
romanzo contemporaneo
Mondadori
7 febbraio 2023
cartaceo, ebook
276

Chi è la persona che ogni mattina incontriamo allo specchio? Quanto ci riconosciamo nel nostro sguardo e quanto ci vorremmo diversi da come siamo?
Nel 2019 Niccolò ha diciotto anni e una storia famigliare complicata, per lui è impossibile non scorgere sul proprio volto le tracce del passato dei genitori. L'arroganza e la crudeltà con cui agisce lo aiutano a sentirsi libero, ma forse non fanno che spingerlo sempre più in un destino già scritto: quello del padre, Riccardo.
Riccardo ha trentasei anni ed è un uomo al capolinea, che vorrebbe il perdono del figlio. In auto, i due andranno verso Sud, verso Camporotondo, dove tutto ha avuto inizio diciannove anni prima. Lungo la strada Niccolò cercherà il significato del proprio passato, Riccardo la redenzione.
Estate 2000: Teresa è un'adolescente che vive male, soffocata tra una madre incattivita dall'infelicità, un padre depresso e coetanee alle quali crede di doversi uniformare pur sentendosi lontana dai loro interessi e desideri.
Quando, in vacanza a Camporotondo coi genitori, incontra Riccardo, diciottenne bellissimo e feroce, capisce che lui sarà il suo salvatore e insieme il suo carnefice.
Oggi recensiamo “Cieli in fiamme” di Mattia Insolia, edito Mondadori.
“Ma tu ti lasci mai accadere?”. È questa domanda, che è quasi un rebus, che accompagna un viaggio, “il” viaggio, quello che il diciannovenne Niccolò intraprende con il padre, Riccardo.
“«Voglio solo fare qualcosa di bello io e te, tutto qui». «E t’è venuta di botto, ‘sta voglia di fare qualcosa di bello io e te?». Il padre non parlò, ma all’asfalto, grigio come il cielo sulle loro teste, lanciò uno sguardo che pareva un discorso intero. E fu quell’occhiata, il primo gesto umano che gli avesse mai visto fare, a convincere Niccolò che nel padre oggi ci fosse qualcosa di strano. Era come se la muraglia di gomma che aveva sempre avuto attorno si fosse crepata.”
Un rapporto complicato, inesistente, quello tra i due, così simili da fare male, così tremendamente sbagliati e rabbiosi, insofferenti e crudeli, da essere uno lo specchio inconsapevole dell’altro. Due piani temporali, due protagonisti, due vite che convergono in una.
Tutto inizia con Teresa, sedicenne che vive dietro le quinte, in sordina, invisibile. È il 2000, a Camporotondo, il luogo di villeggiatura che, insieme ai genitori, frequenta ogni estate. Questa volta è tutto diverso, però, Teresa è stanca di essere quella “grassottella” e bruttina, ignorata, sopraffatta da una madre assillante e bigotta e da un padre che sembra quasi non esserci, invisibile come lei. E in un soffio, dopo l’incontro con il bellissimo e sfacciato Riccardo, un predatore che non chiede, afferra tutto, tutti, Teresa, da spettatrice, diventa protagonista, nel bene e nel male. Nel male, soprattutto.
L’altro io narrante di “Cieli in fiamme”, a Paloma, nel 2019, è Niccolò, bellissimo e sfacciato; identico a suo padre, spietato, rabbioso, insensibile a tutto quello che lo circonda. Anche lui afferra tutto, cose o persone, con lo stesso cinismo. Ottiene tutto senza sforzo, senza alcun sentimento, delicatezza, riguardo. Nulla, né droghe, né alcool, né il sesso colma quel vuoto che ha dentro e che finge di non vedere.
Il dolore accomuna Teresa e suo figlio Niccolò, anche se cercano di ignorarlo, ma lo si respira nella rabbia, nell’insoddisfazione permanente. Anime infelici, personaggi votati all’autodistruzione, feroci gli uni con gli altri.
La cattiveria di Niccolò verso i più deboli, quelli che vivono ai margini, fa male, lo rende un personaggio a cui è difficilissimo, praticamente impossibile, mostrare empatia: si può perdonare chi ha tutto e gioca con le vite degli altri? Perché Niccolò ha tutto. Il suo patrigno gli ha sempre dato qualsiasi cosa, persino una Porsche per i diciotto anni, ma è vuoto dentro, perché nessuno gli ha mai mostrato come colmarlo quel vuoto, riempiendolo di sentimenti, emozioni, calore, e non solo di cose.
Il viaggio insieme a suo padre, anche se Niccolò non voleva assolutamente passare del tempo con lui, è l’occasione per conoscerlo, per la prima volta.
“…. gli era tornata la voglia, che non sentiva da quando era bambino, di capire perché la madre odiasse tanto suo padre. E visto che si era imbarcato in quel viaggio assieme a lui, tanto valeva sfruttarlo per capirci qualcosa di più” – Cieli in fiamme
Il viaggio cambierà la sua visione di se stesso e degli altri? Questo non vi resta che scoprirlo leggendo “Cieli in fiamme”. Mattia Insolia ha talento, tanto. Scava nell’anima di chi legge con le parole, con una scrittura cruda, brutale, morde e afferra, lascia solchi e graffi.
“Cieli in fiamme” è una storia fatta di polvere sull’asfalto, sfavillio di superficie e cemento sul cuore, per tenerlo ben chiuso, a prova di emozioni. Ma poi basta una crepa, una piccola fenditura e il sentimento, forse, arriva a bruciare gli occhi col sale del rimpianto. Brucia di fuoco e rabbia, ricerca e oblio.
Personaggi senza attenuanti né assoluzione attraversano la storia, ma il talento di un bravo autore sta anche nel riuscire a far amare o odiare le sue creature di carta. Splendido, feroce, sofferto.
Voi riuscite ad empatizzare con protagonisti che non sono esempi positivi, ma vivono di rabbia e cattiveria?
“Gli errori che facciamo, no? Gli errori che facciamo non se ne stanno rinchiusi negli anni in cui li abbiamo commessi come statue, tipo delle sculture che il tempo consuma e alla fine sgretola. Gli errori che facciamo sono… tipo un’infezione, secondo me. Una malattia che pian piano si piglia tutto, parte dal punto in cui te la sei presa e ti uccide”

Salve, sono Giusy e sono un’appassionata lettrice da quando ero una bambina. Mi piace leggere praticamente di tutto, dai classici, ai romanzi d’amore, ma amo soprattutto la narrativa contemporanea. Adoro i manga giapponesi e scrivo racconti.