Thriller
NN Editore
24 marzo 2023
cartaceo, ebook
354
In un caldo pomeriggio di fine novembre a Durton. Australia, la dodicenne Ester scompare mentre torna a casa da scuola, la comunità della piccola cittadina sprofonda in un vortice di dubbi e dolore.
La detective Sarah Michaels, donna queer in un mondo maschile e maschilista, viene inviata sul posto per indagare, e ben presto i sospetti cadono sul padre della ragazzina, Steven, un uomo affascinante dal passato controverso.
La detective non è la sola a voler far luce sul caso: anche Ronnie, la migliore amica di Esther, è determinata a scoprire la verità, ma si scontra con i segreti e le bugie delle persone intorno a lei, incapaci di sacrificare la propria reputazione in un ambiente dove tutti si conoscono e le voci si diffondono rapidamente.
“La nostra città non era una scelta, per noi. C’era e basta” – da “Città di polvere” di Hayley Scrivenor, NN Editore.
Quando una ragazzina scompare da un piccolo paese dove tutti si conoscono da sempre, i sospetti cadono spesso sui famigliari. Il padre della ragazzina viene arrestato dopo il ritrovamento, nella sua auto, della scarpa che indossava la figlia al momento della sparizione. La migliore amica di quest’ultima non crede sia lui il responsabile, vuole ritrovarla e segue attentamente l’andamento delle indagini, provando a fornire il suo contributo.
“Essere bambini significa anche non dover pensare a come gli adulti ottengono le informazioni” – Città di polvere
Ronnie è il diminutivo di Veronica, nome che la sua proprietaria dodicenne detesta in quanto troppo serio. È una ragazzina sveglia e vivace. Vive con la madre Evelyn, una donna dal passato turbolento, ma che, dopo la sua nascita, ha archiviato definitivamente, trasformandosi in una madre attenta e responsabile. Ad Evelyn non importa nulla di ciò che i suoi concittadini pensano di lei in merito ai suoi trascorsi. Le importa unicamente del benessere di sua figlia.
Ronnie vuol bene a sua madre ma, a volte, sembra non bastarle. Si chiede spesso chi possa essere suo padre e se lo immagina come Steve Bianchi, quello della sua migliore amica Ester.
“La mia migliore amica portava il suo nome, Esther, come una regina che porta la corona in modo sbarazzino” – Città di polvere
Steve è un papà gentile e simpatico, la tratta come fosse una figlia ed è bello pensare di far parte della sua famiglia. Per Ronnie, Ester è speciale. Sono coetanee, frequentano la stessa classe e passano molto tempo insieme. Si dicono tutto perché sanno di poter contare l’una sull’altra. Si sentono sorelle nel cuore. A volte, a loro, si aggrega anche Lewis, un loro compagno di scuola, emarginato dai ragazzi a causa della sua insicurezza, oltre che per la sua scarsa attitudine allo sport. È un ragazzino esile e timido, figlio di Clint Kinneard, un uomo notoriamente violento e dedito all’alcol.
“E lui sapeva di non essere il figlio che suo padre avrebbe voluto”
Quando Ester scompare nel nulla, sua madre Constance è disperata e pensa subito al peggio. Suo marito Steve è il primo sospettato. Quell’uomo così bello e sfuggente, che l’aveva affascinata anni prima e con il quale aveva deciso di trasferirsi a Durton, non può aver fatto del male alla loro bambina. Proprio lui, che aveva insistito per lasciare la città per poterla crescere in un luogo più sicuro! Eppure il seme del dubbio si è insinuato in lei…
“Era la sua maledizione essere consumata dalle persone che aveva attorno”
La detective Sarah Michaels è la responsabile dell’indagine. È una donna forte e determinata, che ben si destreggia in un ambiente di lavoro maschilista, dove si è costruita una carriera di tutto rispetto. Dentro di sé cova, tuttavia, una serie di rimpianti a causa di una relazione amorosa complicata, finita nel peggiore dei modi.
“Ci sarebbe stato sempre un domani oppure una nuova angolazione da cui osservare le cose”
Una trama estremamente avvincente, dal linguaggio narrativo semplice, che conferisce alla lettura un ritmo molto concitato. La struttura è piuttosto singolare. Il titolo di ogni capitolo è dedicato al relativo narratore, che si racconta attraverso il proprio vissuto, esponendo i propri pensieri e sentimenti in merito alla sparizione della ragazzina e alle relazioni instaurate a Durton, la “città di polvere”.
Durton si trova in Australia, è un luogo dove tutti si conoscono perché hanno frequentato le medesime scuole e compagnie o perché hanno legami di parentela. È una realtà di tipo rurale, dove la gente non è particolarmente accogliente, ma c’è molta curiosità verso chi viene da fuori.
“All’inizio avevano pensato che fosse timida. Poi che fosse sulle sue. Adesso, ne era quasi sicura, la consideravano una stronza“
Non è facile scrollarsi di dosso le vecchie nomee o liberarsi da pregiudizi e maldicenze. I problemi dei suoi abitanti sono sotto gli occhi di tutti, nonostante si faccia il possibile per nasconderli. Eppure ognuno preferisce ignorarli e andare avanti per la propria strada. Ogni magagna pare esser ricoperta da uno strato di polvere che rende miope il mondo fuori. Ma agli abitanti di Durton va bene così, fino alla scomparsa di Ester. Il sottile strato polveroso si solleva diventando tempesta.
La particolarità della struttura narrativa è costituita dai capitoli intitolati “noi”. Essi rappresentano i bambini che vivono a Durton, potrebbero essere chiunque. Sono coloro che osservano attraverso i loro occhi il cambiamento delle loro vite rispetto a prima che il paese fosse sconvolto dalla scomparsa di Ester. Il sospetto, la paura dei loro familiari, la diffidenza, i silenzi improvvisi.
Forse la vera protagonista di questa storia è proprio Durton, così piccola e meschina. L’autrice si dimostra abilissima nel evidenziarne le caratteristiche anche attraverso i suoi personaggi realistici, così come lo possono essere le loro storie e le loro ferite.
“La nostra non era una città che la gente visitava. Non c’erano banchetti che vendevano ciliegie in strada e i nostri genitori non gestivano sale da tè dove si potevano comprare gli scones”
Un grande esordio questo, di Hayley Scrivenor! Una storia che mi ha avvinta da subito e mi ha portata rapidamente all’ultima pagina, mossa dalla speranza e dalla curiosità sul destino di tutti i personaggi.
Il linguaggio è molto vario, a seconda del narratore introdotto dall’autrice. A volte si tratta di una giovane madre piena d’insicurezze, altre di un ragazzino o ragazzina dai vissuti e punti di vista diversi, altre ancora di una donna sola e apparentemente ben corazzata ma piena di ferite. Queste differenze fanno di una storia, che potrebbe essere uguale a tante altre, un qualcosa di originale e molto coinvolgente. Per non parlare della suspense che si crea capitolo dopo capitolo.
Questa polvere che ricopre idealmente Durton diventa quasi tangibile grazie all’abilissima penna della Scrivenor. E noi lettori siamo lì, in attesa del refolo d’aria pronto a sollevarla per rivelarci quello che c’è sotto.
Vi piacciono i thriller ambientati in piccole realtà?