
I misteri di Bologna #2
giallo storico
Infinito edizioni
28 marzo 2024
Cartaceo, ebook
202

Bologna, estate del 1935.
Gli abitanti dei dintorni di Strada Maggiore sono riuniti per un funerale quando le urla disperate di una donna annunciano che il conte Perdisa, sua moglie e il figlioletto giacciono riversi nel sangue nel salone del loro palazzo.
“Delitto in Strada Maggiore” è il primo libro, autoconclusivo, della serie “I misteri di Bologna” di Maria Luisa Minarelli, edito da Indomitus Edizioni.
Anche questa volta, l’autrice ci presenta un giallo interessante e molto ben strutturato. Ci troviamo a Bologna, nell’estate del 1935. L’aria che si respira è pesante, la Seconda Guerra mondiale è alle porte, le camicie nere, che camminano per le strade della città, fanno paura, non solo a Bologna.
Al termine del funerale di una giovane donna, un urlo disperato, da una finestra che si affaccia sul sagrato, dà inizio a quello che sarà tutto il romanzo: la ricerca di un pluriomicida.
Tanti personaggi e due protagonisti
A Vittorio Righi, maresciallo dei Reali Carabinieri, viene dato l’incarico di trovare il colpevole della morte del conte Perdisa e della sua famiglia.
Il maresciallo Righi è un uomo che crede fermamente nel suo lavoro, che non lascia nulla di intentato. Dopo la Grande Guerra, ha deciso che la sua missione è dare voce anche a chi non l’ha. Purtroppo, non sempre riesce a causa di superiori che vogliono mostrarsi per ciò che non sono e cadono in errori, con conseguenze terribili.
Righi ha al suo fianco due sottoposti, che lo ammirano molto, e la moglie, che è la sua confidente e aiutante fuori orario lavorativo. Sarà grazie alla consorte e al giovane Jacopo, suo affittuario, che riuscirà ad arrivare alla soluzione del caso. La personalità di Vittorio Righi è messa in evidenza soprattutto per contrasto con quella degli altri personaggi, che sono molti.
Il Conte Arturo Perdisa è un protagonista che attraversa tutto il libro, il personaggio che non c’è, in quanto il giallo si apre con il ritrovamento del suo cadavere. Maria Luisa Minarelli ha una capacità particolare nel farci conoscere i suoi personaggi. Non ce li descrive in modo meccanico ma ci dà frammenti di loro che, se alla fine della lettura mettiamo insieme, ci danno le caratteristiche fisiche e psicologiche che ce li fanno conoscere. Il conte, che non c’è fisicamente, è un uomo che ha attraversato la guerra e il dopoguerra, divenendo severo con la famiglia e duro con i braccianti. Ma anche lui ha le sue debolezze: le donne. Saranno proprio le sue donne ad aiutare Righi nella ricerca del pluriomicida.
“Ci ho pensato e ripensato, maresciallo, ma non so cosa rispondere. Il conte era un donnaiolo, lo sapevano tutti; non aveva un bel carattere, ma non credo che avesse nemici, almeno qui a Bologna”
I luoghi di Maria Luisa Minarelli
Il giallo si svolge quasi esclusivamente a Bologna, con qualche capitolo dedicato alla tenuta del Conte Perdisa, a Imola.
Bologna ci viene raccontata da due prospettive differenti. Abbiamo la città ricca e aristocratica, che conosciamo attraverso la descrizione del palazzo del conte o della villa dove si tiene una festa con invitato il Principe Umberto di Savoia. Luoghi ben lontani da quelli in cui Righi, con Otello e Ciro, vanno alla ricerca del colpevole dei delitto di Strada Maggiore. I carabinieri entreranno in povere abitazioni, in bordelli e negozi fisicamente poco distanti dalla zona più ricca del centro città, ma dove la vita è sopravvivere.
Il Conte ha una tenuta a Imola. Anche in questo caso, le descrizioni sia degli ambienti che dei braccianti sono molto accurate. Sembra di camminare per le viuzze sterrate e incontrare gli uomini che tornano dalla campagna nelle povere case. Le donne, anche, qui sono un anello fondamentale per capire la vita del proprietario e della famiglia.
“La porta della cucina era spalancata e nella penombra delle imposte socchiuse Righi scorse una bella donna florida dai lunghi capelli biondi che, seduta al tavolo, allattava un neonato attaccato al seno prosperoso mentre leggeva un romanzo. Sembrava uscita da una tela di Rubens”
Maria Luisa Minarelli ha una scrittura fluida e precisa. I capitoli brevi danno un buon ritmo alla lettura che risulta piacevole.
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐

Di una lettura mi colpisce sia una bella trama che una scrittura ricercata. Un romanzo rosa, un romanzo storico, della narrativa contemporanea non importa basta che non sia… fantasy!