Narrativa contemporanea
HarperCollins
4 marzo 2021
cartaceo, ebook
304
«La prof ha detto che dobbiamo ricordare l’ultima similitudine, quella dei fiori. Dante dice che ritrova il coraggio perché capisce di essere amato, di essere cercato da chi lo ama, anche se si è smarrito. Per dire questo usa l’immagine dei fiori. Dice che i fiori si chinano e si chiudono per il gelo della notte; si drizzano solo quando vengono illuminati dal sole.
La prof ha commentato così: “È solo un amore che scalda e illumina che permette di ricominciare dopo il gelo del buio”. Ha detto che alle volte non si riescono a vivere i desideri del cuore. E che essere amati lo rende possibile.». Iris ha sedici anni, tante insufficienze a scuola e una continua ribellione incollata addosso. Ha perso sua madre che era ancora bambina, vive col padre e trascorre le giornate naufragando tra i sogni e le domande che ogni adolescente porta con sé. I suoi silenzi iniziano a frantumarsi grazie a Manfredi, un ragazzo bravo a scuola, amante della musica e trascurato in famiglia. Manfredi è l’amore che Iris non può vivere, l’amico che non si stanca di attenderla sulla collina del silenzio, un posto solo loro, un luogo nascosto dove si può cercare il cielo. Le cose precipitano quando il padre di Iris si ammala; nonostante l’amore e i desideri brucianti della giovinezza, nulla sembra riuscire a vincere il vuoto che può travolgerci. In un giorno d’autunno, Iris incontra Chiara, una giovane supplente di Italiano.
Ai suoi occhi è la solita professoressa piena di parole e vuota di domande. Ma Chiara scorge in Iris un talento nascosto e il riflesso di un dolore conosciuto. Per questo infrange il suo silenzio facendo, di quel talento, la strada per salvare l’anno scolastico e la bellezza che Iris custodisce in sé, quella a cui non crede più. Perché, a volte, i silenzi delle anime, quando qualcuno li incontra, cadono senza far rumore, come le foglie d’autunno, insegnandoci che solo dove vivono ferite e attese può nascere la ricerca del proprio volto e di ciò che lo può salvare.
Grazie a Chiara, Iris e Manfredi si avvicinano ancora di più, si parlano e provano a scoprire insieme la bellezza del silenzio, di un verso di Dante, dell’infinito che è in un cielo stellato e dentro il nostro cuore.
“Ai miei alunni, uno per uno. Continuate a insegnarmi che si vive per cercare un senso che ci restituisca la vita, che la scuola deve aver a che fare con la vita e con l’amore, che l’uomo e il suo cuore sono sempre un mistero che non conosco e che esiste per farmi crescere e cambiare.”
Iris è una ragazzina molto sensibile, anche se a molti non parrebbe. A scuola non fa altro che scontrarsi con i suoi professori e abbandona l’aula quando più le aggrada. Come risultato, ottiene delle sospensioni che, aggiunte allo scarso rendimento, mettono in serio pericolo il suo anno scolastico.
Deve cambiare il suo modo di fare, ma proprio non ci riesce. A cosa serve una scuola dove si studiano cose accadute secoli fa? Amori osannati da poeti ormai scomparsi, concezioni obsolete della vita e della morte, a chi possono interessare?
Lei sa cosa vuol dire non avere più una persona accanto. Sa cosa significa alzarsi ogni giorno e sapere di non potere più udire la sua voce che, lentamente, si allontana anche dai ricordi. Sua madre sì che sapeva cos’era la poesia, ma da quando non c’è più, Iris non riesce più a raggiungere il cielo.
“La felicità. Era mai scesa a vivere fra le strade degli uomini? Iris non lo sapeva. Sapeva soltanto…che i sogni della sua infanzia si erano infranti in un’attesa infinita, mentre i suoi anni avevano cominciato a correre senza risposta”.
Spesso, dopo la scuola, si rifugia nella “collina del silenzio”, un posto che la lega alla sua infanzia. Lì Iris ha imparato ad ascoltare il suono del silenzio, a meravigliarsi di fronte ad esso, a cercare “l’infinito che si fa nelle cose”. In quella collina, accarezzata dallo sguardo invisibile e senza tempo della donna che le ha insegnato a vivere, imparerà a conoscere meglio Manfredi, un suo compagno di classe. Manfredi si offrirà di aiutarla a recuperare le sue insufficienze scolastiche. Tra i due ragazzi nascerà una tenera amicizia, che permetterà a Iris di affrontare la nuova prova che la vita le metterà davanti: la malattia del padre.
Intanto nella scuola arriva Chiara, una nuova insegnante, in sostituzione di quella d’italiano.
Innamorata del suo lavoro, e conscia dell’importanza dello stare dietro a quella cattedra, Chiara riuscirà a trasmettere a quei ragazzi annoiati il suo entusiasmo per la vita. Rendendo attuali le parole di Dante e, soprattutto, guardando quei visi smarriti con occhi pieni di speranza, riuscirà a raggiungere il cuore dei suoi alunni. In particolar modo, sarà quello di Iris che riuscirà ad abbracciare, proprio ora che lei ha più bisogno di aiuto…
Ho voluto cominciare questo libro meraviglioso riportando una delle frasi della autrice. Maria Segato non è solo una scrittrice, ma insegna lettere in una scuola superiore. Avendo a che fare con adolescenti, capisce le loro sofferenze, ma conosce anche la grande energia che quei ragazzi hanno dentro. Questo è il suo libro di esordio, col quale manda un messaggio ai giovani di oggi; utilizzando la Divina Commedia, e precisamente i canti dell’Inferno, fa loro capire che bisogna imparare ad attraversare gli inferni che ciascuno di noi si trova davanti per poi “riveder le stelle”. Nella vita si può sempre ricominciare, questo dice lei ai suoi alunni, e per farlo bisogna fidarsi degli altri.
E Iris, dopo un primo attimo di diffidenza, si fida di quell’insegnante che in lei vede ciò che nessuno ha mai notato. Chiara riesce a tirar fuori la poesia di Iris, che profuma come un fiore selvatico in un prato bruciato. Solo la ragazza può far rinverdire quella distesa di dolore e malinconia che si porta appresso; per farlo deve innaffiarla, così come sua madre le ha insegnato. Ascolta le foglie Iris, ascolta il cielo, e ascolta la sua anima, che, grazie all’aiuto di Chiara, riesce a tirar fuori la sua voce proprio quando credeva di averla persa.
Bellissimo il libro, bellissimo il messaggio, stupenda la caratterizzazione dei personaggi, sia principali che secondari. Ognuno di loro è visto nella sua complessità, che li rende veri e credibili. Un continuo chiaroscuro di emozioni riempie le pagine, colpendo il lettore, che, senza rendersene conto, diventa parte del mondo disegnato.
Vi dico solo che in certi passaggi mi sono talmente emozionata da versare qualche lacrima.
Ho apprezzato e ammirato la delicatezza con cui l’autrice si è avvicinata al mondo degli adolescenti. Mai un giudizio, mai un rimprovero. Da ogni pagina, da ogni riga, si evince l’amore che ha per i ragazzi. Cerca di capirli, di tirar fuori i loro colori, mescolando l’oggi con l’ieri, grazie anche alle parole eterne del Sommo Poeta.
In quell’universo caotico, confuso e pieno di ribellione che i ragazzi sono soliti esternare nell’adolescenza, la Sagato ha trovato una sensibilità senza pari, una voglia di immenso, amore e felicità che forse neanche loro sanno di possedere. Ragazzi, fiori nel gelo notturno, bellissimi e nello stesso tempo sofferenti; anime fragili e spaventate di fronte allo svanire dell’infanzia; giovani che devono trovare un posto nella realtà estranea che gli si para davanti. Avere insegnanti come la Sagato, in grado di entrare in punta di piedi nel loro baratro di insicurezze per tendere loro la mano, credo sia la più grande fortuna che possa loro capitare.
Ringrazio l’autrice per questo libro stupendo. Lo farò sicuramente leggere a mia figlia che è nel pieno dell’adolescenza. Spero che anche lei, come la piccola Iris, riesca a non scordare mai di “cercare le cose di lassù, dove l’infinito si fa sole la mattina e stella la sera”.
E voi, vi siete mai soffermati ad ascoltare il silenzio dentro le urla dei giovani?
Sahira
Sono emozione e di essa mi nutro
trovando scialbo ciò che non colora,
Sono emozione che con la penna divora
il bianco candido di un libro vissuto…