Biografia
Diarkos Editore
25 marzo 2024
Cartaceo, ebook
304
Caterina de’ Medici è una tra le figure femminili più note della storia. Figlia di Lorenzo de’ Medici duca d’Urbino, fu la prima italiana a sedere sul trono di Francia. Il libro ripercorre le tappe principali della sua esistenza, a partire da prima della sua nascita: dalle origini fiorentine all’infanzia trascorsa tra Firenze e Roma, fino alla lunga e definitiva fase francese.
Trapiantata oltralpe giovanissima, Caterina si trovò immessa a forza in un contesto profondamente diverso da quello della sua città di origine, che fin da subito la percepì come un’estranea e come tale a lungo la considerò.
Chiamata, per circostanze inattese, a regnare prima come consorte poi come reggente in nome dei figli minorenni, Caterina fronteggiò per decenni un tragico conflitto religioso sul suolo nazionale. Nell’assicurare alla Francia una duratura continuità di governo, la sua crescita personale e la sua politica di mediazioni e risoluzioni andarono di pari passo con l’emergere di quel personaggio oscuro e volitivo che spesso si sovrappose alla persona, e che finì per determinare, almeno storiograficamente, la fortuna di entrambi.
“Caterina de’ Medici” di Claudia Tripodi, edito Diarkos Editore, è una minuziosa biografia della regina di Francia. Caterina de’ Medici nacque il 13 aprile 1519 da Lorenzo, duca d’Urbino, e Maddalena de la Tour d’Auvergne.
Claudia Tripodi, ricercatrice di Storia Medievale, ha tratteggiato l’albero genealogico della futura sovrana e il quadro politico del periodo in cui è nata.
Lorenzo, padre di Caterina, era figlio di Piero e Alfonsina Orsini. Nipote, quindi, di Lorenzo il Magnifico.
“Si pensò di favorire un’alleanza matrimoniale tra la famiglia Medici e la nobiltà francese. Inizialmente, dunque, la proposta fu quella di dare in sposa al giovane Lorenzo la figlia del re di Navarra. Poi, andando le trattative troppo per le lunghe, si pensò alla contessa di Boulogne, Maddalena de la Tour d’Auvergne”
Le nozze vennero celebrate ad Amboise, il 5 maggio 1518. Principale artefice di questo matrimonio fu papa Leone X, al secolo Giovanni de’ Medici, zio dello sposo.
La sposa fu accolta con grande benevolenza dai fiorentini. Era descritta come “honestamente bella”.
“Maddalena, forse, non eccedeva in avvenenza, ma sopperiva a una scarsa attrattiva delle forme con dei bei colori (l’incarnato roseo, gli occhi vivaci), un carattere giocoso e volitivo insieme e, soprattutto, con l’amore infinito che portava al duca”
Quando la coppia arrivò a Firenze, era già in attesa della loro erede. Nell’aprile del 1519 nacque Caterina, ma la giovane madre non ebbe il piacere di veder crescere la sua bambina perché morì due settimane dopo il parto.
Alcuni storici ipotizzano che la sposa “fosse morta a causa del ‘mal francese’ trasmessole dal marito”.
Una settimana dopo la morte di Maddalena, anche Lorenzo spirò.
“Orfana di entrambi i genitori, privata ipso facto della protezione di chi l’aveva messa al mondo, Caterina si ritrovava, già a poche settimane di età, nei panni di una piccola preziosa pedina al centro di un gioco più grande di lei” – Caterina de’ Medici
Ad occuparsi della neonata furono le due zie: Lucrezia Salviati, figlia primogenita di Lorenzo il Magnifico, e Clarice Strozzi, sorella maggiore di Lorenzo duca d’Urbino.
Nel 1523 un altro Medici salì al soglio pontificio: Giulio, con il nome di Clemente VII. Il papa Medici, insieme a Francesco I, re di Francia, e a Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, furono i protagonisti della scena politica degli anni ’20 del 1500.
Era un periodo caratterizzato da accordi precari e alleanze effimere.
La piccola Caterina divenne una pedina importante da “giocare” sulla scacchiera politica internazionale.
Clemente VII si convinse che il miglior accordo politico fosse quello di far sposare la nipote ad Enrico, secondogenito del re di Francia. Il 28 ottobre 1533, i due quattordicenni convolarono a nozze a Marsiglia.
Caratterialmente i giovani sposi erano molti distanti.
“Sembra che Caterina fosse straordinariamente vivace ed energica e che questa sua vigoria stridesse più del dovuto con il cupo grigiore, e anche un po’ l’intorpidimento, del suo giovane sposo. Una natura inerte, insomma, quella di Enrico”
La giovane sposa non fu mai amata dal suo consorte, che ebbe accanto per tutta la sua esistenza la favorita: Diana di Poitiers, un’aristocratica molto più grande di lui.
Sebbene i biografi ufficiali affermassero che Caterina fosse molto amata dai sudditi e dal marito, in realtà, l’unico che provasse simpatia per “l’italiana”, come veniva definita a corte, fu solo il re, suo suocero.
Claudia Tripodi sottolinea che ad esercitare un forte ascendente sui sovrani francesi fossero proprio le favorite, che erano in competizione tra di loro.
Enrico era riluttante a dividere il letto con la consorte, la quale, inoltre, non riusciva ad avere figli.
Viene toccato il tema della responsabilità della donna, che poteva anche essere ripudiata se non metteva al mondo un erede. Per combattere la sterilità, la sovrana si riempiva di impiastri e miscugli, spesso disgustosi. Cercò anche di rendersi più attraente agli occhi di Enrico, “ma, nonostante i molti sforzi, il marito continuava a ignorarla”.
Vinse, alla fine, la caparbietà di Caterina. Nel 1544 diede alla luce Francesco e, da quel momento, i Reali ebbero altri nove figli.
Molto interessante tutta la parte storica e biografica dedicata agli eredi, ciascuno con il proprio carattere e le proprie predisposizioni. Tre dei quali furono i futuri sovrani di Francia: Francesco II, Carlo IX ed Enrico III.
La regina era superstiziosa. Impose al personale di corte, quando il consorte si trovava in battaglia, di vestire di nero e di recitare preghiere per la sua salvezza.
“La combinazione di spiritualità, devozione e superstizione non deve stupire: Caterina era una donna del suo tempo e in un’epoca in cui il ricorso all’astrologia era pratica diffusa tra la popolazione colta, imbevuta del sapere umanistico – rinascimentale che andava dalla filosofia neoplatonica allo studio delle costellazioni, dalla consultazione degli astri alle conoscenze alchemiche e cabalistiche”
Claudia Tripodi spiega dettagliatamente quei periodi di scontri religiosi e di tumulti che seguivano alla morte di un sovrano.
La regina madre era una manipolatrice e una fine stratega. Riusciva a raggiungere i suoi scopi con la mediazione e l’arte del convincimento.
“Amica di tutti, Caterina, in fondo non era davvero amica di nessuno”
I biografi del tempo sottolineano spesso la sua voracità e la conseguente figura appesantita. Ella rappresentava perfettamente quel periodo turbolento e di transizione dal Rinascimento all’Età Moderna.
L’autrice si è proposta, nei dieci capitoli di cui si compone il libro, “di far emergere, anche attraverso le voci dei testimoni del tempo, la persona che vi stava dietro” alla mitizzazione del personaggio.
Caterina de’ Medici spirò il 5 gennaio 1589 e i francesi, appresa la notizia, misero in subbuglio Parigi.
“Quasi sempre la persona che abbandoniamo nelle pagine con cui il racconto biografico si chiude è una persona diversa da quella che abbiamo salutato al principio… Ogni vita è l’esito di una serie di vicende, di esperienze, di scelte e delle loro combinazioni”
È stato davvero uno splendido e istruttivo “viaggio” storico e biografico.
Ringrazio la CE, Diarkos Editore, per la copia cartacea.
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐
Mi chiamo Alessia. Sono un’insegnante di matematica e inglese. Vivo in provincia di Pavia. Adoro leggere (soprattutto gialli), fare yoga e cucinare.