratti drammatico, sono tutti elementi di grande impatto. Ciò che assolutamente non ho apprezzato, tuttavia, è la visione di questa donna totalmente sottomessa al volere del suo uomo. Il rapporto, spesso, sfocia nello stupro e l’immagine della donna forte ed indipendente, spesso viene meno. Insomma, lei lo ama e lui può permettersi ciò che vuole.
Un rapporto che si consuma con una delle due componenti che piange e grida no, in qualunque modo lo si voglia definire, non contiene nulla di erotico. È pura violenza.
L’atmosfera calda ed eccitante, comunque, lentamente viene meno; raggiunge un’apice verso metà della storia ma poi ricade in un cliché già visto e stravisto.
Questa ricerca ossessiva del lieto fine da favola forse, rende il finale di Duro da amare troppo banale e stucchevole.
L’autrice
“Dev’essere una deformazione che risale alla radice.
La maestra ci suggeriva una parola e noi dovevamo scrivere una frase. Le mie erano molto lunghe e continuavano anche dopo il punto. Erano storie.
In principio vi fu il diario delle mie avventure adolescenziali, poi vennero le lettere d’amore, d’amicizia, le confessioni, ma è stato con i racconti che ho cominciato a cimentarmi seriamente in quest’arte e ho iniziato a desiderare di poter condividere i miei scritti.
Nel duemiladieci, ho così dato vita a un blog (ora offline) utilizzando lo pseudonimo di Anita Rebelle. Un nome d’arte scelto di proposito, in considerazione della connotazione fortemente erotica della maggior parte dei miei racconti.
Anita Rebelle era il mio alter-ego, attraverso il quale accantonavo la tediosa moralità per divenire narratrice di storie torbide e passionali. Calandomi in questa dimensione Solosua.it diventava il mio parco giochi, costituendo allo stesso tempo una realtà che mi ha permesso di entrare in contatto con i miei lettori.
Ma come ogni scrittrice, limitarmi ai racconti, fossero anche long-fiction, non mi bastava.
Volevo scrivere romanzi.
Volevo mettere in gioco le mie debolezze e la mia determinazione, immergendomi a pieno in una storia corposa o magari un’intera serie.
Così è iniziato il mio percorso come autrice, decidendo di realizzare il mio romanzo d’esordio: un urban fantasy che fosse una storia di lotta, amore, fede e amicizia senza riserve, in cui mettere molti colpi di scena e molta azione, ma anche tanta rabbia e voglia di libertà. Un viaggio attraverso forti passioni e drammi, sempre connotato da una grande carica erotica.
Tutto ciò è Alakim, scrigno magico di emozioni profonde e segrete.
E per quanti saranno i curiosi che vorranno sollevarne il coperchio, spero di poter suscitare loro un sorriso, una riflessione, o anche soltanto una semplice emozione.”