
Romanzo
Harper Collins Italia
17 settembre 2024
cartaceo, ebook
320

Bologna, tardo giugno dell’anno domini uno nove nove due: il vecchio Alex è l’ombra di se stesso. A ridurlo in ruina, la partenza per l’America di una ragazza diversa da tutte le altre: la soave Adelaide è ormai approdata in una remota contea della Pennsylvania, e resterà laggiù per l’intero anno scolastico. Come sopravvivere alla sua mancanza per dodici lune? Per fortuna ci sono gli amici. È l’anno dell’Europa unita e dei confini che cadono, l’estate perfetta per raggranellare denari e partire in interrail, incontro alla libertà.
Frattanto, dall’altra parte dell’oceano, Aidi prende le misure al Nuovo Mondo e fronteggia un’inattesa solitudine. L’estate trascolora in autunno, arrivano il Natale e un anno nuovo dallo sghembo finale dispari. Nessuno dei due sa dimenticare l’altro, ma la nostalgia rischia di mandarli a fondo entrambi. La distanza è una condanna senza appello? Si può crescere restando fedeli a se stessi? Cosa si può raccontare e cosa invece va taciuto? Sono domande che tanto lui quanto lei si pongono, consegnando la propria voce all’archivio magnetico, alle pagine del diario e a lettere struggenti che impiegano tre settimane per arrivare a destinazione. Un giorno, forse, non serviranno più le parole; basterà tornare a guardarsi negli occhi e all’istante sarà tutto chiaro.
A trent’anni dalla pubblicazione di "Jack Frusciante è uscito dal gruppo", uno dei più grandi bestseller della letteratura italiana, Enrico Brizzi ci regala un nuovo viaggio nel mondo di Alex e Aidi, i protagonisti che hanno emozionato tre generazioni di lettori.
“Due” di Enrico Brizzi è un regalo.
Almeno lo è per me che faccio parte della generazione che è cresciuta negli anni ’90 con il mito di Alex e Aidi e del loro amore destinato a dividersi. Leggere dopo così tanti anni il seguito di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” lo ritengo un vero e proprio dono, anche perché, a dirla tutta, il rischio di andare a scalfire la perfezione di un grande classico della letteratura contemporanea era alto e invece…
Invece Brizzi ha di nuovo dimostrato di avere un talento narrativo incredibile.
“DUE”: dopo trent’anni il seguito di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”
Non appena ho saputo che sarebbe uscito, per HarperCollins Italia, il tanto desiderato seguito di un romanzo così importante della stagione dei miei venti anni, non ho avuto dubbi sul fatto di volerlo leggere assolutamente.
Il libro presenta due filoni narrativi: il primo racconta le vicende di Alex, alle prese con tutti i casini dell’adolescenza e con la sofferenza di dover stare senza Aidi per un anno. Il secondo, invece, scritto sotto forma di diario, è la cronaca dell’anno vissuto negli Stati Uniti dalla ragazza.
Chiedo venia, amico lettore: sto dando per scontato che tu conosca il punto di partenza della storia, che, tra l’altro, coincide con l’epilogo del primo fortunatissimo libro. Ma non posso fare altrimenti, leggere “Due“ senza aver letto, o almeno essere a conoscenza della storia narrata in Jack Frusciante, è un po’ come mangiare un piatto di ragù senza la pasta. Buono ma non perfetto.
Perché in realtà “Due” è un romanzo che può stare in piedi anche da sé. Scritto molto bene, avvincente e soprattutto emozionante. La differenza di stile, che l’autore sceglie di utilizzare per il racconto dei due protagonisti, serve anche a evidenziare il modo diverso con cui i due vivono la distanza. Molto composta e razionale lei, decisamente caotico lui.
Ma a diciassette anni, negli anni ’90, tra interrail e musica alternativa da sballo, tra feste negli scantinati e continue lotte con i genitori, come si poteva pensare di avere la capacità di gestire serenamente un amore – giovanile – capace di lacerare il cuore?
Riflessioni dopo la lettura
La prima riflessione che ho fatto è che noi, da ragazzi, eravamo dei veri e propri eroi. Eravamo in grado di tenere in piedi storielle pur senza cellulari e social. Per parlare con una ragazza – che vedevi solo nel weekend – dovevi passare dal telefono fisso e quindi dai genitori. Figurarsi l’idea di stare per un anno con un oceano a dividerti e con la possibilità di sentirti solo grazie alle lettere.
Eppure siamo diventati gli adulti che siamo proprio grazie a questa naturale semplicità. Non vorrei troppo divagare, ma sono uno di quei quarantenni suonati che crede di essere un privilegiato per il fatto di avere conosciuto la vita prima e dopo l’avvento di internet e di tutto quello che questo comporta.
Aver vissuto una giovinezza come quella descritta in “Due“ ci permette di conoscere bene quello che deve essere il limite che la tecnologia non deve e non può oltrepassare. Con questo non voglio demonizzare, ma dare il giusto peso.
Un’altra bella trovata dell’autore è quella di raccontare il seguito della storia tra i due protagonisti con gli occhi dell’adulto che è oggi. Brizzi, infatti, non lesina commenti affettuosi e a volte cinici, verso questa o quella scelta che i protagonisti compiono. A tratti sembra quasi che Brizzi sia allo stesso tempo il narratore e il commentatore di tutta la storia. Bella, bellissima idea.
Conclusioni
Alla fine della lettura, terminata con un finale epico che per forza di cose non posso spoilerare, mi è rimasta in testa una sensazione che non riesco a descrivere, ma che potrebbe trovare una dimensione provando a rispondere a questa domanda: crescendo, si riesce davvero a lasciare andare i ragazzi che siamo stati?
Concludendo, è chiaro che consiglio la lettura di “Due”, soprattutto a chi si era innamorato del primo capitolo della storia. Ma anche a chi, diventando adulto, ha iniziato a prendersi troppo sul serio e un bel giro in un liceo degli anni ’90 non può che fare soltanto bene.
E poi a quelli che la musica dei loro vent’anni non hanno mai smesso di farla suonare.

Autore e speaker radiofonico.
Mi piace leggere, scrivere e condividere le storie.
Il mio sito è www.stefanobuzzi.com