romanzo contemporaneo
La nave di Teseo
16 settembre 2022
cartaceo, ebook
272
Thöby ha paura di vivere, fa il meccanico in un paesino di montagna, ha scarsissimi rapporti umani. Non vede Greta, sua madre, da tre anni. Una lunga serie di incomprensioni reciproche li ha irrimediabilmente allontanati.
Ma adesso che il mare ha restituito alla spiaggia il cadavere di Greta, morta forse a causa di un malore o forse suicida, Thöby deve fare i conti con il proprio passato. Anche il rapporto di Vittoria, la migliore amica di Greta, con la figlia Margherita è faticoso e frustrante: nello stesso momento in cui le ha annunciato di essere incinta, Margherita, mossa da un dolore antico e mai dimenticato, ha anche proibito a Vittoria di interessarsi attivamente alla gravidanza.
Il commissario Roberto Lumis ha fama di essere un uomo inflessibile ma c’è qualcosa in Thöby che lo interpella nel profondo. L’incontro fra le solitudini di Thöby, Vittoria e Lumis alla camera ardente di Greta e gli eventi inaspettati che ne seguiranno scardineranno con rara potenza dinamiche cristallizzate da anni.
Dopo “In compagnia della tua assenza”, Colette Shammah torna con un romanzo sulla memoria, i silenzi famigliari e il potere curativo delle parole.
Qual è il confine che passa fra un testo di narrativa ed uno di letteratura? Quand’è che un libro ha davvero così tanto da dare e da insegnare da poter essere inserito in un testo scolastico e far da esempio a ragazzi e studenti curiosi e affamati di conoscenza? Mi sono chiesta questo appena arrivata all’ultima frase di questo piccolo capolavoro, perché Colette Shammah, con il suo “Dietro la porta chiusa” ha superato i miei confini di romanzo tradizionale per arrivare ad un qualcosa che va assolutamente analizzato e studiato.
“Nel silenzio di mio figlio sento qualcosa che appartiene a me, che mi riguarda in prima persona: una debolezza che ho scoperto durante la nostra separazione. Non sono stata capace di distanziarmi da lui, l’ho considerato un bambino sfortunato rimasto bambino anche dopo i vent’anni“
La storia, tenera e delicata, che quasi hai paura di poterla infrangere con pensieri troppo forti; la tecnica, talmente impeccabile da accoglierti senza nemmeno fartene rendere conto; e la scrittura, dolorosa, triste, materna, che ti travolge con la sua struggente emergenza da farti quasi girare la testa.
Tutto, in queste pagine, nemmeno trecento, ma più che sufficienti per riempirti il cuore, sa di un dolore seminato sotto la superficie. Un dolore che non per forza abbiamo provato, ma che, nella maniera più totalizzante, tocca tasti che ci fanno sentire parte di esso.
E cos’è un libro se non la rappresentazione scritta delle emozioni che abbiamo provato?
“Dietro la porta chiusa”, e già questo titolo simbolico può racchiudere mille sfumature di quello che andremo a leggere, è la storia di tre personaggi molto diversi fra loro, Greta, Vittoria e Thöby, che, dopo la morte improvvisa di una di loro, Greta, si ritroveranno a combattere coi fantasmi del passato; con quegli scheletri più che murati nell’armadio che avranno paura di uscire. Perché, significherebbe, affrontare una parte ancora troppo complessa del loro essere.
“Si comunica che in data 29 luglio 2010, non lontano dalla località di Bodrio è stato ritrovato in mare – privo di vita – il corpo della signore Greta Micael Martin” – Dietro la porta chiusa
Questa morte così irreale lascia un vuoto enorme nelle persone che l’hanno vissuta. Non solo per il dolore, ma anche e soprattutto per la difficoltà di affrontare la vita senza Greta. Fermandosi a guardarsi dentro, per trovare la forza di ritrovarsi. A guardarsi intorno, cercando la forza di capire.
La solitudine e il silenzio di questi personaggi si percepiranno in ogni capitolo, riuscendo ad emozionare totalmente il lettore, che non potrà far immediatamente proprie le difficoltà dei protagonisti.
Thöby è il figlio ventenne problematico di Greta, con un segreto nel cuore che gli ha rovinato la vita. Un ragazzo difficile, vittima di dipendenze, che rivedrà dopo tre anni sua madre in un freddo obitorio di una città che non lo ha capito.
Vittoria è l’amica di sempre, compagna di una vita, dura, puntigliosa, sola. Troppo sola.
Il medico, una professionista impeccabile che non riesce nemmeno ad essere compresa da sua figlia, aveva in Greta l’unica vera confidente.
E Greta, che vive nei racconti delle persone che l’hanno conosciuta ed amata. Greta, così forte e così fragile, così materna e così disperata. Alla ricerca continua della felicità di quel figlio inquieto; alla ricerca continua di una vita che lo avrebbe potuto accogliere.
Un insieme di vite, un percorso legato da un filo invisibile che neanche la morte è in grado di tagliare.
Non credo di poter aggiungere altro, perché questo romanzo va sentito, va provato.
Va fatto entrare piano piano nei nostri pensieri per poterne contenere l’urgenza. Va fatto entrare piano piano per non farlo più andare via.
L’autrice
Colette Shammah è nata e vive a Milano. Con La Nave di Teseo ha pubblicato il suo primo scritto, In compagnia della tua assenza (2018).
Appassionata di lettura e scrittura fin da bambina, ho scritto e pubblicato quattro libri. Moglie e mamma, passo le mie giornate ad inventare storie d’amore per emozionare chi le leggerà.