
romanzo contemporaneo
NN Editore
28 ottobre 2022
cartaceo, ebook
400

Lilia Liska è sopravvissuta a tre mariti, ha cresciuto cinque figli e ha visto nascere diciassette nipoti. Ora vive in una residenza per la terza età e ha un unico obiettivo: leggere il diario del suo amore segreto, Roland Bouley – un uomo appassionato ma anche fragile e vanesio – e contestare ogni evento, correggere ogni ricordo in argute note a margine.
Il diario di Roland si trasforma così in un dialogo silenzioso, una conversazione intima lunga una vita, in cui Lilia ripercorre l’esistenza di Roland, opponendo la propria versione a quella di lui, narrando la relazione fugace e clandestina che li ha uniti e rivelandone le tragiche conseguenze – una figlia illegittima, amata e scomparsa troppo presto.
E nelle parole non dette, nei pensieri inespressi, nelle vite divise, Lilia cerca le ragioni di quell’amore mai dimenticato, e del dolore pungente che non l’abbandona. Se vado via è un viaggio nel tempo dove passato e presente vivono fianco a fianco e dove la voce di Lilia e quella di Roland si alternano in due verità inconciliabili, eppure vicinissime.
Illuminando i moti più liberi e profondi del cuore, Yiyun Li torna con un romanzo sui ricordi e sulla memoria, il luogo in cui la vita e la morte prendono forma.
“Quando si è vicini alla morte non si ha bisogno di chissà quali scuse per giocare ad essere vivi di nuovo”. Cosa resta di una vita, dopo che chi l’ha vissuta se n’è andato? Rimane molto, se c’è qualcuno che la ricorda, che analizza il passato e che riflette su quanto è accaduto. È proprio questo che fa Lilia Liska, la protagonista di “Se vado via” dell’autrice Yiyun Ki, cinese di nascita ma trapiantata negli Stati Uniti.
Con la tipica grazia orientale, l’autrice sviluppa il tema del ricordo e del ricordare in un romanzo complesso ed elegante. La storia, pur svolgendosi su due piani temporali diversi (il presente di Lilia, ormai ottantunenne, ed il passato visto attraverso la rilettura, quasi una esegesi, dei diari dell’uomo che ha amato), appare ad una prima lettura molto ramificata; ma, a mano a mano che ci si sintonizza con gli avvenimenti narrati, riesce a regalare una profonda riflessione sulla vita.
Lilia vive in una residenza assistita per anziani in California, dove si impone per il suo carattere diretto e quasi critico quando si rapporta agli altri attempati ospiti della struttura e alle attività che sono chiamati a fare. In particolare, quando viene proposto il corso di scrittura memorialistica, Lilia si trova a riflettere su cosa rappresenta il passato. La sua vita non è stata certo semplice e lineare. Ha, infatti, avuto tre mariti, ha allevato cinque figli e ha visto nascere ben diciotto nipoti. È, però, l’impatto che Roland Bouley ha avuto sulla sua esistenza, un uomo che ha frequentato brevemente da giovane e che le ha dato una figlia, Lucy, senza che lui ne venisse mai a conoscenza, a determinare quello che è ora.
C’è qualcosa di particolare infatti in Lilia. Affascinata da Ronald, ha amato, in modo diverso, i suoi tre mariti, soprattutto il primo Gilber. Un ragazzo idealista e forse più fragile che l’ha sposata sul finire degli anni ‘40, anche per nascondere la gravidanza non legittima che darà vita a Lucy. Lilia è stata una madre che ha amato tutti i figli, ma che ha sempre sentito un affetto particolare per la figlia di Roland. Una bambina strana che, crescendo, non riuscirà a sopportare il peso dell’esistenza e si toglierà la vita, lasciando un vuoto in Lilia, ma senza per questo annientarla e impedirle di andare avanti.
Nonostante tutto il dolore della perdita, delle difficoltà che ha incontrato, Lilia non si è mai piegata alla disperazione e ora, che di anni ne ha 81, non teme la morte. Continua imperterrita a vivere giorno dopo giorno, perché ricorda. E la maggior parte di questi ricordi sgorgano dalla lettura, iterata molte volte, del libro contenente i diari di Ronald, che coprono un arco di tempo dal 1929 al 1987, a cui Lilia apporta note e appunti che vogliono aggiungere una verità che sfugge all’amato autore.
Un continuo rileggere le pagine scritte da un uomo concentrato su se stesso, che aspirava a diventare scrittore e che, per tutto l’arco della sua vita, aveva amato una sola donna, la vedova Sidelle Ogden, pur sposando una lontana cugina Hetty, donna frigida ma con il capitale sufficiente a renderlo un uomo libero di seguire i suoi interessi. Per rimanere vicino a Sidelle, Ronald aveva girato mezzo mondo, sempre in bilico, sempre in cerca di una certezza che non aveva. E Lilia, pur consapevole di non aver avuto una parte determinante nella sua vita, lo aveva amato ugualmente e dei suoi diari ne ha avuto bisogno come la vite ha bisogno del palo su cui si attorciglia per sostenersi.
“Se c’era qualcosa che Lilia non aveva avuto intenzione di lasciare ai suoi discendenti era proprio la storia della sua vita. I figli la conoscevano a spizzichi e bocconi, in quanto ne facevano parte, ma quello che lei non aveva voluto che sapessero non sarebbe mai entrato in loro possesso. Il suo passato doveva rimanere ignoto e finire in cenere insieme a lei” – Se vado via
La scrittura, dove gli scarti verbali sono delle piccole scosse nel fluire della narrazione, cesella, con lucido lirismo, l’amino di Lilia. Quella Lilia che, se avesse dovuto scrivere della sua vita, avrebbe scritto dei suoi giardini.
“La devozione richiede longevità, e il vero spirito di vendetta è come la vera fedeltà: non ci si può vantare né dell’uno né dell’altra, a meno che non si sia vissuto più a lungo della data di scadenza di quei deperibili sentimenti chiamati amore e odio. Vivere una lunga vita significa estirpare le persone che non meritano né la devozione né la vendetta. Lilia aveva sempre preferito i fiori che fioriscono per tutta la stagione” – Se vado via
Quanto cerca di fare Lilia è evitare che la vita ed il ricordo di Roland si dissolvano una volta che lei non ci sarà più. Infatti, alla nipote Katherine, la figlia di Lucy, da lei accudita sin dai primi giorni di vita, e alla figlia di questa, Iola, lascia le sue note ai diari dell’uomo che ha amato.
“Conobbi Roland nel 1945 e Lucy nacque nel 1946. Io ebbi una piccola parete nella sua vita e Lucy non ne ebbe nessuna. Ma questo non ha importanza. Ricordate: solo le persone deboli cercano il riconoscimento degli altri. Noi ci riconosciamo da sole”
In ultima analisi, potremmo dire che “Se vado via” di Yiyun Li, dove le donne sono i caratteri più forti, quelle che, verrebbe da dire, fanno girare il mondo, non solo è un romanzo sulla profondità dell’amore, sul dolore della vita, ma, soprattutto, sulla potenza del ricordo, che altro non è se non la determinazione a continuare a vivere fino in fondo.