
saggio
Infinito edizioni
27 settembre 2024
ebook, cartaceo
107

Il cinema, a un certo punto della sua storia, necessita di un rinnovamento che permetta l’identificazione di un’audience femminile maggiormente conscia della propria libertà individuale e non solo. Così, d’un tratto, all’interno dello schermo il mondo non esiste più come frutto di una visione maschile ma le donne emergono dapprima dietro la macchina da presa, poi davanti e pian piano oltre.
"Cinema, femminile plurale" esplora il rapporto tra le donne e l’industria cinematografica, investigando i dibattiti contemporanei sulla parità di genere nella settima arte, studiando i budget, i riconoscimenti e la (scarsa) presenza delle donne nei ruoli chiave del settore.
La cinepresa diventa l’oggetto attorno al quale si discute del contributo al femminile in un panorama ancora oggi poco affermato, con una disamina approfondita dell’influenza di registe del calibro di Ida Lupino e Chantal Akerman, del silenzioso sguardo delle spettatrici illustrato secondo le teorie psicoanalitiche più ricercate e dell’impatto della critica cinematografica femminista promossa da professioniste come Laura Mulvey, Claire Johnston e Dorothy Arzner.
La prefazione della critica cinematografica Chiara Cozzi completa questo scorcio sulla lotta del contemporaneo per una minore esclusione all’interno della “fabbrica dei sogni”. “Le donne hanno trasformato il linguaggio cinematografico, portando sullo schermo storie di resistenza, d’amore, di lotta e di speranza.
Il cinema femminista non è solo una corrente, ma una necessità culturale, un modo per restituire complessità e profondità a una metà del mondo spesso trascurata o banalizzata”.
(Chiara Cozzi)
Sono stata attratta dal sottotitolo di questo libro, cioè: Le donne che hanno fatto la storia della settima arte. Siria Frate suddivide il suo scritto in tre parti dove analizza la figura della donna rispetto al cinema da tre punti di vista: dentro la macchina da presa, davanti alla macchina da presa e oltre la macchina da presa. Partendo dalla fine dell’ottocento e attraversando tutto lo scorso secolo, l’autrice arriva ai giorni nostri per spiegarci come e dove la donna è stata protagonista.
Come per le altre arti, si fa fatica a trovare scritti riguardanti la figura femminile in ogni sfaccettatura, troppo spesso rimane a margine di scritti riguardanti artisti più o meno grandi, ma l’autrice qui ci dimostra che non sempre è stato così.
Ritroviamo donne che sono state protagoniste in vari settori legati al cinema e che nulla hanno avuto in meno di colleghi uomini, se non la fatica per arrivare in alto. Sono donne che hanno avuto il coraggio di mettersi i gioco per dimostrare che c’è sempre un altro punto di vista che spesso è molto interessante e fondamentale per capire alcune dinamiche.
Quando pensiamo a donne del cinema difficilmente ci vengono in mente scenografe, critiche, registe,… quello a cui pensiamo sono le attrici. Invece non ci sono solo loro. Leggendo questo libro ci si rende conto di quanti altri ruoli sono stati e saranno anche femminili plurali.
… e la spettatrice
Interessante è il cambiamento di chi il cinema lo vede come spettatore. Mai avevo pensato a come la spettatrice è cambiata durante gli anni: da persona all’avanguardia, perchè andare al cinema era quasi proibitivo, a donna critica; l’andare al cinema diventa negli anni sinonimo di libertà e uguaglianza: ogni donna può farlo e da sola.
Un saggio breve e ben scritto, a tratti difficile se non si conosce il tema trattato. Molti sono gli spunti di lettura che si possono trovate con le indicazioni a piè di pagina. La scrittura è precisa e senza errori, i tre capitoli principali sono poi suddivisi a loro volta. L’aver utilizzato paragrafi brevi fa si che il lettore riesca a concentrarsi su un argomento in particolare ogni volta senza perdere il filo del discorso, a volte complesso.
3 stelle ⭐⭐⭐☆☆

Di una lettura mi colpisce sia una bella trama che una scrittura ricercata. Un romanzo rosa, un romanzo storico, della narrativa contemporanea non importa basta che non sia… fantasy!