
Romanzo di formazione
NeP
21 febbraio 2023
cartaceo, ebook
162

"Caro diario" è la storia di Roberto, un giovane ragazzo che dopo varie incertezze riesce a mettere nero su bianco i propri pensieri, sogni e paure. Inizia raccontando tra le pagine di un diario il suo primo amore, ormai terminato, ma anche nuove amicizie e, soprattutto, un nuovo amore, Patrizia.
Il diario ricopre principalmente la transizione dal 1999 al 2000, periodo in cui il giovane protagonista vive una crisi legata alla fine di una relazione sentimentale e ai dubbi relativi la scelta del percorso universitario. Raccontando le vicende quotidiane, tra l'incombente Millenium Bug e le uscite con gli amici al bar del centro, l'autore ci trascina nel mondo di Roberto. Le esperienze scaturite da questo diario fanno riaffiorare momenti di vita passata.
Rileggendo queste pagine a distanza di anni si riesce a rivivere sensazioni ed emozioni presenti nei giorni della scrittura.
“Avere la voglia di confidarsi con un ‘semplice’ diario è un nobile intento ma un parto mentale non da poco, in quanto richiede uno sforzo giornaliero non da poco” – da “Caro diario…” di Fabiano Pini, NEP.
Roberto è un giovane universitario che decide, ad un certo punto, di affidare i suoi pensieri ad un diario. Per lui diventerà un appuntamento fisso descrivere i suoi stati d’animo e le sue giornate. Il diario diventerà una sorta di confidente, ma anche il custode dei suoi patemi, delle sue incertezze e soprattutto dei grandi cambiamenti.
“Il diario è un metodo per monitorare ‘te stesso'”
Roberto ha poco più di vent’anni, è uno studente universitario, studia filosofia con poco entusiasmo e scarsi risultati. Vive la vita di ogni giovane a cavallo tra il 1999 e il 2000. Feste, amici, incontri, una delusione amorosa e una nuova storia che accoglie con entusiasmo.
Avrebbe tutto per essere completamente felice: una famiglia unita che lo incoraggia e lo ama. Un bel gruppo di amici con i quali s’incontra al bar e partecipa a feste. Una nuova fidanzata, bellissima e ammirata da tutti. Eppure, in lui c’è una sorta di inquietudine che lo porta a farsi tante domande sul futuro. Cosa succederà quando scoccherà il nuovo millennio? Laurearsi in filosofia è davvero quello che vuole? Roberto è un giovane che sente il bisogno di trovare il suo posto nel mondo e di affidare le sue incertezze alle pagine di un diario, testimonianza di quegli anni di transizione.
I personaggi più vicini a Roberto sono il padre, che lui chiama affettuosamente “il rompi”, la fidanzata Patrizia e l’amico Stefano.
Il papà è colui che Roberto teme di più. Non perché sia una persona autoritaria o violenta, al contrario. È l’elemento più solido e forte della famiglia, colui sul quale si fa più affidamento. Roberto lo stima profondamente e desidera avere la sua approvazione, perché vuole che sia fiero di lui. Forse, inconsciamente, lo prende quale esempio. Il così detto “rompi” è un attento osservatore che conosce bene Roberto e ha capito che non è affatto motivato a proseguire gli studi di filosofia, forse è anche preoccupato come ogni genitore che vede il figlio arrancare con indecisione. Si astiene dal pronunciare giudizi, ma Roberto saprà sorprenderlo.
Stefano è il nuovo amico di Roberto. O meglio, si conoscevano già, ma riprendono a frequentarsi dopo la rottura del primo fidanzamento del giovane protagonista, quando quest’ultimo ha bisogno di cambiare giro d’amicizie per non incorrere nella ex. Stefano arriva come una ventata d’aria fresca. È un giovane appassionato d’informatica e lavora nel campo con entusiasmo. Saprà contagiare anche Roberto che riuscirà finalmente a dare la svolta che cercava alla sua vita.
Patrizia è il nuovo amore di Roberto. Una ragazza bellissima di sani principi, una giovane d’altri tempi. Le donne della sua famiglia sono tutte molto avvenenti e sembrano uscite da una rivista di moda eppure, prima delle feste Natalizie, rinunciano agli svaghi per cucinare insieme ogni pietanza che finirà sul tavolo per il cenone. Patrizia è matura, ben educata e impegnata negli studi. Una vera rarità che Roberto non riesce a credere si sia interessata proprio a lui.
“No, ho dovuto comprare addirittura un vero e proprio diario! Con tante pagine bianche che a vederle tutte insieme mi mettono ansia: con cosa le riempio?” – Caro diario…
“Caro diario…” è un romanzo breve e molto scorrevole, scritto sotto forma di diario, in prima persona. Il protagonista ha circa ventidue anni, secondo i miei calcoli. Il linguaggio è semplice, forse un po’ troppo, a tratti si ha quasi l’impressione di leggere le confidenze di un adolescente ben più giovane. Tuttavia, credo si tratti di una scelta dell’autore per rendere la trama più realistica. Quando si scrive un diario ci si sente liberi di essere se stessi, non ci sono regole, ma solo una serie di pensieri espressi nella più totale e deliberata anarchia. Se nella vita di tutti i giorni si deve mostrare un certo contegno, scrivendo il proprio diario personale ci si sente giustamente in diritto di essere anche immaturi.
Al centro della narrazione ci sono i cambiamenti. Non a caso, l’autore ha scelto proprio l’anno di transizione più significativo, il 1999-2000, a partire dal quale c’è stato un vero e proprio vortice di eventi che hanno portato allo stravolgimento delle vite di tutti, in qualsiasi parte del mondo. Essi vengono elencati e commentati nell’ultimo capitolo, quello in cui Roberto prende in mano il diario dopo ben dieci anni di latitanza. È diventato un uomo e rilegge con nostalgia le pagine scritte tempo prima, provando una sorta di tenerezza per il ragazzo che era ancora, ignaro di ciò che sarebbe accaduto nel mondo ( il cambio della moneta, l’attacco alle Torri Gemelle, le guerre, le catastrofi naturali, la pandemia, ma anche il grande sviluppo dell’informatica).
È come se ci fosse un prima e un dopo e l’autore volesse rappresentare il brusco e rapidissimo cambiamento che ha lasciato un’intera generazione un po’ sgomenta che all’epoca, tra il serio e il faceto, si preoccupava delle previsioni catastrofiche di maghi e veggenti sull’avvento del 2000, il Millennium Bug. Si era tutti ignari di quello che sarebbe avvenuto attraverso una rapida escalation di eventi, così rapida da sembrare quasi fantascientifica. Nel capitolo conclusivo Roberto fa la conta dei danni.
“Sei stato un fedele compagno pronto ad accogliermi quando il mio mare era in tempesta”
Come specifica il protagonista all’inizio, spesso si pensa che scrivere un diario sia un’attività prevalentemente femminile e la smentita di questo pregiudizio non può che farmi piacere. La scrittura è sempre terapeutica, così come la lettura del resto, indipendentemente dal genere o dall’età di che vi ricorre.
Confesso di aver trovato le pagine iniziali di “Caro diario…” leggermente ripetitive. Il protagonista dovrebbe avere pochi anni meno di me, quindi, pensando a com’ero alla sua età, l’avevo reputato immaturo, anche se simpatico. Ma questo è molto soggettivo. Poi, proseguendo nella lettura, mi ero resa conto che probabilmente si trattava di una scelta stilistica dell’autore che voleva rappresentare il brusco passaggio di un’epoca verso un’altra con relativo capovolgimento.
In Roberto avviene un’evoluzione abbastanza repentina. Un incontro con un amico (e con Patrizia, ovviamente) lo porta a riconsiderare le sue scelte e a dirottarle repentinamente in altra direzione. Proprio com’è accaduto a quegli anni anche se, in quel caso, non in positivo. È la storia di uno smarrimento, di una crescita e di una nuova consapevolezza ritrovata. Occorre leggere “Caro diario…” in quest’ottica per comprenderne a pieno il significato che, se ci penso bene, è assai veritiero e tutt’oggi mi provoca sgomento.
Si parla sempre di cambiamento in veste positiva ma, personalmente, trovo che non sempre sia vero. Per ogni cosa serve un tempo e quando questo non viene rispettato, di positivo c’è ben poco.
Dopo questa perla di saggio ottimismo vi chiedo: anche voi avete avuto un diario al quale affidare i vostri pensieri?