fantasy
Self-publishing
ottobre 2019
cartaceo, ebook
676
Per l’apprendista bibliotecario Francesco Caldomartello sembra un giorno come tanti altri: l’ostilità dei compaesani nei confronti di un sospetto eretico come lui, il ritardo al lavoro condito dall’immancabile ramanzina da parte del vecchio e burbero bibliotecario Gugliemo Scudieri e un’infinità di noiose mansioni da svolgere tra gli amati libri.
Tuttavia, quell’agrodolce quotidianità non è destinata a durare: l’Inquisizione è stata sguinzagliata alla ricerca di eretici tra la popolazione e, proprio quel giorno, un misterioso individuo sta consultando i volumi della bibilioteca.
L’identità del visitare sconvolge profondamente il bibliotecario, ma ciò è solo il preludio del folle viaggio il cui il giovane Francesco verrà trascinato.
E se, all’improvviso, un piccolo bibliotecario che a stento riesce a sopravvivere, Francesco, cascasse in una faccenda più grande di lui? Ebbene, è accaduto in “De Opale Raptus”.
Un piccolo umano, solo una piccola futile anima, che può mai aver a che fare con creature diversissime come gli elfi o il Minotauro? I draghi o tutte le altre specie non sapevamo nemmeno dell’esistenza di una specie umana opposta alla loro per caratteristiche fisiche, comportamentali, cognitive e caratteriali.
E magari tutto inizia a causa di un inganno, o forse uno scherzo di cattivo gusto, ma… se Francesco si ricredesse?
Questo è un racconto lungo, con capitoli molto ampi e che spaziano da molte prospettive, pur se da un solo punto di vista, quello di Francesco. Sia i suoi simili e amati umani sia i luoghi a cui lui appartiene sono descritti perfettamente e non viene tralasciato alcun dettaglio.
Lo stesso dicasi per luoghi e personaggi dell’altra dimensione, come ad esempio i draghi o il Minotauro.
I periodi sono lunghi ma non troppo pesanti, alcuni più di altri.
Tutto sommato, “De Opale Raptus” non è un libro molto difficile da leggere, non pesa ed è scorrevole come stile. Il linguaggio è abbastanza semplice, tranne in alcuni punti dove appare più articolato. E mi riferisco alle parti in cui Gavriel Sevrin si sofferma sui pensieri del protagonista. Non manca l’ironia!
Seppur all’inizio il ritmo possa sembrare lento o noioso, consiglio di continuare la lettura. L’esplosione della trama arriva un po’ in ritardo, evidenziando il tanto drastico cambiamento tra l’una e l’altra parte del racconto.
L’attenzione si sposta gradualmente tra i personaggi, uno più bizzarro dell’altro. Tra un drago, un elfo e un Minotauro a volte i colpi di scena stupiscono il lettore, e forse anche Francesco stesso.
Magari, anche lui si stupisce di ciò che lui stesso fa.
Ma vi immaginate, il Minotauro che detta leggi vicino ad un folletto? Riuscite a inquadrare un Minotauro così?