
saggio, inchiesta
Bollati Boringhieri
2023
cartaceo
192

I segni dell’illegalità incisi nel territorio italiano sono molti e complessi. Se l’abusivismo edilizio ne rappresenta una parte eclatante, non mancano in ambito urbano manifestazioni meno plateali, come la corruzione, l’infiltrazione della criminalità organizzata, l’occupazione di case popolari o il riutilizzo informale di edifici dismessi.
In questo saggio Francesco Chiodelli analizza le varie declinazioni del fenomeno a partire dal racconto di casi concreti, ricostruiti attraverso un’approfondita ricerca sul campo, per restituire la dimensione diversificata di una precisa politica dell’illegalità, che rappresenta uno dei tratti urbani distintivi dell’Italia dal dopoguerra ai nostri giorni. In queste città, indipendentemente dalla loro latitudine, si intrecciano storie di faccendieri, palazzinari e politici spregiudicati, ma anche di movimenti sociali, migranti e delle fasce più fragili della popolazione.
Concentrandosi principalmente sulla matrice pubblica di questi fenomeni, l’autore fa emergere una tesi provocatoria: l’illegalità urbana in Italia è oggetto di una specifica «politica», che fa sì che essa venga prodotta e riprodotta anche quando è al centro di campagne repressive e attacchi.
Lungi dall’essere un problema che si vuole eliminare, essa è spesso una straordinaria risorsa per vari attori politici ed economici. È dunque solo intervenendo su quadri normativi, prassi burocratiche e lacune dell’apparato statale che si può sperare di porre dei limiti a un fenomeno che minaccia sempre più le nostre città.
Il libro “Cemento Armato” di Francesco Chiodelli, edito Bollati e Boringhieri, è un saggio che tenta di descriverci la politica dell’illegalità edilizia nel territorio italiano.
Il libro si divide in cinque capitoli principali, i quali trattano aspetti diversi dello stesso argomento.
Il primo capitolo, “Città abusive”, parla dell’abusivismo edilizio in Italia, raccontandoci quando e perché nasce; come alcune forze politiche lo abbiano promosso, facendolo passare per incentivo alla costruzione, e citando un esempio reale per farci meglio comprendere la gravità della situazione.
Il secondo capitolo, “Città occupate”, racconta, invece, del fenomeno dell’occupazione abusiva edilizia. Chiodelli cita diversi casi in merito e ci spiega come questa pratica, in alcune zone d’Italia, sia ormai diventata una prassi accettata e collaudata. Complice un sistema amministrativo pubblico completamente assente e condiscendente.
Il terzo capitolo, “Città informali”, ci presenta il tema delicatissimo dell’inclusione e dell’integrazione degli immigrati in Italia, che si esprime anche nell’opportunità (ma, soprattutto, nel diritto) di dare a queste minoranze un luogo di culto. Dai casi che Chiodelli ci presenta, si evince benissimo come le varie forze politiche, che si sono susseguite negli anni, abbiano usato questo diritto a loro piacimento, negandolo o promuovendolo secondo i propri fini politici.
Il quarto capitolo, “Città corrotte”, descrive alcuni episodi conosciuti di corruzione per fini edilizi, dalla costruzione dello stadio per la squadra di calcio A.S. Roma al piano regolatore truccato nel comune di Desio, in Brianza. Due realtà così diverse, accomunate dallo stesso fenomeno. Consiglieri e assessori comunali corrotti, personaggi più o meno “puliti” che coprono alte cariche in grandi società edilizie, mazzette e favori regalati a profusione pur di accaparrarsi appalti milionari e concessioni a costruire, dove normalmente non si potrebbe.
L’ultimo capitolo, “Città criminali”, ci illustra il famosissimo caso di Mafia Capitale; la maxi operazione di polizia che portò alla luce un sistema davvero criminale, fatto di estorsioni, corruzione, riciclaggio fino all’associazione di tipo mafioso. Chiodelli ripercorre le tappe principali dell’inchiesta, descrivendo poi altre vicende simili, come quella del Comune di Brescello in provincia di Reggio Emilia, per farci capire che il fenomeno dell’illegalità edilizia è di tutto il paese, non solo di certe regioni o aree circoscritte.
“Cemento armato” rimane a metà tra saggio e romanzo. Lo stile usato è piuttosto accademico, ma nelle descrizioni delle vicende reali si fa più romanzesco. Ed è questo che fa venire voglia di continuare a leggerlo.
Trovo sia un saggio interessante e molto istruttivo da un certo punto di vista. Io stessa ho scoperto episodi realmente accaduti di cui non avevo conoscenza. Chiodelli, in questo senso, fa anche un brillante servizio d’informazione, che rende “Cemento Armato” ancora più apprezzabile.
E a voi, interessano queste storie d’inchiesta?
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐
