Narrativa
Marietti 1820
27 agosto 2020
cartaceo, ebook
123
I luoghi e i personaggi sono gli stessi dei Promessi sposi, eppure in questo inedito romanzo di Piumini qualcosa non torna. Spetta al lettore scoprire cosa. Nell'attesa si può soltanto dire che se Manzoni parlava di spagnoli per intendere austriaci, anche qui avviene altrettanto e, con la scusa di una storia collocata in un tempo remoto, si parla di oggi, dell’uso improprio dei santi, della volgarità dei prepotenti, dei preti pavidi e degli avvocati disonesti.
In questo ironico, poetico e affettuosamente dissacrante corpo a corpo con Manzoni, il protagonista è il tempo. Perché la gente non è cambiata, nei secoli, quanto si crede. Sempre tentiamo di essere felici, Sempre proviamo, con poche parole, a descrivere il mondo. Sempre alziamo il naso, in certe sere d'estate, a guardare la luna.
“Facciamo meglio ad andare, Renzo”.
“Sì, ma vorresti, quando saremo grandi?”.
“Vorrei cosa?”.
“Quello che ho detto prima”
“E cos’hai detto prima?”.
“Essere fidanzati, e sposarci”.
“Dai, Renzino, andiamo”.
Lui allungò la mano, le prese la stoffa della manica, la scrollò.
“Vorresti?”.
“Te lo dico domani”.
“Perché domani?”.
“Perché domani c’è la luna piena”.
Quanta fatica costa studiare I Promessi Sposi! E ci siamo passati tutti: pomeriggi interi a leggere e rileggere quelle astruse vicende che apparivano impossibili da riassumere, impegnati a imbastire temi sulla poetica del Manzoni, sulle sventure della Monaca di Monza, sull’uso dell’italiano e sulle frasi celebri, sul ‘600 visto come protagonista del romanzo, sulla Provvidenza, sulla Storia e chi più ne ha più ne metta. Consiglierei, quindi, a tutti gli studenti di oggi alle prese con questa opera fondamentale della letteratura italiana di leggere “La barba del Manzoni” di Roberto Piumini.
Innanzi tutto perché è una bella rivincita vedere il Manzoni entrare nelle pagine della storia che lui stesso ha scritto, e, senza svelare troppo della trama, essere considerato dagli altri personaggi con una certa irriverenza, e poi perché i protagonisti, i luoghi e le atmosfere, quasi quasi anche il tono della narrazione e certi espedienti narrativi sono quelli de I Promessi Sposi.
Si ritrovano, infatti, in queste pagine, come è facile supporre, Lucia e Renzo, poco più che adolescenti; Agnese, sempre accanto alla figlia e la Perpetua, con la risolutezza tipica della donna di mezz’età. Non mancano poi don Abbondio, un giovane don Rodrigo e una cricca di bravi, tutti personaggi con le loro caratteristiche e le loro peculiarità già ampiamente espresse nell’opera del Manzoni. Saranno, in particolare, i bravi ad essere il motore trainante e fulcro di questa vicenda, che, se vogliamo, rappresenta un antefatto di quella che sarà poi la storia dei due innamorati, Renzo e Lucia che, come detto, in queste pagine sono rappresentati molto giovani, ma già partecipi di una certa affinità e sentimento, che l’autore riesce a rendere evidente senza dirlo esplicitamente.
Nel riconoscere i personaggi, il lettore si sente dunque a suo agio nel partecipare a una storia dai toni famigliari, i cui risvolti e i cui meccanismi sono gli stessi de I Promessi Sposi. In particolare, ne “La barba del Manzoni”, spicca il personaggio del povero (?) Don Abbondio, “vaso di cotto tra vasi di ferro”, la cui parossistica paura già sappiamo ha condizionato le sue scelte di vita e che determina anche le traversie che qui lo vedono maggiormente protagonista.
Risulta evidente che la situazione che il vero Manzoni ha sottinteso alla sua opera viene riproposta anche in questo romanzo, ovvero anche ne La barba del Manzoni ritroviamo lo stesso quadro sociale: i rapporti tra i signori e il popolo che, vessato, assiste impotente alle soperchierie di chi per diritto di nascita o per mestiere utilizza impunemente la forza, la sottomissione degli umili e la vita semplice di un paese, in questo caso, della Lombardia del ‘600, elementi che declinati ai giorni nostri, purtroppo, sono ancora validi.
La storia descritta nel romanzo di Roberto Piumini si sviluppa in un periodo di alcune giornate e scorre velocemente alla sua conclusione dove è proprio nella Postfazione che tutti coloro i quali sulle pagine del Manzoni hanno faticato si prendono la loro rivincita.
Seppur ironico, il romanzo nasconde una vasta analisi e ricerca fatta dall’autore sul testo de I Promessi Sposi. Ed è proprio questo il motivo per il quale con ammirazione si assapora ogni singolo capitolo del romanzo, forse un po’ irriverente, ma di sicuro effetto e di grande interesse per ogni tipo di lettore.