
Narrativa contemporanea
NN Editore
6 agosto 20202
cartaceo, ebook
240

Tre donne settantenni svuotano la casa delle vacanze di un’amica, mancata da poco. Un vortice di ricordi che con tenerezza, umorismo e un’inattesa vena surreale, svela il mistero e la forza dell’amicizia, e le inquietudini dell’età matura.
“La profondità di quel sentimento aveva qualcosa di inebriante, persino di rigenerante. C’erano stati litigi e telefonate, lettere rancorose, condanne e accuse. A guardarsi indietro sembrava tutto così estenuante. Dove avevano trovato tutta quella energia? Erano tutte matte!
Forse erano stati l’alcol, i figli, le droghe, le relazioni. L’ambizione e il fallimento. I matrimoni pericolanti, l’invidia, l’altalena tra povertà e ricchezza.”
Non mi è mai capitato di leggere una storia dove le protagoniste sono tre donne ultrasettantenni e provare un moto di empatia con ognuna di loro seppure i loro caratteri e le loro esperienze di vita siano così diverse le une dalle altre. E’ quanto mi è accaduto con Il weekend di Charlotte Wood, un romanzo la cui vicenda si svolge, appunto, nell’arco di un weekend, quello di Natale, in Australia, quando splende il sole e le temperature sono elevatissime e la maggior parte delle persone sono in vacanza sulle spiagge dell’oceano.
Jude, Adele e Wendy, amiche per più di quarant’anni, si ritrovano insieme, dopo tanto tempo, nella villa di villeggiatura della loro defunta amica Sylvie in una località balneare, non per trascorrere alcuni giorni di vacanza, ma per svuotare la casa prima che la stessa venga messa in vendita. Arrivano portando con sé ognuna i propri ricordi, le proprie esperienze di vita, il proprio rapporto con l’età avanzata e non ultimo la loro perplessità nel constatare che dopo così tanto tempo sono ancora unite, nonostante tutte le incomprensioni e i momenti difficili.
È così che finiamo per seguire con interesse i pensieri di Jude, la ex-direttrice di ristoranti famosi, che cerca di mantenersi attiva e portare la maschera di donna tutta d’un pezzo, sebbene per tutta la vita sia stata la silenziosa amante di un uomo che ha sempre anteposto la famiglia e gli obblighi morali al suo amore; quelli di Adele, una donna che ha dedicato la sua vita al teatro, senza ottenere il successo strepitoso che l’aveva condotta sulla strada del palcoscenico e che a oltre settantanni si trova senza soldi e senza una casa (la sua compagna l’ha invitata a trovarsi un’ altra sistemazione), ma che continua a curare il suo aspetto e a mantenere il fisico come se di anni ne avesse venti di meno. Wendy invece è una donna sovrappeso che non cura affatto il suo aspetto esteriore; è sempre stata una femminista convinta, una docente universitaria e scrittrice di saggi accademici che ha sofferto molto per la perdita del marito di cui era innamorata e che, nella vedovanza, si è rinchiusa in se stessa, trovando rifugio nel ruolo di intellettuale e nel suo lavoro di scrittrice.
Tra queste personalità ed esperienze molto diverse scoppiano facilmente momenti di incomprensione e di tensione, sono ombre che sembrano aver accompagnato da sempre la loro quarantennale amicizia e che sfociano in battibecchi e battute frizzanti che però non riescono a nascondere una traccia di malinconia comune a ognuna di loro. La malinconia delle persone di una certa età che si trovano ad affrontare l’idea della morte, molto più assiduamente di quanto facevano anni prima.
Elemento che le tiene unite loro malgrado, è sicuramente la figura della scomparsa Sylvie, l’ago della bilancia che manteneva stabili i rapporti tra Jude, Adele e Wendy e che rappresentava il porto sicuro a cui dirigersi per risolvere tutte le difficoltà e le crisi che nel passato hanno colpito le tre donne. La sua scomparsa ha segnato un punto di svolta nella amicizia delle tre superstiti ed il fatto di ritrovarsi tutte e tre sotto uno stesso tetto scatena le pulsioni che per anni sono rimaste sopite.
Fatto fondamentale per la storia è che è stata Sylvie ad aiutare Wendy a superare la depressione seguita alla morte del marito (il finale del romanzo getterà nuova luce sulla vicenda), regalandole Finn il cane che, nonostante il divieto di Jude, Wendy porta nella casa sull’oceano. Ed è proprio Finn che diventa l’altro co-protagonista: il cane di diciassette anni, cieco e malato, sporco e spelacchiato, che è una sorta di catalizzatore per l’animo delle tre donne. Lo è palesemente per Jude che vede nei suoi occhi la riprovazione di Sylvie, mentre nella impassibilità del suo sguardo canino Alice trova la forza per reagire alla sua carriera di attrice ormai oltre al tramonto. Infine è solo con la sua presenza, nonostante sia ormai vecchio e smarrito nella cecità, che Wendy trova la forza per staccarsi dalle pastoie del passato
Il weekend è, dunque, un romanzo, dalla scrittura fluida e coinvolgente, che analizza le dinamiche di un lungo rapporto di amicizia e sull’età che avanza mentre amanti, mariti, amici, uno ad uno scompaiono, un romanzo sul rapporto che donne diverse hanno con la terza età e di come l’energia vitale, che ognuna trova in sé e nelle altre, continui a rinnovarsi anche per il futuro.
In altre parole, potremmo dire che della vicenda rimane al lettore un incoraggiamento a vivere i sentimenti di affetto per chi ha percorso con noi la strada della vita, indipendentemente dall’età anagrafica.
L’autrice
Charlotte Wood è una scrittrice australiana, considerata tra le cento donne più influenti del paese secondo l’Australian Financial Review. Nel 2016 con il suo romanzo The Natural Way of Things ha vinto lo Stella Prize, l’Indie Book of the Year and Novel of the Year e il Prime Minister’s Literary Award. Ha scritto per il New York Times, il Guardian, Literary Hub, il Sydney Morning Heralde, il Saturday Paper. Il weekend è il suo ultimo romanzo tradotto in numerosi paesi