
romanzo contemporaneo
Brè Edizioni
22 luglio 2022
Cartaceo, Ebook
137

Una dedica densa di emozioni. Una lettera che va oltre l’amore, oltre il dolore. Aurora e la sua Bibi, sono madre e figlia.
Due persone unite da un immenso sentimento, un affetto che oltrepassa i legami familiari. Sono due cuori che convivono.
Una vicenda narrata ai giorni nostri e che combatte i mostri attuali. E cosa c’è di più malvagio della pandemia che abbiamo vissuto negli ultimi anni?
Le due donne si trovano a combattere un nemico sconosciuto, un rivale orribile che non ha pietà. Il Covid non si ferma davanti agli affetti, non si arresta davanti alle lacrime. Bibi e Aurora sono chiamate a superare una prova difficile, la più dura. E la sconfitta sembra essere troppo vicina e drammatica.
Pensieri, nostalgie e memorie di un passato insolito, a tratti burrascoso, sono racchiusi in un romanzo che è un inno alla vita e alla speranza. Una presa di coscienza sul fatto che anche chi non c’è più, camminerà per sempre al nostro fianco.
Recensiamo per voi “Continuare a respirare” di Veronica Polverari, pubblicato il 23 luglio 2022 per Brè Edizioni.
“La solitudine era davvero la cosa più pesante. Lo ripetevano tutti dallo scoppio della pandemia. Io fino a quel momento me ne rendevo conto solo a metà… Ero egocentrica, mi sentivo io l’artefice e la vittima di tutto quello che accadeva a me, alla mia famiglia, al mondo intero. Ero l’occhio di un ciclone che stava spazzando via la terra e tutto l’universo“.
La pandemia ha sconvolto le nostre vite e resterà per sempre nell’immaginario comune una misteriosa polmonite in una città della Cina. Una notizia di poco conto che cresce di intensità giorno per giorno. Nuovi contagi in tutta la Cina. Immagini drammatiche, ospedali al collasso, morti. Tutta la Cina si chiude, sembra arginato il problema… ma non sarà così.
Un giorno di fine febbraio è l’Italia il primo paese ad accorgersi che il Coronavirus (Covid) è peggio di un’influenza.
L’Italia diventa il nuovo epicentro del virus, che si sposta da una regione all’altra bloccando tutto ciò che c’è da bloccare: uffici, scuole, campionato di calcio, persone, economia. L’ultima volta era successo per la Seconda Guerra Mondiale.
L’intero paese è in lockdown, primo tra gli Stati occidentali ad adottare misure così severe e restrittive.
In questo libro parliamo proprio del Covid (una storia vera), di madri, padri, famiglie e tutto il genere umano che affrontano lo tsunami della pandemia. Una malattia che sprofonda in abissi di dolore, solitudine e paura.
In questi due anni abbiamo sentito tanti numeri: contagiati, guariti, morti, tamponi. Ma dietro quei numeri ci sono sempre state storie di persone, famiglie, agonie in solitudine. Medici e infermieri impegnati 24/24, paure e speranze di chi era ricoverato.
In questo scorcio di vita quotidiana, Veronica Polverari ci racconta tutto quello che è stato questo virus per la sua famiglia… scrivere per fermare il tempo.
Questo libro è scorrevole, intenso, travolgente perché ci riporta a quelle emozioni e a quelle paure. Si legge tutto d’un fiato, poi ti fermi… i ricordi si fanno sempre più vivi, il dolore di quei giorni torna a galla; poi riprendi a leggere il racconto di questa madre che viene ricoverata e da qui partirà tutto l’iter angosciante: saturimetro, ossigeno, cortisone, casco… e poi, la fine in solitudine.
“Continuare a respirare” ci riporta a quei giorni terribili, di paura e angoscia, dove le nostre certezze erano finite all’interno di una mascherina, increduli rispetto a quello che stavamo vivendo. Si continuava a ripetere lo slogan “andrà tutto bene”, non perché allora non avesse significato, ma perché la realtà dice oggi che non tutto è andato bene. La solidarietà di medici, personale sanitario e volontari ha avuto riconoscimenti pubblici, ma ha anche incontrato ostacoli nell’essere, senza salire in cattedra, una testimonianza educativa.

Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.