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Rubbettino Editore
15 luglio 2023
cartaceo
110

Il 16 agosto del 1972 è la data ufficiale del ritrovamento di due statue di guerrieri in bronzo nelle acque antistanti la spiaggia di Porto Forticchio a Riace, in provincia di Reggio Calabria.
Da quel giorno è iniziata una storia fatta di restauri, ricerche scientifiche, ma anche di "misteri" riguardanti il recupero e l'identità dei due capolavori. Nell'estate del 1981 poi, le statue denominate con grande creatività dagli archeologi Bronzo A e Bronzo B, arrivano alla loro sede definitiva, il Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio. Ma la ricerca accademica da sola non appare esaustiva della missione degli studiosi, che devono affrontare anche l'opera di divulgazione del sapere scientifico.
Si tratta della cosiddetta Terza missione della docenza universitaria, che oggi vede la sua naturale applicazione nella public history (nota anche come "archeologia pubblica"), in cui però l'Italia sembra cronicamente indietro, con troppi accademici che ritengono una deminutio della loro importanza se parlano a una platea di non addetti ai lavori. Come l'avveduto lettore avrà compreso, l'obiettivo di questo libro è proprio quello della divulgazione scientifica.
Avvalendosi della collaborazione reciproca tra il mondo accademico e quello professionale, gli autori vogliono rendere fruibili le ricerche e le principali teorie riguardo ai Bronzi di Riace, registrate negli anni trascorsi. Ci si è prefissi di utilizzare un linguaggio piano e scorrevole, di evitare nozionismi, di mettere al centro delle argomentazioni i dati scientifici oggettivi, da cui e per mezzo dei quali arrivare a formulare le varie ipotesi.
Un tentativo, speriamo efficace, di colmare un divario tra il sapere ed il fruire.
16 agosto 1972. È il giorno in cui dalle acque prospicienti la costa di Riace venivano portate alla luce le statue bronzee di due guerrieri. Da subito, sia gli addetti ai lavori che i profani dell’arte sono stati attratti da queste opere, così ben conservate e arrivate a noi in un caldo giorno d’estate.
“… un’opera carica di significati che per lungo tempo abbiamo perso e dimenticato nei fondali del mar Jonio, ma che per ironia della sorte è tornata alla luce proprio in quegli anni più bui di Reggio che li ospita.”
Ancora oggi, sono tra i ritrovamenti che più creano interesse perché molto è ancora ignoto e tanto se ne parla. Il libro è intitolato “
Come si presenta “Dal mito alla storia. Il mistero dei Bronzi di Riace”
Daniele Castrizio, Saverio Autellitano e Cristina Iaria hanno suddiviso il libro in tre parti.
Una prima parte, intitolata “La ricerca archeologica”, ci introduce alle varie ipotesi che sono state fatte riguardo alla provenienza e alla storia di queste statue. Fino ad arrivare all’ipotesi di Moreno, che identifica Argo come terra natia dei bronzi.
Nella seconda parte, “Una ipotesi ragionevole”, gli autori si soffermano su quella che è l’ipotesi più veritiera; ci portano a conoscenza di diversi particolari di studio, che la confermano. Qui si spiega come si sia arrivati ad affermare che Pitagora di Reggio sia l’autore delle opere.
La terza parte è “La ricostruzione dei Bronzi di Riace”. Qui vengono trattati il lavoro di ricostruzione digitale, gli studi fatti sull’uso del colore e delle parti mancanti.
Il mistero dei Bronzi di Riace
Il mistero è risolto? Non completamente, in quanto sempre ci sarà da studiare e da mettere in discussione le varie teorie riguardanti queste opere, così come molte altre.
“Forse non è un caso se dopo cinquant’anni iniziamo appena a capirne il senso: un invito a non opporsi l’un l’altro, perché una guerra fratricida non ha alcun vincitore”
Il libro è molto interessante, ma più rivolto agli addetti ai lavori. Alcuni passaggi, riguardanti la ricerca sia storica che geografica, non sono semplici; si dovrebbe conoscere la storia del primo secolo a.C. per comprendere a fondo quello che si legge. Stesso problema è inerente alla descrizione della struttura delle opere d’arte; giustamente ci si sofferma sulle forme dell’elmo, piuttosto che delle lance mancanti, ma per il lettore diventa difficile seguire bene tutto.
Detto questo, ho trovato il libro ben scritto, una buona lettura per chi è appassionato di arte in generale e di questo periodo, in particolare. Le spiegazioni sono assai approfondite e non lasciano nulla di insoluto.
La scrittura, per quanto tecnica, risulta fluida e senza alcun errore.
4 stelle ⭐⭐⭐⭐✩

Di una lettura mi colpisce sia una bella trama che una scrittura ricercata. Un romanzo rosa, un romanzo storico, della narrativa contemporanea non importa basta che non sia… fantasy!