
Giallo
Laurana
3 febbraio 2023
Cartaceo
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Olga Cazzaniga Peroni è una brianzola ironica e pungente. Il timore che il fidanzato della nipote possa rivelarsi un cacciatore di dote la spinge ad assumere l'investigatore Franco Reali.
Quello che inizia come un incarico di routinenon solo porterà a risvoltiinaspettatai, ma stravolgerà la vita di Reali.
Oggi recensiamo “Dolce da morire” di Cristina Aicardi e Ferdinando Pastori, pubblicato con Laurana Editore.
Olga Cazzaniga Peroni, di comune accordo con la madre Irma e la sorella Ottavia, si reca presso l’agenzia investigativa di Franco Reali perché sospettano che Attilio, fidanzato della nipote Olivia, miri al patrimonio della ragazza.
Olga non è la tipica cliente che aspetta pazientemente notizie sulle indagini, tutt’altro! Lei si intromette, nonostante il categorico divieto ricevuto da Franco.
Ma torniamo al sospettato cacciatore di dote, Attilio. Davvero mira solo al patrimonio dei Cazzaniga Peroni? Oppure nasconde altro?
Franco, insieme ai suoi fidati collaboratori, Nero e Giona, purtroppo per lui anche con la collaborazione di Olga, indagherà a fondo e scoprirà…
Fidatevi! Ii puntini di sospensione ci stanno tutti.
“Dolce da morire” di Cristina Aicardi e Ferdinando Pastori non è il solito “Giallo”; c’è un mistero da risolvere, colpi di scena, ci sono i buoni e i cattivi, ma tutto è condito da tanta ironia. Personalmente, ho riso dalle prime parole! Ci sono comunque anche parti su cui ci si sofferma a riflettere.
I dialoghi sono più che ben costruiti, rapidi, con botte e risposte tra i vari personaggi, che mantengono il ritmo del racconto sempre più incalzante man mano che si entra nella storia.
Passiamo ai personaggi, che sono meravigliosi. Olga, che Franco descrive come un uragano perché, nonostante non ami fare attività fisica, non perde tempo e si butta nell’azione senza riflettere. Mi è stata subito simpatica perché ama mangiare i dolci e non lo nasconde; ama leggere, è una donna colta, bella ma non lo sa; soprattutto, è arguta e ironica.
” Signora… posso chiamarla Olga?”
” Certo che può, ma non è detto che io risponda”
L’ironia la usa per difendersi dagli altri.
Franco è più riflessivo. Il lavoro che svolge lo porta ad avere gesti e parole più misurati, ma è anche un investigatore che va oltre il semplice lavoro di indagini. Cerca di trovare la soluzione meno dolorosa per i suoi clienti.
Nero, “un armadio a quattro stagioni” secondo il parere di Olga. Braccio “armato” dell’agenzia e migliore amico di Franco, che si ostina a guidare un Hammer nel traffico intenso di Milano.
Giona è molto bravo con l’informatica, ammira il suo capo e teme un pochino Nero.
Insomma, “Dolce da morire” si legge in maniera piacevole e lo consiglio a chiunque, anche a chi non ama il giallo.
Faccio mio l’appello rivolti ai due autori da Antonio Manzini, che si può leggere sul retro della copertina.
“E se questo è l’inizio non vedo l’ora che arrivi il seguito. Perché arriva vero?”
Penso che il seguito ci sarà perché i due autori hanno lasciato molte domande in sospeso per quanto riguarda i protagonisti.
Ringrazio la casa editrice “Laurana” per avermi inviato il libro cartaceo, sempre ben gradito.
Vi piacciono i “Gialli”? Cosa vi piace di più di questo genere letterario?