autobiografia
HarperCollins
27 ottobre 2023
cartaceo, ebook
160
Antonella Ferrari ha la sclerosi multipla. Sfidando giorno dopo giorno le difficoltà della malattia, è diventata attrice, ha avuto successo, ha scritto un libro in cui racconta la sua storia e che le ha permesso di entrare in contatto con tante persone che avevano bisogno di leggere le sue parole. Ma c’è un sogno che non ha potuto realizzare: diventare madre. Ogni strada, fino a qualche anno fa, sembrava essere sbarrata.
Era difficile, se non impossibile, per esempio, accedere alla fecondazione assistita o adottare un bambino, tanto che alcuni medici, ciechi e incapaci di pensare ad altro che alla diagnosi di sclerosi, le si rivolgevano dicendole di pensare piuttosto alla malattia, alla urgenza di combattere per non perdere terreno contro il Male. Così lei ha cercato, con l’energia positiva e l’entusiasmo contagioso che la contraddistinguono, altri modi per considerarsi mamma.
Attraverso la realizzazione artistica, l’amore per chi le sta più vicino, il contatto prezioso e unico con Grisù, il suo inseparabile “bambino peloso”. Partendo da “una ferita ancora aperta”, dalla necessità di venire a patti con il dolore, Antonella Ferrari ha deciso di mettersi a nudo e raccontarsi senza far mancare mai l’ironia e la leggerezza.
Comunque mamma è la storia di un sogno negato, ingiustamente, a lei e molte donne, ma al tempo stesso è la storia di una donna che sta cercando di imparare a vivere bene anche senza essere madre di un essere umano, che sta provando a inseguire vie alternative, e belle, alla maternità, senza arrendersi, così da rendere la sua vita piena… nonostante tutto.
La prima cosa che noti, quando osservi Antonella Ferrari in televisione o in una foto, è il suo sorriso. Ho sempre trovato quel sorriso dolcissimo, travolgente, un segno indistinguibile da lei, dal suo essere una donna che non si è mai arresa alla malattia, alle difficoltà, ma le ha sempre affrontate con forza, scegliendo di raccontarsi sempre. E lo fa anche questa volta.
Con “Comunque mamma” si mette ancora più a nudo, ci racconta sogni che si sono infranti a causa della burocrazia, di quelle porte sbarrate perché, per essere mamma, per scegliere di accogliere una vita, una solitudine, non basta essere persone buone, per bene, ma si guarda ad altro, a quella diagnosi di sclerosi multipla che diventa muro invalicabile per quel sogno. Il dolore, come ci racconta a cuore aperto e con le ferite ancora sanguinanti Antonella, è tanto, ma scegliere di raccontarsi è un modo anche per essere vicina a tutte quelle donne a cui è stata negata la maternità.
“Io non ho potuto avere figli. Per questo le persone a me più vicine sono sempre state molto delicate e attente nel rendermi partecipe dei loro tentativi di maternità. Hanno sempre usato, nei miei confronti, la dolcezza e l’accortezza tipiche di chi ti vuole bene, toccando l’argomento senza farmi sentire inadeguata e senza “entrare” nella mia vita”
“Comunque mamma” è un testo autobiografico che si legge tutto d’un fiato, con il cuore traboccante di emozioni, tra cui la rabbia per tutte quelle porte sbattute in faccia. Perché sembra che essere fisicamente perfetti sia più importante di quello che si è realmente; ma poi, c’è qualcosa che travalica la rabbia ed è l’ammirazione per chi, come Antonella, non si arrende, dona l’amore che ha nel cuore a chi le è accanto.
La famiglia, un compagno che con lei vive le delusioni, gli inciampi della vita, le cadute, ma anche e soprattutto l’amore che si donano l’uno all’altra, la dolcezza di quel sentimento che riversano nel loro cucciolo Grisù, un membro a tutti gli effetti della loro famiglia. C’è l’amore per gli altri, quell’essere comunque mamma dei propri genitori, di un fratello, di chi si vuole bene. Perché non è vero che se non sei mamma certe cose non le capisci. Si può donare tutto il cuore agli altri anche se non si è messo al mondo un figlio e affermare il contrario è una crudeltà che fa male, ve lo assicuro.
Antonella Ferrari affronta la delusione di non poter concepire con coraggio; quella di non poter adottare senza mai arrendersi, ma provando a sensibilizzare la società, non solo per lei ma per tutte quelle coppie che non hanno la sua voce e la sua visibilità, a cui non è stato negato solo un sogno, ma, soprattutto, l’opportunità di donare amore. Antonella ci racconta episodi importanti della sua vita, del suo percorso e ci fa partecipe dei suoi dubbi, delle tante domande che si fa mentre attende risposte alle cure, al desiderio di accogliere una vita.
“La verità, però, è che mi domandavo se sarei stata una buona madre. Probabilmente non esistono madri perfette ma solo donne che danno il meglio di sé, commettendo errori e imparando da ciascuno di essi a fare, ogni volta, un po’ meglio. Ecco, sentivo che sarei stata questo tipo di madre” – Antonella Ferrari
Oltre all’amore del suo compagno Roberto e della sua famiglia, c’è sempre qualcosa di importante a sostenerla nelle difficoltà: una fede incrollabile. E poi, c’è quel sorriso dolcissimo che è capace di illuminare chi la guarda. Ma, nonostante il coraggio, la forza, l’amore di cui è circondata, la carriera che le ha riservato grandi soddisfazioni, rimane sempre sul cuore quella ferita. Quel vuoto e quel desiderio di cambiare le cose.
“È una ferita che continua ad aprirsi. La curo, ci metto un cerotto resistente ma non serve: lei non si rimargina e sanguina. Il mio cerotto potrebbe essere la lotta per una riforma della legge relativa all’adozione ? Vorrei che non discriminasse più chi ha una malattia e sogna di diventare genitore. Vorrei che non si desse più nulla per scontato”
Credete che la legge sulle adozioni vada cambiata per far sì che anche le donne con problemi di salute o che hanno avuto un cancro possano avere la possibilità di essere madri?
4 stelle ⭐⭐⭐⭐✩
Salve, sono Giusy e sono un’appassionata lettrice da quando ero una bambina. Mi piace leggere praticamente di tutto, dai classici, ai romanzi d’amore, ma amo soprattutto la narrativa contemporanea. Adoro i manga giapponesi e scrivo racconti.