
saggio, cinema, storia
Graphofeel
2022
cartaceo
212

Cinecittà, fabbrica dei sogni, delle illusioni, dei miti, voluta fortemente da Mussolini come parte integrante del suo regime. Il libro ne ripercorre la storia, insieme a quella del cinema italiano, in una prospettiva che mette in evidenza l'importanza della "Hollywood sul Tevere" nello sviluppo urbanistico della Capitale e nell'immaginario dei suoi abitanti. Sfilano in queste pagine dense e avvincenti divi e dive dal fascino irresistibile, artigiani abilissimi e affaristi senza scrupoli, registi dal tocco magico e artisti del makeup, politici poco lungimiranti e autentici geni della fotografia.
Cinecittà diviene la parabola di un Paese ricco di grandi talenti e occasioni sprecate, di genio e arbitrio, che il cinema italiano ha saputo esprimere con tanta efficacia. Prefazione di Giancarlo Goderni.
Cinecittà, la fabbrica de sogni. Basta questa definizione a proiettarci in un mondo quasi magico, quello del Cinema.
Con questo gran bel libro, l’autore, ripercorrendo la storia di Cinecittà, ci accompagna attraverso le tappe della storia del cinema italiano. Iniziando dall’epoca del muto, vediamo rinascere sotto i nostri occhi la società dell’epoca. Riprendono vita nomi di attrici e attori, divi di un tempo che fu. Scopriamo come l’avvento del sonoro cambiò quel mondo e anche la maniera di recitare. Apprendiamo come cinema e società interagiscano, influenzandosi reciprocamente.
Cinecittà nasce dall’intuizione della necessità che il Cinema passasse ad una dimensione industriale, “la fabbrica dei sogni anche essa frutto di un sogno”.
Inaugurata ne 1937, la sua esistenza vedrà alti e bassi di pari passo con l’evoluzione del nostro paese. Come dimostrerà nel corso del libro l’autore, il sogno si frantumò per mancanza di una imprenditoria autentica.
“Era facile icontrare per i vialetti di Cinecittà,specie nell’ora di pausa per il pranzo,legionari romani, sceicchi arabi o soldati di ventura: sembrava quasi di sognare”
Il dramma della guerra spazzò anche questi sogni e Cinecittà divenne un campo di concentramento tedesco.
Mi ha molto affascinato la storia del film “La porta del cielo” di Vittorio De Sica, Il film fu una sorta di “tela di Penelope”; volutamente le riprese continuavano e non si terminava l’opera fintanto che perdurava l’occupazione tedesca. Si impedì la deportazione dei cittadini ebrei che vi erano impiegati. Insomma, la storia di un film, che potrebbe essere essa stessa trama di un altro bel film.
Mi è piaciuto molto come l’autore abbia sottolineato il legame fra la nascita di alcune correnti nostrane, come il neorealismo, e alcuni generi quali gli spaghetti western e i musicarelli e la storia del nostro paese.
Bellissimo rivivere l’epoca d’oro immortalata dal grandissimo film cult “La dolce vita” di Fellini.
Roma accrebbe il suo fascino, diventando luogo di residenza anche di divi internazionali ,mescolandosi con i cittadini fra le vie della Città eterna.
“Cinecittà nel cuore di Roma, la capitale divenuta una sorta di appendice serale degli stabilimenti cinematografici di via Tuscolana”.
L’avvento della televisione segnerà una svolta decisiva verso il declino di Cinecittà e del nostro cinema, spostando l’attenzione alle produzioni per la tv.
Oggi, Cinecittà è il regno della televisione, parco di divertimenti e con una piccola parte cinematografica.
Da amante del cinema ho trovato questa lettura affascinante. Il libro è scritto bene, con un bel ritmo e con un leggero tocco di nostalgia che non guasta affatto. Ho avuto modo di conoscere più a fondo la storia di Cinecittà e del nostro cinema. Conoscere nomi, apprendere curiosità attraverso una narrazione coinvolgente e mai noiosa.
Mario Pacelli riesce a ricostruire quell’atmosfera da sogno e a far rivivere quegli anni e, contemporaneamente, svolge un’accurata analisi degli eventi e dello sviluppo della storia.
Questo libro è davvero un gran bell’omaggio al cinema nostrano e un invito a riscoprirlo e tutelarlo.

Sono di Palermo, classe ’73. Sono molto introspettiva e sensibile. Amo leggere da sempre perché con un bel libro non mi annoio mai. Prediligo quelle storie che coinvolgono, con personaggi che rimangono scolpiti nella memoria. Mi piace leggere sia autori italiani che stranieri, sia affermati che emergenti e nuove proposte. I generi che preferisco sono la narrativa, lo storico e il thriller ma anche libri sulla spiritualità.