
Racconti
Book a Book
2018
cartaceo
160

Pasta fatta in casa è una raccolta di racconti incentrati sull’agio e sul disagio dei vari protagonisti. Essi, slegati l’uno dall’altro, sembrano però raccontati dalla stessa voce narrante che si declina in più storie, aprendo il sipario su ambientazioni urbane, diversi fraintendimenti, malesseri autentici e problematiche poco originali. Fra queste pagine non troverete eroi morali o paladini della giustizia, ma piuttosto lo stridente contrasto fra persone normali che fanno cose semplici e il mondo attuale, un mondo accelerato e decadente che di normale, ormai, ha ben poco.
Pasta fatta in casa. Sfoglie di racconti tirare a mano. Spoiler: non è un testo culinario.
“[…] parlando di quello che eravamo, di quello che saremo voluti diventare e che puntualmente non siamo diventati. Ma a noi stava bene, i sogni, in fondo, si chiamano così proprio perché è difficile afferrarli, altrimenti li chiameremmo “obiettivi”, “traguardi”, e la magia verrebbe meno.”
Una raccolta di racconti. Ogni racconto è unico, e non sono tutti collegati l’un con l’altro: l’unica cosa che li accomuna tutti è la filosofia di fondo. Ogni essere umano reagisce a modo proprio, ogni essere umano ha la propria ricetta personale.
I personaggi dei racconti sono persone ordinarie, semplici, che svolgono una vita che conosciamo bene. Attraverso il limpido, e a tratti romantico, stile dello scrittore, è possibile vivere assieme ai personaggi le emozioni, le difficoltà e le preoccupazioni: la rabbia, il tradimento, la ricerca nel proprio posto nel mondo, la paura, l’adrenalina.
Tornando sullo stile, è necessario ammettere che il testo ha molti toni e aspetti da valutare: a tratti è molto sensibile, in altre circostanze molto crudele, spesso arrogante, ma anche delicato. Sembra quasi una zuppa stilistica. L’ho trovato interessante perché ogni racconto ha come protagonista un personaggio diverso dal racconto precedente, motivo per cui cambia il tono, la voce, la linguistica. Molto ben studiato. Molto toccante è il racconto che narra della reazione di un uomo all’incidente della fidanzata: proprio qui è possibile notare che, così come nelle nostre giornate quotidiane, i pensieri e le emozioni sono molte, e spesso variano in modo quasi drastico.
I racconti sono anche di generi letterari diversi: alcuni sono molto ironici, altri quasi inquietanti.
La voce narrante è quasi sempre quella maschile, e anche questo è punto alquanto intrigante del testo.
“Per i primi due anni l’abitudine del bacio d’addio era stata parte delle nostre vite. Ora, mentre lei mi scivola dalle dita, capisco che quei baci mi mancano terribilmente. Mi mancano come la schiuma manca al mare, come al latte manca il caffè. Mi mancano come l’aria, come quell’aria che da piccolo i miei polmoni cercavano riemergendo dalle acque mentre mia madre strillava il mio nome.”
Non sempre, ma in alcuni racconti lo sfondo è quello della città toscana Firenze.
Alla fine definirei questo testo semplice. Semplice perché ha la capacità di presentare dei personaggi, con i loro pensieri e i loro disagi, senza una connotazione necessariamente negativa, ovvero senza rendere la cosa tanto “eccezionale”, ma semplicemente “normale”, umano, semplicemente così come è, così come siamo noi.
“Mi concessi ancora qualche istante, chiusi gli occhi e provai a pensare a qualcosa di bello, giusto per calmarmi un po’. Ma non mi venne in mente nulla, soltanto un vuoto allo stomaco, come se niente di bello mi fosse mai appartenuto veramente.”
Nonostante la scelta del titolo sia chiara durante la lettura del testo (un racconto si intitola come il testo), personalmente non sono particolarmente convinta di questo titolo, ma questa è l’unica nota negativa al testo.