
Narrativa
Mondadori
2020
cartaceo, ebook
228

Un uomo si trasferisce a vivere da solo in una villa fatiscente nella campagna laziale. Cerca la solitudine. Con sé ha pochi ricordi, uno zaino, qualche foto, romanzi da leggere e rileggere, nessun telefono. Trascorre il tempo bevendo e nutrendosi di cibi precotti. Nel suo passato c’è qualcosa, una colpa, una perdita: non lo sappiamo, perché all’inizio Andrea non ne parla neanche con se stesso. Un giorno, di ritorno dalla spesa settimanale, gli si rompe la macchina e la vicina, Silvy, lo trova ubriaco e addormentato dentro la vettura impantanata. Si interessa a lui e lo invita a cena, ma il marito di lei non gradisce queste attenzioni. Andrea compie attività minime, che assumono densità assoluta nelle sue giornate spoglie. Osserva i movimenti elastici di Silvy nel giardino e i cambiamenti della luce con lo stesso intorpidito rapimento. Cattura insetti – un ragno, uno scarafaggio, una falena – che sistema sotto un bicchiere capovolto in attesa che muoiano. Finché arriva a cercarlo un ragazzo appartenente a una famiglia malfamata, Yuri. Ha saputo che Andrea è un insegnante di Lettere e gli chiede di dargli ripetizioni in cambio della riparazione dell’auto. Superando poco a poco le reciproche ritrosie, i due iniziano a incontrarsi, Andrea fa leggere a voce alta al ragazzo le pagine di McCarthy, Silone, Pavese, gli fa scoprire il piacere dell’identificazione, il calore e la vita che la letteratura sa trasmettere. Mette così in discussione il destino di Yuri, che la famiglia vorrebbe allontanare dagli studi, e al tempo stesso si rende conto di avere ancora qualcosa da offrire agli altri.
Giorno dopo giorno, a colpi di bellezza, empatia, sensualità, desiderio, il paesaggio ricomincia a germogliare nella terra desolata del protagonista, imponendogli la necessità di fare i conti con ciò che si è lasciato alle spalle.
Regola numero uno: bastano cinque minuti per conoscere qualcosa.
Regola numero due: non bastano cinquant’anni per conoscere qualcosa.
Andrea è un uomo tormentato, lo si capisce subito. Anche se i motivi di questo dolore non ci vengono rivelati subito si comprende che qualcosa di terribile si è abbattuto sulla vita del protagonista che, allontanandosi dalla sua esistenza precedente, decide di vivere in una villa fatiscente, apparentemente lontano da tutto e tutti. Nella sua “nuova” esistenza quest’uomo, sconfitto dagli eventi, vive senza più passione, senza stimoli, incurante del suo aspetto, della sua salute e della sua sanità mentale.
Questo romanzo di Filippo Nicosia, giovane scrittore siciliano, è un viaggio profondo, avvolgente, quasi mistico all’interno del dolore di un uomo. Dolore incolmabile e ingestibile che porta il protagonista, ex professore di lettere, a vivere giorno dopo giorno reclamando una sorta di autodistruzione. Ma forse non tutto è perduto. La presenza di Silvy, sua vicina di casa, lo scuote dal torpore sentimentale in cui si era immerso. Ma è soprattutto l’irrompere nella sua vita di Yuri, adolescente problematico in cerca di aiuto nello studio, a fargli ritrovare il giusto sentiero per rimettersi in gioco.
La scrittura di Nicosia è fluida e mai noiosa. Eccellente e sempre riuscita la descrizione dei particolari. Ottima scelta quella di sviluppare la trama in piccoli paragrafi che rende la lettura, se possibile, ancora più coinvolgente.
E ho benedetto i guai in cui mi ero cacciato perché è solo in certi momenti che i morti si lasciano rivedere dai vivi, se si ha il coraggio di guardare i graffi dove si coagula il sangue, lo sporco sotto alle unghie.
L’impianto della narrazione è costruito in maniera solida e perfettamente coerente, la caratterizzazione dei personaggi (anche quelli secondari) è sviluppata così bene che il lettore ha l’impressione di averli già incontrati nella vita di tutti i giorni. Pieno di metafore e riferimenti letterari come, ad esempio, l’improvvisa passione del protagonista per l’entomologia che richiama a gran voce “La metamorfosi” kafkiana, il racconto si snoda attraverso la riscoperta di emozioni e incanti che sembravano oramai perdute.
Nicosia ha dato vita a un romanzo che strizza l’occhio ai grandi scrittori gotici, Poe su tutti, ma anche Stevenson con il suo “Dr. Jekyll e Mr. Hyde” e “Il paradiso perduto” di Milton, autori che ci insegnano che, solo non abbandonando mai la speranza e la ricerca della luce e del bello, le nostre paure possono essere vinte e che i demoni che devastano il nostro animo possono essere sconfitti e scacciati.
L’autore
FILIPPO NICOSIA messinese, classe ’83, ha lavorato per anni in editoria prima di mollare tutto e partire per la Sicilia con la libreria itinerante “Pianissimo – libri sulla strada” (Premio Gutenberg 2014, Premio Fiesole 2015). Dopo due anni di scorribande per l’Italia, nei piccoli paesi o nelle periferie delle grandi città, si è trasferito a Firenze dove attualmente vive e continua a leggere. Nel 2013 ha pubblicato Pianissimo – libri sulla strada, a 20km per amore della lettura, un reportage narrativo sul viaggio libresco siciliano. Un’invincibile estate è il suo primo romanzo.

Luca Martorana, siciliano classe ‘73, è un ex giocatore professionista di pallacanestro e grande appassionato di “Heavy Metal”. Appassionato lettore, divora libri fin da bambino. E’ un patito di cinema e serie tv, soprattutto se di fantascienza. Ama esplorare strade sempre nuove in sella alla sua Harley. Nel tempo libero lavora….ma niente di serio.