
Strade Blu
Narrativa
Mondadori
18 Febbraio 2020
cartaceo, e-book
368

Alicia "Plum" Kettle fa di tutto per non essere notata, perché - quando sei grassa - essere notata significa essere giudicata. Ed essere giudicata male, per dirla tutta. In attesa dell'intervento chirurgico miracoloso che le farà perdere peso una volta per tutte, Plum lavora a un periodico per teenager rispondendo alla posta delle lettrici, che le confidano i loro tormenti di giovani donne: un seno asimmetrico, le molestie di un fratellastro, un'inclinazione all'autolesionismo, ecc. ecc.
Ma quando una ragazza misteriosa con collant sgargianti e anfibi neri comincia a seguirla, Plum finisce in un vortice di strane vicende e incontri bizzarri che la porteranno a conoscere il mondo di Calliope House - una comunità underground di donne che rifiutano le regole della società - e la costringeranno a confrontarsi con i costi reali del "diventare bella". Contemporaneamente, un gruppo guerrigliero sparge terrore a piene mani in un mondo che maltratta le donne, e Plum si ritrova implicata in una trama sinistra che avrà conseguenze esplosive.
“Era bello essere liberi. Trovando una forza inaspettata nelle gambe, continuai la mia corsa, sentendo l’aria e il sole sulla faccia, lanciandomi nel vasto mondo che improvvisamente sembrava troppo piccolo per contenermi.”
Si fa chiamare Plum e come la susina (plum in inglese) è carnosa e rotonda. Il suo vero nome però è Alicia Kettle, un nome nel quale lei non si riconosce, come non si riconosce nel corpo che vede riflesso allo specchio. Quell’immagine non è Alicia perché Alicia è una donna magra e desiderata da tutti, solo che ora è soffocata dalla massa adiposa di Plum che pesa 130 chili.
Plum è Alicia quindi, o Alicia è Plum?
La domanda sull’identità della protagonista non è uno degli indovinelli senza risposta del Cappellaio Matto: è invece la scintilla che fa deflagrare la vicenda narrata da Sarai Walker nel suo Dietland.
A trent’anni d’età, l’esistenza della protagonista di questo stupefacente racconto è piatta e monotona.
Plum non esce mai dall’appartamento di Brooklyn, che il cugino le ha affittato a un prezzo irrisorio, se non per andare al bar dell’amica Carmen, dove per tutto il giorno rimane seduta ad un tavolino con il suo computer, rispondendo, a nome di una magrissima e odiosissima editor, alle innumerevoli mail delle giovani lettrici – emotivamente disturbate – di una rivista per adolescenti.
Plum ha sempre molta fame. Sin da quando era ragazzina, segue diete che la riducono quasi al limite della denutrizione e in questo perenne stato abulico continua, in modo compulsivo, a calcolare il numero di calorie ogni volta che ingurgita qualcosa, persino quelle delle pastiglie contro la depressione che prende dai tempi del college per una storia con un ragazzo finita ancor prima di cominciare.
L’industria delle diete è la più redditizia tra le industrie inutili.
È chiaro che Plum non riesce a venire a capo di niente dovendo convivere con un corpo che odia e che è oggetto di stupore e di scherno. E proprio mentre continua a trascinarsi in questa apatica sofferenza e in questa inconcludente bipolarità corporea, entra nella sua vita una misteriosa ragazza dai lunghi capelli neri che indossa collant dai colori sgargianti e anfibi neri.
Proprio come Alice, che seguendo il Coniglio Bianco si trova catapultata in un’altra dimensione, Plum, incuriosita, si lascia trasportare da questa sconosciuta nel mondo di Dietland, popolato da donne le cui storie sono storie di lotta per affermare la propria individualità.
L’epicentro e il motore di questo universo è Verena, la figlia di Eulalya Baptist, che a suo tempo, grazie alla dieta basata su prodotti incommestibili era riuscita lei stessa a dimagrire e a creare un vero e proprio impero economico. Grazie a Verena sarà finalmente possibile per Plum riconoscersi, non senza sofferenze ed incertezze, in Alicia. Sarà infatti una vera e propria maturazione spirituale che renderà Alicia-Plum consapevole di poter librasi leggera nella vita.
Ma Dietland non è solo la storia raccontata dalla voce di Plum, perché al suo percorso iniziatico, si intrecciano le vicende e le gesta di alcune donne, segnate dal dolore, dall’ingiustizia, dal sesso come moneta di scambio, che combattono una società costruita su stereotipi e sull’ingiustizia. È una vera e propria battaglia portata avanti con atti terroristici e cantata dal coro (proprio come quello delle tragedie greche) delle anchorwomen dei programmi televisivi tanto seguiti dal pubblico americano.
CONSIDERAZIONI PERSONALI
“Dietland” è un romanzo che è stato definito dalla critica un po’ mystery e un po’ manifesto e da cui è stata tratta anche una serie televisiva. Indipendentemente dal genere in cui si colloca rimane, in ogni caso, un tipo di narrativa dal ritmo serrato, una storia che tiene incollato il lettore dalla prima all’ultima pagina e che allo stesso tempo si fa anche denuncia dell’atteggiamento tipico della società americana di considerare l’aspetto fisico determinante per il successo e l’approvazione sociale.
Gemma preziosa di questo romanzo è la squisita ed attenta scelta dei nomi dei personaggi, nomi che veicolano significati nascosti e che arricchiscono una narrazione già di per sé molto accattivante e stimolante. Non è un caso, infatti, che il percorso di Alicia (Plum) in Dietland richiami quello di Alice in Wonderland, o che il cognome di Eulalya sia Baptist, quasi ad incarnare la figura di un Giovanni Battista per le migliaia di obesi che si convertono alla ricerca della forma perfetta.
La figlia di Eulalya, Verena, porta invece un nome che determina la sua missione poiché etimologicamente si ricollega alla parola verità. Last but not least, l’esempio forse più sottile ma anche più azzeccato quello, cioè, di Calliope House, la casa di Verena aperta a tutte le donne impegnate a creare un mondo migliore, un luogo dove donne come Alicia/Plum possono trarre ispirazione per migliorare la propria vita proprio come la musa Calliope ispirava il canto della poesia epica.
L’autrice
Sarai Walker, è cresciuta in California e ha completato gli studi in scrittura creativa presso il Bennington College per poi conseguire il PhD in Inglese all’University of London. Ha scritto articoli per diversi giornali, tra i quali il “New York Times”, il “Guardian” e il “Washington Post”, e ha insegnato in università statunitensi e inglesi. Dietland è il suo debutto come scrittrice. Attualmente vive a Los Angeles, dove sta lavorando a un secondo romanzo. Attivista del movimento per l’accettazione del grasso, con i suoi scritti cerca di combattere gli stereotipi rivendicando per la parola “grasso” un valore di pura e semplice descrizione.